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CARCHEDI ( UMG ) Un tempo le donne sopportavano e denunciavano  , oggi denunciano ma spesso si ritrovano ad essere lasciate sole

 

 

Curinga, 25 novembre 2016

 

 

Nota stampa di Damiano Carchedi , già Rappresentante e Coordinatore della Consulta Studenti del dipartimento di Scienze Giuridiche,Storiche,Economiche e Sociali dell’Università di Catanzaro e componente della compagine universitaria “ INSIEME “

 

Oggi ,  25 novembre  , è stato scelto nel 1999 come Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne dall’Assemblea Generale della Nazioni Unite.

Soprattutto in questa giornata ci occupiamo di donne maltrattate , uccise , sfruttate. Donne massacrate dai propri compagni , dalla furia omicida di chi diceva di amarle. Oggi si decide di aumentare l’attenzione , soprattutto a suon di post sui social , sul tema della violenza che interessa sempre più spesso le donne , donne che hanno trovato la morte per mano del proprio compagno.

Al lungo elenco , di donne uccise ,  corrisponde un volto . In questi volti si susseguono visi ignari del destino che le attende , si intravedono sorrisi , occhi speranzosi. In altri volti si intravede il viso cupo , si notano occhi pieni di tristezza come un presentimento sul destino che le attende.

Quasi tutte hanno in comune una cosa : sono state tradite , tradite da chi diceva loro di amarle : chi accoltellata , chi bruciata , chi strangolata.

E’ stata coniato un nuovo termine , il termine FEMMINICIDIO, che a tanti non piace ma che sta a significare che la donna è uccisa non in quanto persona ma in quanto Donna.

Ogni giorno assistiamo a notizie che raccontano di maltrattamenti , delle  diverse forme di violenza , degli abusi , di minori che sono obbligati ad assistere alle violenze familiari , di donne uccise dal proprio partner e spesso di denunce mai ascoltate.

Un tempo le donne sopportavano e denunciavano  , oggi denunciano ma spesso si ritrovano ad essere lasciate sole , dalla giustizia e dalla società. C’è bisogno delle certezza della pena , c’è bisogno di capire che l’amore è una cosa , il possesso è tutt’altro. Chi uccide non lo fa per amore ma per non permettere più di amare alla vittima.

 

Spesso le donne non denunciano la violenza subita. La violenza non nasce dall’oggi al domani .

La violenza è una modalità di oppressione,  ha varie forme , abbiamo la violenza fisica che lascia il segno , poi abbiamo la violenza psicologia che lascia ancora più strascichi , che porta la donna ad essere umiliata , a credere di non valere. Poi abbiamo la violenza sessuale , violenza economica , violenza domestica che resta nella paura , nella solitudine , resta tra le mura. Abbiamo la sindrome della donna maltrattata che porta a una negazione , quindi non si denuncia per il bene dei figli , perché economicamente non può uscire dalla relazione e tende a giustificare , quindi si entra nel CICLO DELLA VIOLENZA , dove uno ha il potere e l’altro subisce.

 

Soprattutto in giornate come questa bisogna non solo riflettere ed essere sensibili a colpi di slogan sui social , ma bisogna riflettere sul fatto che soltanto un’inversione di cultura , un reinserimento dell’aspetto civico nei banchi di scuola , una pena certa senza sconti , non nuove leggi che poi non vengono applicate , possono ridare valore a quello che oggi è la donna e farla sentire davvero più tutelata.

 

Cultura , società civile e magistratura possono sconfiggere , unite ,  questa escalation di eventi che ci portano davanti , ogni giorno , un quadro sconcertante che deve , però , fare urlare l’indignazione non solo sui media ma in modo concreto , non lasciando sole queste donne che spesso diventano prigioniere nonostante il reato lo subiscano. Chi ha il coraggio di denunciare ha bisogno del supporto della società civile e della giustizia , la giustizia deve condannare chi cagiona un danno , senza attenuanti , e – soprattutto-  deve accellerare l’iter onde evitare che si trascini per anni un processo per poi vederlo prescritto.

 

E non si faccia mai l’errore di giustificare “ Si , ma hai visto come era vestita… “ . La violenza non si giustifica MAI. Ognuno ha il diritto di vestire come vuole , nessuno ha il diritto di mettere le mani addosso a nessuno.

 

No alla violenza , non solo oggi , no alla violenza in tutti i giorni dell’anno.

 

Damiano Carchedi , già Coordinatore della Consulta Studenti del dipartimento di Scienze Giuridiche,Storiche,Economiche e Sociali dell’Università di Catanzaro e componente della compagine universitaria “ INSIEME “

 

 

 

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

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