"Il centro storico e la sua riqualificazione!"
Curinga, 23 dicembre 2015
Alzi
la mano chi, partecipando ad un
convegno, un pubblico incontro o
anche solo a una riunione
informale sulla valorizzazione
delle risorse del nostro
territorio non ha mai sentito
queste parole, diventate, negli
anni, a furia di pronunciarle,
uno slogan trito e ritrito,
senza più neanche troppa presa
né credibilità nell'uditorio.
Senza dimenticare lo spazio riservato al tema
nelle campagne elettorali,
durante le quali, al grido di
"bisogna fermare il degrado e
l'abbandono del nostro paese",
ogni candidato ha sempre
promesso di prendere un impegno
serio in direzione della tanto
agognata riqualificazione del
centro storico.
Tante buone intenzioni senza concretizzazione,
solenni promesse, quasi sempre
disattese, ricerche e progetti
volti alla tutela di un
patrimonio ereditato dal
passato, hanno solo accresciuto
un sentimento di sfiducia nella
possibilità di un reale
intervento verso l'obiettivo
auspicato.
A ciò si aggiunga il problema dello
spopolamento, che ha contribuito
ad accrescere l'incuria del
centro storico per la mancanza
di interventi di manutenzione e
di conservazione del patrimonio
edilizio con effetti tristemente
visibili.
Nella passata legislatura, circa il centro
storico, era stata adottata una
scelta, condivisa ampiamente
all'interno del consiglio
comunale, di aderire ai pisl,
nello specifico a quello
denominato "borghi di
eccellenza", con l'obiettivo di
intervenire su una pur
circoscritta ma importante parte
del centro storico di Curinga
riguardante il rione S. Giuseppe
e Palazzo Bevilacqua.
Oggi, quella scelta ha portato a un risultato
di tutto rispetto, dal momento
che l'area antistante a palazzo
Bevilacqua è stata pavimentata
(si può più o meno condividere
l'estetica della pavimentazione
ma è sicuramente un passo avanti
rispetto allo stato precedente)
e la facciata del Palazzo è
stata valorizzata da
un'illuminazione pensata, con
competenza, per esaltare, in
maniera essenziale ed efficace,
le peculiarità architettoniche
della struttura.
Allo stesso modo, altri luoghi simbolo del
nostro paese, potrebbero essere
dotati, in maniera permanente,
di un'illuminazione simile,
volta, oltretutto, a sottrarli
da un buio che fa persino
dimenticare che esistono.
Le terme romane di Acconia, in questo senso,
hanno già dato prova, seppure in
occasioni isolate, di quanto una
illuminazione scenografica possa
contribuire a valorizzarle.
Stesso discorso per il monastero
di S.Elia vecchio.
D'altra parte, iniziative come quella di
qualche mese fa del Fai marathon
hanno dimostrato quanto
interesse,coinvolgimento ed
entusiasmo possano suscitare i
nostri tesori se non vengono
abbandonati a loro stessi.
Naturalmente, come già scritto da Cesare
Cesareo in riferimento a Palazzo
Bevilacqua, questo tipo di
lavori deve essere solo il primo
di una serie, se si vuole
procedere in direzione di un
completo recupero delle opere e
dei luoghi nei quali insistono.
Intanto, con l'emozione di chi è nato ed ha
vissuto la sua infanzia proprio
nel rione dove spicca Palazzo
Bevilacqua, guardo e saluto con
sincero compiacimento a quello
che ritengo un primo, piccolo,
ma importante passo per
restituire dignità a un centro
storico finora totalmente
dimenticato.
Curinga 23.12.2015
Mimmo Michienzi