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LA STATUA Essa è di legno massiccio, ben scolpita e dalle linee e panneggiature perfette. Posa il pie Virgineo sull'antico avversario il serpe invidiatore e con le mani giunte e l'occhio materno, vivo, dolce, penetrante, col Divino e sorriso di sue labbra attrae, scuote e conquide. Chi è l'autore: Non si sà, ma non và errato chi voglia scriverla al sec. XVI‑ Di certo è una bella scultura. Quando fosse posta in Venerazione neppur si sà: ma tempo assai lontano. Essa costituisce la gemma più preziosa del nostro paese, il sacro palladio di nostra difesa. Dinnanzi ad essa si prostreranno tutte le antiche generazioni; non abitante che non narri un prodigio ricevuto e di cui sia stato testimonio o che abbia sentito narrare dai vecchi .Certo si è che ormai Essa la Vergine vuole essere Venerata in questo suo speciale Simulacro in Curinga.Tradizione costante e ben fondata e che oltre un secolo fa, il Priore Bevilacqua Francescantonio fu Bernardo, vedendo il Simulacro deperito per l'antichità; toltala dalla nicchia che ricoprì di una cartina per celare il vuoto, la pose in una cassa e, come allora si era costretti a fare, imbarcatosi con Essa per Napoli pensò affidarla ad un statuario o decoratore per i ritocchi necessari. Lasciò dentro la cassa dove l'aveva collocata e il detto Santo Simulacro al suo alloggio e senza di essa si recò al negozio di un ornatore di statue sacre per combinare il ritocco. Viste colà statue moderne e colorite pensò acquistare una nuova e lasciar da parte la vecchia Statua portata da Curinga. Ma una strana impressione si impossessò dell'animo suo,L'idea dell'acquisto si mutò in un energico rammarico di aver pensato all'abbandono della Statua antica e si recò all'istante al suo alloggio per trasportarla al negozio per il restauro. Ma con spavento e stupore,schiodato il coperchio trovò la cassa vuota:Fece ricerche su ricerche, pregò minacciò, ma invano: nessuno seppe dargliene nuova. Avvilito, accasciato, tornò a Curinga, ma recatosi in Chíesa, appena giunto tutto soletto, per pregar Dio di dargli forza per narrare l'avvenuto, alzati gli occhi alla nicchie la trovò senza cartina e la Statua ritornata al suo posto. I1 fatto destò tanto rumore per ogni dove che ancora se ne parla come avvenimento certo ed indiscutibile.I1 popolo intanto per lungo tempo fece buona guardia perchè nessuno più mai pensasse a rimuovere e portare altrove il Santo Simulacro per i necessari ritocchi. Senonché passato qualche anno il Priore Giuseppe Ciliberti, chiamato di nascosto un decoratore, e tenutolo in casa sua, di soppiatto di notte fonda portò nella sua dimora la Santa Statua per il restauro chiudendo la Nicchia con la solita cortina. Ma ecco che una sera a tarda ora, mentre Curinga immersa nel sonno ed il silenzio e Ie tenebre coprivano il paese, alcuni contadini di ritorno alla loro casa, videro in distanza fra le tenebre profondissime, fasci di vivida luce abbagliantissima uscire da una finestra di casa Ciliberli. Attoniti e stupefatti giacche quel lume vinceva in isplendore anche quella del sole, si avvicinarono frettolosamente ed ecco che ferì loro gli orecchi una soave armonia : Angelici concerti sugli arpicordi d'oro e melodie di Paradiso si diffusero nel notturno silenzio, provenienti dalla finestra che emetteva i lunghi fasci di bianca e vivida luce. Furono svegliati i Signori Ciliberti, accorsero alle grida di meraviglia più vicini,e cosi constatarono come nella stanza donde uscivano e luce e armonia vi era la Statua della Vergine Santissima Immacolata. Fu trionfalmente riportata in Chiesa e di restauro non se ne parlò più. Solo nel 1909 il Priore attuale, Dottor Serrao, dopo preghiere e precauzioni. riuscì a farla ripulire da esperto artista, senza però rimuovere la Statua dalla Chiesa. Ed è appunto questo taumaturgo Simulacro che deve essere redimito di aurea corona. Dottor Sebastiano Serrao Priore della Congregazione
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