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Curinga Ri-Vista attraverso la Storia, le Arti, la Cultura, le Foto, le Video Clip |
SEBASTIANO TIBURZIO SCIPIONE GULLO Farmacista e Priore del Carmine |
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Nacque a Curinga il 13 novembre 1874 Laureatosi in Chimica e Farmacia presso l'Università di Napoli, istituì la farmacia cittadina con una competenza tale da meritarsi diversi riconoscimenti ufficiali e, non ultimo, quello, sancito con Decreto, firmato dallo stesso Vittorio Emanuele III di Savoia, di fregiarsi della medaglia d'oro per meriti professionali, soprattutto per essersi distinto nella lotta alla malaria distribuendo alla popolazione, flagellata dall'anofele che infestava tutta l'area acquitrinosa della Piana di Sant'Eufemia Lamezia, il famoso “Antimalarico Gullo”, preparato personalmente nel suo laboratorio e somministrato in collaborazione con il Dottor Sebastiano Serrao, Ufficiale Sanitario del Comune di Curinga. Uomo religiosissimo, ricoprì per molti anni la carica di priore della Congregazione del Carmine contribuendo all'abbellimento della Chiesa di Sant'Elia, dotandola, tra l'altro, di opere d'arte e di suppellettili di pregio che ancora oggi vi si possono ammirare. Si dilettava a scrivere poesie, ma della sua produzione, che riteniamo cospicua, conosciamo solo “Li scieri” - i prototipi dei moderni “agenti del fisco” - che egli tratteggia con pungente, amara ironia. Si è spento, compianto da tutta la popolazione di Curinga, il 3 ottobre 1937. Il materiale ci è sto fornito gentilmente dal Prof: Martino Granata, che ringraziamo di cuore per la sua disponibilità ed il suo amore per la divulgazione di personaggi di Curinga , molti dei quali altrimenti rimarrebbero ignoti alle nuove generazioni. Inseriamo in questa sezione anche una delle tante poesie che Sebastiano T.S. Gullo scrisse. Ci riproponiamo di dedicare alle sue poesie uno spazio "ad hoc" Li scieri La matina a pprimu juarnu de li Russi a lu lampiuni si radunanu li scieri comu tanti vozzacchiuni.
Ndo Matteu lu primu arriva cu la flemma e la lindura e decreta a li colleghi a ccu ašpetta la tortura.
Mastru Vitu Catanzaru tuttu quantu mpaccendatu, dicia subitu: špignamu a ccu aviti decretatu.
L’arrabbiatu mastru Miliu pigghia appunti jestimandu e s’appunta a la libretta a ccu va sacrificandu.
Sopraggiunge de rincalzu lu novellu Michienzinu scieri astutu e ‘ntransigente cu lu messu de Gaudinu
Ed a passu cadenzatu si ‘nda partunu li scieri pe mmu pigghianu la preda comu cani de livrieri. |
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