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Domenico Pallaria (Curinga)

 

Natale  Amantea  (Maida)

 

Pietro Putame (S. Pietro a M)

   
 

Gli interventi

 

Unione dei Comuni “Monte Contessa”

1^ CONSIGLIO .

Curinga 25 marzo 2011

 

Allegato alla Delibera del Consiglio dell’Unione n° 3 del25/03/2011 :

 

INDIRIZZI DI GOVERNO UNIONE DEI COMUNI

 

Si è appena insediato l’organismo consiliare dell’Unione dei Comuni “Monte Contessa”, il cui Atto Costitutivo è stato siglato proprio in questa Sala Consiliare in data 02.12.2010.

            I Comuni di Curinga,  Cortale,  Jacurso,  Maida e San Pietro a Maida hanno operato una scelta lungimirante, che in qualche modo prescinde dall’obbligo imposto dal Legislatore, rappresentando il risultato di una ponderazione maturata nel tempo all’insegna del perseguimento di un nuovo municipalismo e di una politica del territorio che non conosca steccati od assurde demarcazioni perimetrali.

            Sinergia e condivisione: la nuova governance degli Enti Locali deve improntarsi a questi due imperativi di governo efficiente, che rappresentano, oggi, le due modalità imprescindibili di approcciarsi alla “cosa pubblica” con l’obiettivo dell’erogazione qualitativa di un output che soddisfi appieno le aspettative e gli interessi dei cittadini.

            Il soggetto giuridico che viene fuori da questo impianto associazionistico, consacrato nello Statuto già approvato dai singoli Consigli Comunali, nasce adulto: almeno sul versante della dimensione demografica e del bacino dei fruitori dei servizi che, nella forma associata, s’appresta ad erogare secondo una tempistica graduale, ma inesorabile.

            La popolazione dell’Unione conta, infatti, circa 18.500 abitanti, una cifra assai significativa su scala regionale.

            La Calabria è caratterizzata da una vasta congerie di “Comuni polvere” che incontrano forti resistenze al dialogo istituzionale: sia nelle forme peculiari dell’Unione, sia in quelle più snelle dell’associazionismo tout court.

            Il Monte Contessa indica, simbolicamente, il trait-d’union di cinque piccole realtà che, considerate nel loro insieme e nella sintesi delle loro esigenze, diventano – da subito – un interlocutore forte: dal quale non si può prescindere.

            Ne è una riprova l’attenzione di Lamezia Terme, la quarta città della Calabria, morfologicamente adagiata su uno spazio speculare a quello del Monte Contessa. 

La vicinanza con Lamezia Terme sarà sicuramente strategica per l’Unione dei Comuni “Monte Contessa” per una serie di ragioni facilmente intuitive, che vanno dalla comunanza di problematiche territoriali alle fisiologiche forme di collaborazione, già da tempo intessute a vari livelli.

            L’ipotesi di sviluppo perseguita attraverso l’Unione dei Comuni è totalmente inscritta nel “Monte”, ossia nel luogo ove convergono la storia, le consonanze, gli obiettivi e le aspettative dei cinque Comuni affasciati da questo simbolo.

                        “All’interno-del-Monte” sinergia e condivisione rappresentano un unicum inscindibile, una prospettiva comune per perseguire gli obiettivi programmatici delle singole realtà. I cinque Comuni dell’Unione non dialogano tra di loro, ma rappresentano l’espressione di un pensiero unico, capace di dare risposte di adeguatezza e di efficienza, nonché di custodire, nel contempo, le differenze dei singoli municipalismi e la sacralità delle rispettive tradizioni storiche e culturali.

            Queste stesse modalità di esplicitazione della governance intercomunale cambiano la loro fisionomia nelle interlocuzioni istituzionali “Fuori-dal-Monte”: sono espressione della stessa politica di interazione – l’unica, in vero, prefigurabile, nel nuovo quadro normativo disegnato dal Federalismo -, ma implicano la necessità del Dialogo Istituzionale: della convergenza, più che della comunanza.

            Non tenere conto di questo distinguo, solo apparentemente accademico, porterebbe a snaturare, sul nascere, l’obiettivo di fondo che ha mosso i cinque Comuni adagiati sulle falde del Monte Contessa ad unirsi, prima ancora che la Manovra finanziaria 2010 – con tutto il suo lacunoso fardello di opinabili postulati – sancisse uno specifico obbligo (siamo, peraltro, ancora in attesa del D. P. C. M. e della Legge Regionale che conferiscano effettività a siffatto obbligo, pena l’indeterminatezza delle funzioni da accorpare e l’irrisoluzione di problematiche che, necessariamente, presuppongono un tavolo di concertazione).

Dal quadro normativo evincibile dal tenore letterale della legge n. 122/2010 (più in particolare, dai commi da 26 a 31 dell’articolo 14) si deduce che, ai fini della manovra e fino alla data di entrata in vigore della legge con cui saranno individuate le funzioni fondamentali di cui all’articolo 117, secondo comma, lettera p), della Costituzione, sono considerate funzioni fondamentali dei comuni le funzioni di cui all’articolo 21, comma 3, della L. 5 maggio 2009, n. 42, ovvero:

a) funzioni generali di amministrazione, di gestione e di controllo, nella misura complessiva del 70 per cento delle spese come certificate dall’ultimo conto del bilancio disponibile alla data di entrata in vigore della presente legge;

b) funzioni di polizia locale;

c) funzioni di istruzione pubblica, ivi compresi i servizi per gli asili nido e quelli di assistenza scolastica e refezione, nonché l’edilizia scolastica;

d) funzioni nel campo della viabilità e dei trasporti;

e) funzioni riguardanti la gestione del territorio e dell’ambiente, fatta eccezione per il servizio di edilizia residenziale pubblica e locale e piani di edilizia nonché per il servizio idrico integrato;

f) funzioni del settore sociale.

Si tratta, in vero, di un’elencazione immaginata e finalizzata per altri obiettivi dalla legge n. 42/2009 (legge sul federalismo fiscale), ossia per avviare l’individuazione dei fabbisogni standard.

In particolare, la lettera a), riguardante le funzioni generali di amministrazione comporta sostanzialmente una forte difficoltà di gestione in forma associata fra i Comuni, che si aggiunge all’individuazione dei servizi in misura del 70% delle spese certificate.

