agli
Amici
d'allora e di oggi
« TEMPO CHIUSO »: defunta poesia
a la soglia de i quarantanni;
essiccata vena via via
ne l'intrico d'affanni e malanni,
e come non so: inavvertitamente,
così, piano piano...
come scorrono i giorni de la vita
e aumentano i segni ne la mano.
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Distacco
a Lina
- No, non verrai, dolce sorella: è inutile
pregarmi; asciuga il pianto; non verrai!
Sarebbe troppo, troppo a me, che amai
la tua felicità! Lasciami solo
errar incontro al mio destino: il duolo
mio, lo voglio per me: sono geloso
del mio dolore!...
Ed io,
che pur desiai
versare nel tuo cuor tutto il mio cuore,
lacrimar vidi gli occhi erranti e muti;
t'involai la carezza
ultima, e silenzioso
mi allontanai, come se mi pesasse
la sospirata tua presenza-
Or lungi
da me tu sei, ed io da te lontano;
ma in questa solitària Martirano,
quando più soffre il cuore, io te ravviso
in ogni cosa che mi estasii o incanti:
il tuo vigile affetto,
che m'accompagna - unica gioia; il viso
tuo, che si curva sul mio viso stanco,
e la tua mano, che mi regge amica,
e la voce soave,
che m'incora a più fulgida speranza.
(Novembre 1941)
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Aprile
Aprile! e il volto fresco
m'appare d'un tenero verde:
la voce lungi si perde
con lo sfiorire del pesco.
Perché tu, cuore, dici:
« Non amo! ogni sogno è finito!? »
Perché ti senti smarrito
e l'attimo non benedici?
L'ora ti è consentita
perché l'anima tua si abbellì
e, come Aprii, rinnovelli
gemme e fiori per la tua vita.
Ritrovi la pupilla
l'estatico incanto d'un giorno,
e, ad ogni suo annuo ritorno,
l'eterna Speranza s'immilla. |