legato profondamente a questo importante momento liturgico.
Curinga, 02 febbraio 2017
Nel pomeriggio di oggi 2 febbraio 2017, appuntamento al tempietto della Madonna del Carmine, dove padre Franco Granata e don Pino Fazio, hanno iniziato la liturgia con l'accensione e la benedizione delle candele. Poi in processione ci si è avviati verso il Santuario del Carmine dove è stata concelebrata la Santa Messa. Il significato dell' accensione delle candele e della ricorrenza della Candelora è racchiuso in questo episodio che riportiamo .
Secondo
il Vangelo
di Luca, all’anziano
Simeone fu predetto che sarebbe morto solo dopo
aver potuto vedere il Messia. Il vecchio,
presente al tempio al momento dell’arrivo della
Sacra Famiglia, avrebbe preso tra le braccia il
neonato Messia ed intonato un’invocazione: “Ora
lascia, o Signore, che il tuo servo vada in
pace secondo la tua parola, poiché i miei occhi
hanno visto la tua salvezza, preparata da te
davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le
genti e gloria del tuo popolo, Israele in cui
Gesù è associato ad una luce in grado di guidare
e illuminare le menti e gli
animi dell’uomo”.
A questo punto ci sembra opportuno e doveroso da parte nostra, che cerchiamo di valorizzare e far conoscere i tanti aspetti positivi e le tante vicende che hanno fatto la storia di Curinga, dare ampio risalto, all’ evento miracoloso che oltre cento anni fa ha coinvolto l’attuale Santuario del Carmine e tutta la comunità curinghese.
Era il 2 febbraio 1909 Solennità della Candelora prima messa della mattina ore 07,30
Il Miracolo
Alcune delle notizie che abbiamo sono tratte dal volume “Itinerari Calabresi” di Cesare Cesareo e riportiamo per come sono state pubblicate:” Il quadro ((di Cesareo Natale Pio) rappresenta la purificazione al tempio con Simeone che consegna il Bambino Gesù alla Madonna . È stato offerto
dall’artista per voto dopo che un fulmine caduto sul campanile è arrivato al punto dove attualmente è situato il quadro senza arrecare notevoli danni ai fedeli che assistevano alle funzioni religiose”.
Attualmente le scarne notizie che abbiamo sono riferite oralmente da persone anziane alle quali i loro genitori e parenti le hanno raccontate per essersi trovate presenti al momento dei fatti.
Il 2 febbraio del lontano 1909 durante la Santa Messa celebrata dall’ Arciprete Currado un forte temporale accompagnato da vento, pioggia scrosciante, fulmini e saette si abbattè su Curinga e sul circondario (tempesta che solo chi vive a Curinga può immaginare). Improvvisamente, un fulmine attraverso il campanile entra nella chiesa illuminata fiocamente dalle candele, una luce accecante ed un rumore spaventoso attraversano la chiesa, in un attimo i presenti terrorizzati restano sbigottiti e inermi di fronte ad un evento inaspettato e tanto violento. Molti si ritrovano a terra tramortiti, altri si accorgono con sgomento di avere i vestiti o gli scialli bruciacchiati, rendendosi conto di essere stati sfiorati da un fulmine, il quale dopo aver percorso la Chiesa in lungo ed in largo, uscì dal muro lasciando solo un foro. Cerchiamo di immaginare lo stato d’animo delle tante persone che sono miracolosamente rimaste illese, pur investite da una forza che avrebbe potuto, non solo provocare ingentissimi danni materiali, ma seminare morte tra i devoti. Il parapiglia , il terrore, lo stupore, si sciolsero in gratitudine verso la Santa Vergine del Carmelo che ha volle salvare le persone riunite in quel tempio dedicato a Lei. Dopo questi fatti prodigiosi, trascorsero 43 anni fino a quando, con bolla Papale di Pio XII, Parroco pro tempore Don Antonio Bonello, Priore della Confraternita Antonio Panzarella, la Chiesa dedicata alla Madonna del Carmine fosse elevata a Santuario, era il 16 luglio 1951.
Prima di chiudere questo breve e sicuramente lacunoso racconto, ricordiamo che nel 1909 fu stilato un elenco con i nominativi delle persone che in quel giorno assistettero al prodigio e furono miracolati dalla Beata Vergine del Carmelo. Tale elenco fu appeso successivamente al quadro del Cesareo.
Cesare Natale.Cesareo
Proverbio
Da' Candalora, cu non ava carni
s'impigna a figghjiola.