Per quanto riguarda la procedura di individuazione degli ambiti territoriali e dei termini di avvio dell’obbligo per i Comuni di dare attuazione all’intera normativa, siamo in presenza di due discipline in cui i soggetti sono diversi: da una parte, la legge regionale, dall’altra il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, che rischiando di sovrapporsi necessitano di un’approfondita scansione temporale dei tempi di attuazione, in assenza della quale i Comuni rischiano di non poter dare seguito alla nuova disciplina.

            Nelle more di una piena attuazione di quanto sopra specificato, l’Unione dei Comuni “Monte Contessa” ha già determinato una griglia di priorità e, a monte, sta passando al vaglio tutte le problematiche gestionali che ne assicurino una piena funzionalità: dalle potestà regolamentari, che conferiscono all’Unione la gestione diretta delle funzioni accorpate, alla determinazione delle entrate, sia tributarie che extratributarie; dall’analisi delle premialità inscritte nel federalismo fiscale all’aspetto dei contributi di gestione; dalle problematiche del personale  e della dotazione organica – con tutte le implicazioni in materia di spesa del personale e di limiti della finanza pubblica – alla prefigurazione delle possibili “situazioni patologiche” (violazione delle disposizioni in materia di competenza, inadempimento degli obblighi convenzionali e regolamentari, recesso, centrali di committenza e delega delle funzioni di Stazione Appaltante, e via dicendo).

            La specificità dell’Unione – rispetto ad altre forme associazionistiche – scaturisce principalmente dalla complessità dell’assetto gestionale che essa comporta.

            Prima ancora che si addivenisse alla costituzione formale dell’Unione, i Sindaci dei cinque Comuni hanno colto tale problematica, istituendo, di fatto, una cabina tecnica di regia composta, per il momento, dalla cd. Conferenza dei Segretari Comunali, ossia dai titolari degli Uffici di Segreteria dei cinque Comuni, riuniti attorno ad un tavolo tecnico per cadenzare il calendario delle attività istruttorie.

            Frutto di tale “laboratorio” tecnico è stata, già, la scelta di promuovere condivise scelte progettuali  ed organizzative.

            Alla base di tale opzione c’è l’esigenza di fornire all’Unione un Piano Strategico, le cui propaggini operative trovino poi espressione nei PEG dei singoli Enti: strategia vuol dire programmazione sinergica, destinata a tradursi in progettualità nei Comuni.

Ma, a monte, la Conferenza dei Segretari Comunali, destinata, nel tempo, a tradursi in una gestione strettamente manageriale dell’Unione attraverso l’individuazione di una specifica figura nell’organico della stessa, sta coadiuvando gli organismi politici – tra i quali il neo insediato Consiglio dell’Unione – nella prefigurazione delle sequenze procedimentali che possano dare corso ad un’immediata vitalità del nuovo soggetto giuridico.

            Sul piano programmatico, occorre evidenziare come le Linee Programmatiche dell’Unione dei Comuni vadano considerate, per definizione, “in progress”, nel senso che, stante la determinazione legislativa delle funzioni da accorpare attraverso la gestione in forma associata, la governance dell’Unione si caratterizza per la tempistica di attuazione dell’obbligo legislativo.

            In sede di prima approssimazione, due sono gli ambiti che, previo un adeguato battage pubblicitario volto a creare nei cittadini una cultura sempre più marcata delle politiche comuni perseguite dall’Unione, rappresentano i settori ritenuti prioritari: in quanto di immediata incidenza nella vita dei cittadini.

            Si tratta dei servizi sociali e della Polizia Locale.

La gestione in forma associata dei servizi sociali comporterà l’elaborazione di una progettualità comune che possa rispondere in termini di adeguatezza alle molteplici esigenze della cittadinanza.

La costituzione di un Comando Unico di Polizia Locale costituirà una risposta congrua all’esigenza diffusa di sicurezza e di rispetto delle regole.

Nel medio termine si procederà all’esternalizzazione, tramite un’unica Stazione Appaltante, dei servizi a domanda afferenti il settore scolastico,ossia il trasporto, la mensa e l’Asilo Nido.

Nel contempo sarà posta al vaglio della Giunta e del Consiglio dell’Unione la possibilità di realizzare un Canile intercomunale alfine di adottare una strategia comune nella prevenzione del randagismo e sarà attivato uno Sportello Unico delle Attività Produttive in forma associata.

Testati questi primi passaggi amministrativi, si passerà, secondo un calendario dettato dalle contingenze, alla piena attuazione di quanto previsto nell’art. 2 dello Statuto dell’Unione, procedendo di volta in volta all’accorpamento dei seguenti servizi:

a)      Elaborazione di un comune Piano di Protezione Civile;

b)      Informatizzazione e sistemi informativi in rete fra i Comuni associati;

c)      Trasformazione delle Biblioteche esistenti in uno spazio culturale unico;

d)     Gestione integrata dei rifiuti secondo la tipologia del “porta a porta”;

e)      Gestione in forma associata degli impianti di pubblica illuminazione;

f)       Costituzione di un Informa-Giovani e di Centri di aggregazione giovanile;

g)      Gestione in forma associata delle entrate comunali;

h)      Manutenzione delle strutture cimiteriali;

i)        Servizio di pulizia degli edifici comunali;

j)        Servizi catastali;

k)      Ufficio Unico per le espropriazioni per pubblica utilità;

l)        Gemellaggi,manifestazioni culturali, turistiche e sportive, spettacoli e celebrazioni;

m)    Percorsi enogastronomici, etnografici e sentieri naturalistici,

n)      Sportello Europa  accesso ai fondi comunitari);

o)      Servizi di interesse pubblico, mostre, conferenze, fiere e mercati;

p)      Corsi di formazione e di informazione;

L’Unione si pone tra gli obiettivi prioritari anche quelli :

a)      La conservazione delle tradizioni territoriali attraverso la creazione di strutture, azioni e misure atte diffondere e valorizzare il patrimonio culturale e folkloristico;

b)      La redazione di Piani Strutturali intercomunali e di Piani di sviluppo economico occupazionali, nonché la più approfondita conoscenza delle risorse esistenti nei Comuni facenti parte dell’Unione e la promozione de completo inserimento delle popolazioni ai processi di sviluppo regionale:

c)      La costruzione di opere di comune interesse;

d)     La gestione di strutture finalizzate a valorizzare e difendere il patrimonio- archeologico e paesaggistico- ambientale del territorio.

 

        Nella consapevolezza che i tempi di attuazione del presente programma saranno dettati dal progressivo evolversi della macchina amministrativa  e dalle concrete opportunità legislative che di volta in volta si renderanno fruibili l’Unione dei Comuni “Monte Contessa“ pone all’attenzione ed al voto del proprio Organo Consiliare il presente documento programmatico al fine di delineare in partenza la propria fisionomia dio soggetto giuridico preordinato a perseguire un’ipotesi ardita di sviluppo del territorio attraverso l’erogazione di servizi adeguati e competitivi nell’interesse della cittadinanza tutta.

           

           Letto dal Presidente De Vito 

 

Ing. Domenico Maria Pallaria

Sindaco di Curinga

 

Non posso certo nascondere la commozione che inevitabilmente assale quando si è testimoni e protagonisti di  un evento che segna la storia della comunità che ho l’onere e l’onore di rappresentare.

Questo di oggi è un qualcosa di significativo ed importante, che coinvolge noi che lo viviamo ora e quanti dopo di noi assumeranno la responsabilità pubblica e politica nel governo delle nostre comunità.

Viene avviato un processo amministrativo/istituzionale che riguarda i cittadini di Curinga ed altre quattro comunità che abitano un territorio legato da vocazioni simili se non uguali. Legati da una storia – antica e recente -  che ha gli stessi connotati… possiamo dire di essere consapevoli di una storia comune ed in ragione di ciò scegliamo di avere un futuro insieme.

Ma scegliamo anche di dare un segnale di maturità politica e modernità amministrativa che credo sarà accolto per il suo valore sociale ed istituzionale.

L’evento di oggi si motiva, prima d’ogni cosa…..

E ci sono due fattori evidentissimi ed oggettivi.

Il primo, è che la disponibilità di risorse pubbliche non è in grado di sostenere una parcellizzazione delle competenze così come potrebbe essere proposto e/o auspicato dai singoli Comuni. Le risorse non sono intese solo come risorse finanziarie, ma anche intese come risorse umane, competenze, qualità.

Il legislatore ha cercato di dare delle risposte al riguardo sancendo l’obbligatorietà di associazione per l’espletamento di determinati servizi, dei Comuni con numero di abitanti inferiore a 5000.

Il secondo aspetto si riferisce invece alla competitività di un territorio. Essa si misura non in astratto ma su alcuni fattori qualitativi essenziali. Non possiamo fare una politica ambientale o una politica sociale Comune per Comune … soprattutto se consideriamo nuove emergenze che non solo vogliamo vedere, ma che dobbiamo affrontare… penso ad esempio alla  non autosufficienza, o al problema della immigrazione.

Alla non autosufficienza, ed alla constatazione che non si può rimanere fermi nel momento in cui cambia il mondo e cambiano le condizioni concrete del fare economia, dell'organizzare il lavoro, dell'organizzare la società, del fare amministrazione, dell'essere comunità, possiamo rispondere solo elevando la qualità del governo di un ambito territoriale omogeneo ed utilizzando gli strumenti normativi più adeguati e moderni.

Stanno qui le ragioni vere che ci portano ad avviare la nuova fase di cooperazioone istituzionale.

Da oggi vogliamo costruire risposte articolate nel territorio: per farlo abbiamo bisogno di metterci insieme, raggiungere una dimensione che sia in grado di programmare il bisogno e di costruire una rete articolata e integrata di risposte a quel bisogno, visto che non ha, non può avere, una risposta unica.

L’unione è lo strumento legislativo che abbiamo a disposizione per dare ai nostri Comuni più forza, più rappresentanza, più potere; per metterli cioè nella condizione di rispondere meglio alle esigenze della comunità.

Questa è, quindi, l'Unione di Comuni che è, quindi

  • la forma di collaborazione tra Comuni più stabile e con maggiori potenzialità;
  • un'organizzazione "snella" al servizio dei Comuni

Non è la fusione dei cinque comuni, non è il "Super-comune", non è un livello istituzionale ulteriore ed autonomo rispetto ai Comuni

Non va manomessa la rappresentanza…. l'identità comunale alla quale ciascuno di noi è storicamente ed affettivamente legato resta preservata.

Ma con la stessa determinazione con la quale serbiamo cara la nostra identità intendiamo debellare quel miope localismo che tanti, troppi danni ha prodotto….

Quel rinchiudersi nei propri confini … e cioè un atteggiamento che rischia di essere - in questo particolare momento storico - un grave freno.

Ogni Sindaco, ogni Giunta, ogni Consiglio comunale si dovrà occupare non solo del singolo municipio, ma di tutto il patrimonio collettivo dei cinque comuni. Ogni cittadino continuerà a rivolgersi al proprio ente per i servizi che servono e per scegliere gli amministratori.

E’ un progetto ambizioso che “giriamo” alle Istituzioni superiori perché ne prendano atto nel dare in funzione delle esigenze delle popolazioni, e nel ricevere in funzione delle esigenze superiori (Piano di rientro, ad esempio) ; è uno strumento per avere più fiato e rispetto.

 E non è importante il segno politico, di questa o quella istituzione. Io voglio sperare, in una politica che sappia riformarsi profondamente e che sappia tenere nettamente distinte le funzioni istituzionali dalle funzioni politiche.

Per cui un domani possono cambiare le maggioranze nei Comuni, ma non deve cambiare questo ragionamento e questa collaborazione che ha, a mio parere, un fondamento istituzionale.

Questo è un elemento importante. Per questo un invito (rivolto a tutti i Consiglieri delle cinque comunità) a lavorare ancora intensamente per trovare forme, punti di incontro, fra le maggioranze e le opposizioni, perché non stiamo facendo la casa di qualcuno ma stiamo cercando di dare risposte migliori per i nostri cittadini, che tutti, voi rappresentate.

Lo ripeto, è un progetto certamente ambizioso ma il suo valore e la sua necessità motivano la ferma determinazione nel renderlo concreto; oggi compiremo il primo passo di un percorso che – ne sono certo – con la collaborazione, con la sensibilità, con la modernità amministrativa ci porterà lontano.

E quello che realizziamo oggi – è bene dirlo – ha anche uno straordinario valore culturale ed ai problemi nuovi non possiamo rispondere con formule del passato…

Voglio chiudere questo mio intervento di apertura sottolineando un concetto importante… il percorso che avviamo oggi – dobbiamo esserne tutti consapevoli – ha il segno della speranza, è in qualche modo una scelta di coraggio ed audacia…  con la capacità di guardare oltre.

Quella capacità – ed è l’unica persona che intendo citare per ragioni evidenti a tutti – che contraddistinse il sen. Arturo Perugini quando volle dare concretezza ad una idea trasformatasi oggi in una grande città… Lamezia Terme nata da tre distinti comuni … noi non avviamo un percorso di fusione ma recepiamo quella logica e cioè comprendiamo che lo stare insieme, il programmare in comune, lo scegliere uniti rappresentano un valore aggiunto per ciascuno di noi ….

                  Grazie

          Domenico Maria Pallaria

 

 

DOTT. PIETRO PUTAME

 Sindaco di San Pietro a Maida      

Nel  riaffermare la mia soddisfazione per la svolta epocale che stasera ratifichiamo con l’insediamento del primo Consiglio dell’Unione dei Comuni “Monte Contessa”, per la ferma convinzione  sull’idea progettuale che l’Unione rappresenta: convergenza importante per la finalità che punta in modo preponderante a migliorare i servizi per la collettività e nella risposta ai  bisogni dei cittadini  in forma associata tra i 5 comuni.

L’Unione nasce, in tempi non sospetti, su un’idea lungimirante delle Amministrazioni Comunali di San Pietro a Maida, Curinga, Maida, Jacurso e Cortale, oggi ancor di più avvalorata e ratificata dalla normativa vigente che vincola gli Enti Locali nella gestione associata dei servizi inerenti: la gestione del territorio, l’ambiente, l’infrastrutture,la sicurezza sociale, i servizi alla persona e lo sviluppo economico integrato; ma anche per lo svolgimento di una pluralità di funzioni, quali l’integrazione dell’azione amministrativa fra i Comuni, da realizzarsi mediante la progressiva unificazione delle funzioni, dei servizi comunali e l’armonizzazione degli atti normativi e generali. Azione amministrativa tendente al costante miglioramento dei servizi offerti ed all’allargamento della loro fruibilità, alla rapidità e semplificazione degli interventi di sua competenza. Il tutto conformato ai principi della sussidiarietà, dell’efficacia, dell’efficienza e dell’economicità.

Un’idea progettuale con alla base una diversa organizzazione degli uffici che dovranno assicurare il perseguimento degli obiettivi programmatici stabiliti dai vari organi di governo locale. Per assicurare ciò, bisogna partire da subito con la formazione, puntando alla giusta  valorizzazione dell’apparato burocratico esistente, diffondendo la conoscenza delle migliori tecniche gestionali.

Infatti, le importanti finalità previste dall’art. 2 della Legge Regionale 24 novembre 2006 n. 15, non pensano solo alla modalità di adozione di programmi di riordino e di assetto territoriale, al sostegno tecnico ed amministrativo per la progettazione ma anche al funzionamento delle forme associative ed alla gestione condivisa di funzioni con la promozione di azioni formative del personale dipendente degli Enti Locali.

Naturalmente, insieme alla soddisfazione per la nascita dell’Unione, aumenta sempre di più in me la convinzione che questo sarà il volano di sviluppo dell’intero comprensorio di “Monte Contessa”, che per il futuro rappresenterà la via obbligata dei Comuni aderenti. Da ciò ne discende la considerazione che siffatto organismo  diventa giustificabile ed indispensabile per gli obiettivi principali che si vogliono raggiungere: essere più vicini ai bisogni del territorio e rispondere con incisività alle richieste della cittadinanza amministrata.

Infine, voglio ringraziare la Fondazione FIELD per il sostegno dato in questa fase di avvio e per quello che darà con l’azione di affiancamento e di animazione territoriale.

      Pietro Putame

 

Sindaco di Cortale

Dott. Francesco Scalfaro

Buona sera a tutti

Permettetemi di dare un benvenuto all’unica rappresentante femminile all’interno del consiglio dell’Unione L’avv. Maria Pellegrini, Facciamole un applauso e speriamo che in futuro la rappresentanza femminile all’interno dell’unione Monte Contessa si allargherà.

 Un saluto e un ringraziamento per la loro presenza e partecipazione a sua eccellenza il prefetto, all’On Lo Moro, all’Ass. Gentile, ai Consiglieri regionali Scalzoe e Magno alle forze dell’ordine a tutte le autorita’ civili, religiose e politiche presenti in questa sala consiliare.

Un saluto e un grazie al sindaco ing Pallaria per l’ospitalita’ che il comune di Curinga ci ha concesso sia in questa fase sia successivamente quale comune sede dell’unione.

Un ringraziamento ai segretari comunali dei cinque paesi costituenti l’unione per il lavoro prezioso fin qui’ svolto e per il  contributo  che hanno dato per l’istituzione dell’ Unione dei Comuni Monte Contessa.

Un grazie ai miei colleghi sindaci che piu’ di me hanno ideato e poi con il loro forte impegno politico ed istituzionale hanno creato le basi e contribuito successivamente in maniera determinante all’istituzione di questa unione.

Una scelta questa quanto mai opportuna ed in sintonia con lo spirito dei tempi, un unione  formata da centri che  oltre ad avere una forte continuita’ territoriale, hanno affinita’ linguistiche-culturali,  vocazioni, tradizioni e legami storici  si pensi all’antico Feudo di Maida di cui facevano parte nei secoli passati i comuni costituenti l’unione.

Centri che dispongono di un territorio  strategico che  così come affermato in altre occasioni dal sindaco di Maida e’ il baricentro della Calabria.

Comuni che hanno forti interessi economici e sociali in direzione del lametino, ed hanno sempre collaborato su più fronti insieme.

Comuni che hanno una popolazione di 18.500 abitanti ed un peso politico rilevante nei rapporti con  tutti i soggetti presenti sul territorio, e con i livelli istituzionali superiori.

E’ sulla base di queste considerazioni che nasce questa unione che consentira’ di creare maggiori garanzie di crescita economica sociale e culturale, piu’  tutela per le fascie deboli della popolazione,  miglioramento della competivita’ del sistema economico e produttivo, miglioramento come riportato all’art. 2 dello statuto della qualita’ dei servizi erogati, con lo scopo di ottimizzare tutte le risorse economico, finanziarie, umane e  strumentali presenti sul territorio.

 Gestire in forma associata migliorandone le sinergie degli  uffici, dei servizi, e delle funzioni,  programmando il tutto in modo unitario per dare risposte certe ai bisogni di tutta la comunita’ facente parte di questa unione.

Volevo infine fare solo una raccomandazione a noi sindaci e a tutto il consiglio dell’unione , senza nessuna vena polemica, raccomandazione che va intesa come stimolo all’azione sinergica di tutti noi .

Abbiamo creato sicuramente uno strumento forte, che può essere un volano di sviluppo economico, sociale e culturale, e’ necessario pero’ che non rimanga uno strumento di facciata o un carrozzone politico. Abbiamo l’obbligo istituzionale, morale e politico di riempirlo di contenuti con un progetto condiviso, continuando a coinvolgere nel percorso che ci siamo dati,  anche in maniera piu’ forte, tutta la popolazione, le forze politiche e sociali le forze economiche nonche’ il mondo associativo,  affinche’  i principi di giustizia, equita’ sociale, sussidarieta’ , policentrismo,  collaborazione, cooperazione ai quali l’unione si ispira vengano rispettati e costituiranno il percorso istituzionale dell’unione dei comuni monte contessa anche per le generazioni politiche future.

Volevo solo dire che il comune di Cortale già sta vivendo in pieno un percorso associativo insieme ai comuni di Girifalco, Borgia, Amaroni, Caraffa di Catanzaro, San Floro, Settingiano, infatti stiamo insieme redigendo il PSA  (piano strutturale associato) l’esperienza e  risultati ottenuti sono fortemente positivi anche in termini di confronto con altri enti : comune di Catanzaro, provincia e  regione  e anche in virtù di questa esperienza vissuta che sono sicuro che l’Unione raggiungerà gli obbiettivi  prefissati.

             Scalfaro

 

Sindaco di Maida

Dott. Natale Amantea

 

Un saluto particolare a tutte le autorità, che hanno voluto partecipare. Questo saluto che  io porto è un saluto di affetto e di calore, è un saluto che parte da questa comunità, nata centinaia e centinaia di anni fa. Questo comprensorio che va da Curinga ai confini di Marcellinara ha rappresentato e rappresenta, credo, la storia dell’umanità intera. Noi rappresentiamo oggi – e lo possiamo dire con estremo orgoglio – una delle prime popolazioni dell’intera Europa. E’ qui che sono nati i primi arnesi artificiali che il luogo naturalmente ha creato. E’ da queste parti che è passata tutta la cultura: bizantina, greca, romana. E’ passato da queste zone tutto il progresso; tutte le civiltà sono venute da qui. E allora noi oggi non diciamo che abbiamo dimenticato quella parte di storia passata, ma a noi il passato ci serve per costruire il futuro. E il futuro lo possiamo costruire così come stiamo facendo. Noi sedici anni fa, nel 1995, abbiamo costituito il cosiddetto Premio Letterario “Feudo di Maida”. E nell’invito che nel 1997 è stato diramato agli interessati abbiamo scritto testualmente così: “Il Premio Letterario “Feudo di Maida” nasce con l’intento di perseguire l’identità di promozione culturale che l’Associazione “La Lanterna”  ha posto alla base del suo Atto Costitutivo.  Il titolo “Feudo di Maida”, oltre a richiamare un periodo storico, circoscrive un’area geografica, l’ex Feudo, che, attraverso l’istmo di Marcellinara, passa per gli attuali Comuni di Cortale, Jacurso, Maida, San Pietro a Maida e Curinga. Intende rivalutare questo territorio, fortificato dalla lunga migrazione e dal forte popolamento umano e culturale che ne conseguette. Si propone altresì di risvegliare, nelle coscienze degli abitanti del territorio, interessi, curiosità, stimoli, nuove opportunità di scambio e conoscenza, necessari per i …., per avviare …. Di crescita e di rinascita. Ovviamente, per raggiungere questo obiettivo, si è realizzato il coinvolgimento del maggior numero possibile di energie in una visione moderna delle problematiche, lontano da qualsiasi retaggio di deleterio  municipalismo e da chiusure semplicistiche per riappropriarsi di un comune vissuto storico e della propria identità e di una rinnovata tensione morale e progettuale”.

E questo che noi abbiamo scritto quattordici anni fa, nel 1997, ebbene lo vogliamo ripercorrere oggi costituendo questa Associazione di Comuni che sono legati da grandi interessi. Io vorrei ricordare che la prima Scuola media, sorta nel dopoguerra, è nata a Maida. Curinga, Cortale, Jacurso e San Pietro convergevano su Maida. Quindi una comunanza di affetti e di interessi, di amicizia e di rapporti tali, che oggi non aggreghiamo con difficoltà le nostre popolazioni, ma invece le aggreghiamo con tutta la simpatia e con tutto l’amore passato, presente e futuro. Certamente è un compito difficile quello che ci accingiamo ad intraprendere. Noi riteniamo di essere, oggi, un’avanguardia: un’avanguardia che si pone alcuni obiettivi. Il nostro è un territorio molto importante (…) siamo nel Centro della Calabria, abbiamo il territorio più bello della Calabria, dove naturalmente  se le sinergie ci saranno tutte certamente riusciremo a compiere passi in avanti. La Città di Lamezia è una grande città che oggi deve non solo guardare a se stessa, ma deve guardare il suo entroterra. Io credo che così facendo, solo guardando in avanti, riusciremo a costruire un futuro migliore per i giovani che oggi veramente soffrono tanto, per i disoccupati che sono aumentati, per le donne che non trovano sbocco occupazionale, per gli anziani che vivono con pensioni di miseria. Credo che oggi è un momento di difficoltà soprattutto per gli enti locali, difficoltà che noi viviamo quotidianamente, dove la gente viene a bussare per avere un buono mensa, per avere un po’ di assistenza: cosa che non si verificava da tanti anni. E il federalismo o sarà un federalismo solidale, che voglia dare alle nostre colazioni un contributo, deve essere una mano che gli altri danno a questa terra, perché questa terra è stata sempre impoverita, le nostre risorse sono andate altrove, le nostre energie sono andate all’estero, al Nord Italia: ebbene oggi una ricompensazione in questi termini deve essere data alla Calabria, al Mezzogiorno, alla nostra terra. Abbiamo le condizioni oggettive perché naturalmente questo possa verificarsi. Spetta a noi – soprattutto ai giovani, ai quali va demandato il compito di innalzare la bandiera del progresso e della libertà – se saremo protagonisti di nuove occasioni di sviluppo e di occupazione, credo che faremo una cosa importante per le nostre famiglie, per i giovani e per tutti coloro che verranno. Io vi ringrazio, dobbiamo essere i primi a redigere un Progetti immediato che possa dare occupazione, sviluppo e serenità. Grazie.

 

Sindaco di Jacurso

Dott. Gianfranco De Vito

Signor Presidente del Consiglio, Signori Consiglieri,  

Prima di tutto desidero rivolgere a Lei Presidente, a tutti i consiglieri

un saluto affettuoso con l’augurio che quella che si è aperta oggi possa rappresentare una pagina che segni un radicale cambiamento rispetto al passato, in particolare, nei modi e nella qualità del confronto politico e dell’azione di governo, nell’interesse precipuo ed esclusivo dei nostri allargati territori.

 

L’aver pronunciato nel 2006 per la prima volta la formula di giuramento come Sindaco davanti a coloro che gli elettori hanno scelto come propri rappresentanti ha costituito per me un momento di commozione e nello stesso tempo di orgoglio.

 

Oggi nel 2011 sono naturalmente soddisfatto di trovarmi a reggere la responsabilità di un’amministrazione più allargata, questa volta con l’aiuto di un numero maggiore di consiglieri nei quali ripongo la mia piena fiducia e che ringrazio fin da ora soprattutto per avere accettato di condividere questo nuovo e gravoso impegno e, poi, per la fiducia personale che mi hanno voluto accordare nel designarmi quale Presidente dell’Unione.

 

Ringrazio quindi tutti coloro che sono qui oggi presenti, Autorità istituzionali, Politiche e militari, gli amici  Sindaci, e tutti coloro che mi hanno così inteso manifestare apertamente il loro appoggio, un ringraziamento che estendo anche a tutti quanti mi hanno personalmente sostenuto in questa nuova, stimolante e impegnativa avventura.

 

Ringrazio, in  particolar modo, tutti i cittadini dei Comuni dell’Unione perché a loro è rivolto il nostro impegno.

 

Sono e resterò aperto al dialogo, pronto ad ascoltare e a discutere con tutti, all’interno ed all’esterno, con  serenità e franchezza le proposte che perverrano in seno al Consiglio, nella consapevolezza che un concreto, leale  e quotidiano confronto  costituisce un utile pungolo per l’attività della Giunta ed uno strumento indispensabile di controllo e di indirizzo in cui si sostanzia la partecipazione democratica.

 

L’Unione dei Comuni “ Monte Contessa” nasce nel sistema delle autonomie locali della Repubblica Italiana e nasce, nel rispetto ossequioso dei valori della Nostra Carta Costituzionale, con una serie di obiettivi ambiziosi, concreti, che crediamo fortemente che possano essere da traino per una ripresa e uno sviluppo certo dell’economia dei nostri territori.

 

 L’obiettivo principale è sicuramente legato alla riorganizzazione e al miglioramento della qualità dei servizi erogati e delle funzioni svolte dai singoli Comuni.

 

Tutti noi sappiamo quali siano oggi le sfide per la nostra Italia, (quella finanziaria in primo luogo), per la Nostra Regione e per i Nostri Comuni ma tutti quanti sappiamo pure che dalle difficoltà si uscirà solo e soltanto attraverso una sana ed utile  politica.

 

Non è tempo di mezze scelte, di un passo in avanti ed uno indietro. 

 

E’ tempo di decisioni.

 

Da qui la scelta, questa nostra Scelta, di principio, prima di tutto e che presiederà d’ora in avanti  ogni altra scelta per i Nostri territori:

è la scelta e la volontà che manifesta a Tutti che è giunta l’ora di essere uniti, di condividere sforzi, energie ed imprese per risultare più forti e competitivi, più vicini ai bisogni dei cittadini.

 

Per questa tanto semplice quanto rivoluzionaria ragione, questo giorno è un evento storico per la Storia dei Nostri Comuni:

 

per la prima volta nella loro storia le amministrazioni locali di Cortale, Jacurso, Maida, san Pietrio a Maida e Curinga hanno deciso di percorrere, in modo stabile e continuativo, la strada della condivisione atraverso la forma istituzionale dell’Unione come elemento di crescita e di sviluppo dell’intero territorio, attraverso l’ottimizzazione dell’uso delle risorse economico-finanziarie, umane e strumentali sempre con lo scopo primario di contribuire a migliorare la qualità della vita dei propri amministrati.

 

Ci sarà bisogno dell’impegno di Tutti 

Tutti dovremo fare la nostra parte! 

 Sarà molto difficile, ma di certo la sfida vale la pena di lanciarla ..

Per parte mia lo farò !

Lo farò con uno straordinario gruppo di consiglieri e Sindaci, leali ed appassionati.

Su questa strada, per la risuscita complessiva del progetto, mi auspico di non incontrare mere e localistiche contrapposizioni ideologiche ma uomini e donne, opposizioni con le loro idee ed i loro progetti, capaci di confrontarsi sempre ed al di là di preconcette posizioni già date.. 

E quello che faremo, lo faremo con umiltà, con apertura alle proposte di tutti, ma certi di dover decidere come di certo faremo assumendoci in pieno l’onere di farlo con umiltà, dedizione, trasparenza.

 

Grazie 

 

  Consigliere Domenico Michienzi

di Curinga

Buonasera a tutti .

Un cordiale e rispettoso saluto alle Autorità  Politiche, Militari e Religiose  che hanno voluto essere presenti a questo significativo, importante e storico momento per le nostre comunità e per il nostro territorio.

Permettetemi innanzitutto di rivolgere la mia sentita solidarietà al Consigliere Regionale Mario Magno, oggetto nei giorni scorsi di un gravissimo e vile atto intimidatorio che come tale  va condannato fermamente .

Personalmente ho sostenuto e incoraggiato  l’istituzione dell’unione  Monte Contessa  intravedendo  in questa nuova Municipalità, la possibilità  di creare  le condizioni  necessarie e indispensabili per il raggiungimento del tanto auspicato  rilancio del nostro territorio  sotto l’aspetto politico, sociale, culturale occupazionale ed economico, possibilità non altrimenti raggiungibile da un solo comune.

Auspico che  come primo atto concreto questo Consiglio faccia , prima di prendere qualsiasi  iniziativa, una attenta seria analisi del territorio ,delle sue peculiarità e  delle varie situazioni dei singoli comuni individuandone i punti di forza e di debolezza in modo da poter  redigere progetti e proposte che saranno oggetto di discussione, di discussione proficua, di confronto di questo Consiglio per raggiungere poi  la massima condivisione possibile  sulle scelte e  sui progetti che si adotteranno.

L’Unione avrà successo ( e questo sarà il metro di valutazione) solo se avrà la capacità di fornire servizi migliori a costi più bassi, nuovi servizi - che singolarmente  i comuni non potevano offrire-,  ottimizzando i costi e la gestione del personale, acquisendo contributi ( Statali, Regionali  e comunitari ), acquisendo maggior peso nelle contrattazioni esterne , bloccando lo spopolamento dei nostri centri storici, riqualificando e dando  una nuova  destinazione d’uso agli  immobili di proprietà comunale e di altri Enti presenti sul nostro territorio, salvaguardando da speculazioni e deturpamenti  il territorio e l’ambiente, realizzando un  piano viario corrispondente alle  attuali esigenze,garantendo  più Sicurezza  ai cittadini con  un efficiente servizio di Polizia locale  attraverso  una fattiva collaborazione con le altre Forze dell’Ordine, e, non ultimo, svolgendo l’azione amministrativa  in  modo trasparente ed in pieno rispetto  della legalità.

Bisogna, a mio modesto avviso, avere fin da adesso piena consapevolezza dei rischi che si potrebbero correre se tutto questo non si dovesse concretizzare: ci troveremmo, ancora una volta, davanti all’ennesimo accumulatore di debiti, davanti al solito carrozzone politico di questo o di quel personaggio. Sarebbe un fallimento che non possiamo permetterci: le nostre future generazioni ce ne chiederanno conto.   

IL mio contributo sarà costante affinché  si instauri un confronto positivo  con  il Consiglio, con il presidente e  con la Giunta; seguirò una linea, costruttiva libera da condizionamenti, ostilità e pregiudizi.

Essendo stato eletto quale rappresentante delle minoranze presenti nel Consiglio Comunale del mio paese, Curinga, io mi farò carico delle istanze, delle proposte, dei suggerimenti che da esse verranno.

            Mimmo Michienzi

                                       

 

Consigliere Giovanni Davoli

di San Pierto a Maida


Presidente, consiglieri ringraziandola per la parola inizio la mia
riflessione partendo dal secolo scorso ma non di molto  50 anni fa.
Complimentandomi con l’elezione del nuovo presidente dell’unione cerco
di inziare una riflessione e un contributo Edward C. Banfield nel suo
libro The Moral Basis of a Backward Society del 1958 (trad. it.: Le
basi morali di una società arretrata, 1976), ha fatto uno studio
antropologico e sociologico che è molto attuale anche perchè dimostra
che alcune sue considerazioni ci devono far riflettere e molto. Inizio
questo mio intervento partendo da questo studio perchè nella nostra
società anche dopo anni di progresso prevale la teoria di Banfield
ovvero il familismo amorale. Cosa si intende per familismo amorale ?
Partendo dalla convinzione di Tocqueville che nei paesi democratici la
scienza dell'associarsi sia madre di tutti gli altri progressi, (da
questo assunto penso che il nostro percorso la decisione unanime di 5
consigli comunali va verso questa scienza e di questo ne siamo fieri).
ed attraverso lo studio di Montegrano un paesino della lucania,
l'autore arrivò a ipotizzare che certe comunità sarebbero arretrate
soprattutto per ragioni culturali.
La loro cultura presenterebbe una concezione estremizzata dei legami
famigliari che va a danno della capacità di associarsi e
dell'interesse collettivo. Gli individui sembrerebbero agire come a
seguire la regola:
"massimizzare unicamente i vantaggi materiali di breve termine della
propria famiglia nucleare, supponendo che tutti gli altri si
comportino allo stesso modo".
Sarebbe dunque questa particolare etica dei rapporti familiari la
causa dell'arretratezza. L'autore la denomino familismo amorale.
Familismo perché l'individuo perseguirebbe solo l'interesse della
propria famiglia nucleare, e mai quello della comunità che richiede
cooperazione tra non consanguinei. A-morale perché seguendo la regola
si applicano le categorie di bene e di male solo tra famigliari, e non
verso gli altri individui della comunità.
L'amoralità non sarebbe quindi relativa ai comportamenti interni alla
famiglia, ma all'assenza di ethos (etica) comunitario, all'assenza di
relazioni sociali morali tra famiglie e tra individui all'esterno
della famiglia.
Perchè quindi è importante unire le proprie forze proprio per non
cadere nella trappola di questa nostra maledetta cultura che ci fa
arretrare pensate che dalla regola generale l'autore derivò alcune
implicazioni logiche, che descriverebbero gli effetti di tale
comportamento specialmente riguardo la gestione del bene pubblico e la
vita politica:

nessuno perseguirà l'interesse comune, salvo quando ne trarrà un
vantaggio proprio;
chiunque, persona o istituzione, affermerà di agire nell'interesse
pubblico sarà ritenuto un truffatore;

solo i pubblici ufficiali si occuperanno degli affari pubblici, perché
pagati per farlo, i cittadini non se ne occuperanno e se lo facessero
verrebbero mal visti;
i pubblici ufficiali saranno poco controllati, perché farlo è affare
di altri pubblici ufficiali soltanto;

i pubblici ufficiali non si identificheranno con gli scopi
dell'organizzazione che servono, e i professionisti mostreranno una
carenza di vocazione o senso della missione; entrambi useranno le
proprie posizioni e le loro particolari competenze come strumenti da
usare contro il prossimo per perseguire il proprio vantaggio
personale;

il pubblico ufficiale tenderà a farsi corrompere, e se anche non lo
farà sarà comunque ritenuto corrotto;

non ci sarà alcun collegamento tra i principi astratti, politici o
ideologici, ed il concreto comportamento quotidiano;

la legge sarà trasgredita ogni qual volta sembrerà possibile evitarne
le conseguenze;
il debole vedrà con favore un regime autoritario che mantenga l'ordine
con mano ferma;

sarà difficile creare e mantenere una qualsiasi organizzazione, perché
ciò richiede una certa dose di disinteresse personale ed
identificazione e lealtà verso l'interesse dell'organizzazione;

non vi saranno né leader né seguaci, poiché nessuno sarà interessato a
sostenere l'impresa, tranne se motivato da interesse personale;

il voto verrà usato per assicurarsi vantaggi materiali di breve
termine, più precisamente per ripagare vantaggi già ottenuti, non
quelli semplicemente promessi;

oppure il voto verrà usato per punire coloro da cui ci si sente
danneggiati nei propri interessi, anche se quelli hanno agito per
favorire l'interesse pubblico;

gli iscritti ai partiti tenderanno a rivendersi a partiti più
favoriti, determinando l'instabilità della forze politiche. Anche
l'economia subirebbe conseguenze devastanti.

Se per migliorare le attività economiche occorrono investimenti e
mezzi che nessuna singola famiglia, ma solo un gruppo, può
permettersi, la mancanza di cooperazione tra non consanguinei
impedisce di fare quegli investimenti ed acquisire quei mezzi,
bloccando l'economia al minimo della sopravvivenza. L'intera
dimensione associativa risulterebbe danneggiata.


Sono delle riflessioni che oggi noi con questo primo consiglio
cominciamo a smontare e a riportare il progresso sociale economico e
culturale legato al diniego del familismo amorale.

Se ci pensate sono talmente puntuali queste deduzioni che solo noi
facendole nostre possiamo apportare una qualche modificazione alla
struttura sociale. Ecco perchè esprimo il mio più grande entusiasmo
per aver partecipato insieme a tutti voi a questa conquista della
società. L’unione fa la forza. L’unione dei Comuni quindi può e deve
essere un primo tassello della nuova cultura sociale e politica della
nostra comunità.

Oggi parte una nuova fase della società dei nostri territori. Una
società che si basa sull’unione degli interessi e delle prospettive
future. Ecco che l’unione è essenziale per guardare con positività al
futuro.

L’unione quindi serva ad un progetto che tende a rafforzare le nostre
singole forze. Come ho detto prima non serve il singolo e unico
interesse in un contesto molto più grande. Con la rivoluzione
informatica internet tutto il mondo è più piccolo e più competitivo e
quindi è importante che tutti si collabori per affrontare le sfide del
terzo millennio. Un comune non può avere la forza necessaria per
affrontare tutte le problematiche che la nuova struttura pubblica
pensata dal nuovo federalismo municipale ci consegna. E’ finito il
sistema dei trasferimenti in base al consuntivo dell’anno precedente
ovvero del costo storico ma entra prepotentemente il costo standard.
Noi tutti stiamo aspettando però i parametri dei costi standard non
solo per i costi relativi alla sanità o i lavori pubblici ma anche e
soprattutto i livelli standard assistenziali. Su questo ogni ente
locale va a toccare il vivo della società. L’unione dei comuni serve
per ottimizzare per rendere più competitivi i costi comuni. I costi
che ogni singola amministazione deve affrontare adesso si possono
conglobare e fare una buona economia di scala.
Si pensi alla manutenzione delle strade, della rete idrica e fognaria,
alle manutenzioni dei pubblici edifici e delle scuole alla gestione
integrata dei servizi e degli uffici. Un contratto unico per i servizi
telefonici al software con un unico server e un unico contratto
gestionale. Quanti vantaggi potrebbero nascere dall’unione di
interessi e non dalla competizione di interessi. Molti. Io che
rappresento un componente di minoranza nel mio comune sono pronto ad
apportare come tutti voi tutto il mio impegno e il mio studio per
contribuire con idee e proposte. Dopo questo consiglio ci spetta
approvare tutti i regolamenti che sono alla base del funzionamento
della stessa unione a cominciare da quello sul funzionamento del
consiglio dell’unione. Per far partecipare la popolazione dei 5 comuni
propongo di mandare on line ogni nostro consiglio con la procedura
tecnologica che è facilmente reperibile a costi molto molto bassi. Ci
sono da approvare una miriade di atti che sono propedeutici per il
funzionamento del sistema associativo qual è la nostra unione.
Riprendendo la mia prima parte mi rivolgo a tutto il consiglio facendo
un appello affinchè noi tutti valutassimo con molta attenzione la
richiesta di adesione alla nostra unione da parte della Città di
Lamezia Terme tramite lettera del proprio sindaco Gianni Speranza.
Non facciamo l’errore richiamato da Banfield non chiudiamoci e
mettiamo un cancello e delle delimitazioni. La forza sta nell’unione
non nell’egoismo del territorio. Se cosi fosse avremo una limitazione
nella prospettiva. Chiedo a voi sindaci dell’Unione è opportuno
iniziare un percorso di costruttivo dialogo con il sindaco di Lamezia
Terme ? Ricordo a tutti quanti che noi siamo sempre di più lametini
questo è il nostro territorio tutti i nostri interessi e tutte le
nostre attività ruotano attorno alla quarta città della calabria.
Non riconoscere questo dato di fatto è sorprendente. L’unione fa la
forza ma voi pensate che la forza di lamezia terme sarebbe stata tale
se fossero rimaste i  comuni di Nicastro Sambiase e Sant’Eufemia ? io
penso proprio di no la forza di Lamezia sta nel fatto che l’unione di
questi centri ha determinato uno sviluppo incessante dal 1968 ad oggi.
A novembre del 2009 la città di Lamezia Terme ha elaborato un progetto
integrato con anche Catanzaro di quasi 900 milioni di euro di progetti
e di lavori. Tutti finanziamenti regionali ed europei e anche privati
che dovranno modificare le strutture pubbliche e soprattutto i
servizi. Entrare nel contesto direttamente come unione dei comuni e
avendo nella stessa l’ente municipale più grande del territorio non
potrà che apportare un notevole valore aggiunto. Ma dirò di più avere
con noi una città come Lamezia alla luce del nostro statuto proprio
come è oggi impostato è solo miopia. Il sindaco di Lamezia ha lo
stesso potere decisionale del sindaco di Jacurso (per fare un
riferimento demografico vista l’enorme sproporzione) e questo non è
poco. Anche perchè avendo noi la maggioranza dei consensi avremo la
possibilità di fare progetti con l’assenso del comune di lamezia
terme. Penso che tutti quanti noi dovremmo fare una riflessione seria
e non metterla sul lato del localismo e del campanilismo. Se abbiamo
fatto l’unione l’abbiamo fatta perchè convinti che uniti si vince e se
uniamo ancora di più si vince ancora di più.
Anche se noi ed io siamo consiglieri della minoranza dei vari consigli
comunali il mio contributo positivo sarà sempre presente. Il bene
comune il bene che va oltre il familismo amorale è nel mio dna. Oggi
andiamo oltre quel familismo che ha portato arretratezza e basso
sviluppo. Viva il NOI viva l’essere insieme al nostro vivere
singolarmente e separati. Dialoghiamo e non chiudiamoci il primo passo
è fatto.

 
      Giovanni Davoli
 

 

 

 

 

www.curinga-in.it

 

 

 

 

 

 

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