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Primo Maggio

 

Curinga, 00 maggio 2014

Primo Maggio, la festa dei Lavoratori, la festa del Lavoro. Una festa, per come la conosciamo, colorata e partecipata, dove i lavoratori si incontrano in piazza per passare una giornata insieme, una giornata di orgoglio nella quale si riaffermano, una volta di più, i propri diritti e la voglia di migliorare la condizione di sè stessi e della società nel suo insieme. E' una festa antica quella del Primo Maggio, una festa nata già nell'Ottocento proprio con la finalità di istituire una giornata di lotta internazionale per tutti i lavoratori del mondo, senza distinzioni nè barriere geografiche o sociali. Ma il Primo Maggio non è, e non può essere, solo la festa dei lavoratori tout court, è anche inevitabilmente una festa politica, politica nella misura in cui è una festa gemmata dalla tradizione e dalle lotte del movimento operaio e socialista internazionale. Nacque in un contesto, quello della metà dell'Ottocento, durante il quale i movimenti operai iniziavano con forza a proporre rivendicazioni per le otto ore di lavoro, fino ad arrivare alla data storica del settembre 1866, quando il Congresso di Ginevra dell'Associazione internazionale dei lavoratori, meglio nota come Prima Internazionale, la rivendicò per tutti i lavoratori del mondo, senza barriere appunto.

Il primo "Primo Maggio" della storia fu dunque quello che si festeggiò nel 1867 nell' Illinois, Stato americano dove in quella data entrò in vigore una legge per la giornata lavorativa di otto ore. Dato che molti degli imprenditori e degli industriali dell'Illinois, come era prevedibile, non accettarono tale legge, gli operai scesero in piazza a Chicago in diecimila, formando il corteo più grande mai visto fino ad allora. Fu però nel 1892 che la Seconda Internazionale rese permanente la celebrazione del Primo Maggio, divenuta a quel punto un simbolo della rivendicazione di solidarietà dei lavoratori di tutto il mondo. Dopo un secolo e mezzo di lotte le conquiste realizzate dal movimento socialista e operaio mondiale per quanto riguarda la condizione dei lavoratori sono state immense, anche se solo in alcune parti del mondo. Oggi però, nel 2012, ci troviamo di fronte a una crisi sistemica del sistema economico che ha fatto sprofondare l'Europa, con l'Italia in prima fila, nel baratro della recessione. Mai come oggi i diritti e le condizioni dei lavoratori sono messe in discussione, e sull'altare del profitto e della ripresa economica anche le leggi rischiano di venire stravolte, vedi l'assalto all'articolo 18 e alle pensioni operato dal governo.

Mai come oggi in Italia la forza dei sindacati sembra divisa e priva di mordente e prospettive comuni, e il lavoro nero e gli infortuni sul lavoro continuano a farla da padrone, al punto che parlare di una vera e propria "emergenza lavoro" italiana non sarebbe, purtroppo, fuori luogo. Sembra quasi che, con il pretesto della crisi, siano proprio i diritti faticosamente acquisiti da decenni di lotte da parte dei lavoratori i primi a essere smantellati, come se l'assunto "meno diritti-più lavoro" fosse diventata la parola d'ordine di un intero sistema politico e di organizzazione della società. Con una disoccupazione galoppante (9,7% all'aprile 2012), e con quasi 1,5 milioni di ragazzi che hanno smesso di studiare e non riescono a lavorare, questo Primo Maggio sembra avvolto da una cappa strana, che non si percepiva da anni. Sembrerebbe che ci possa essere davvero ben poco da festeggiare, invece è proprio quando la situazione si fa più drammatica per il lavoro e i lavoratori che la festa del Primo Maggio assume un'importanza speciale. In questi casi questa ricorrenza deve infatti diventare il momento per riflettere sulla situazione e rivendicare a gran voce i diritti che vengono conculcati da scelte che non sono mai irreversibili e immutabili, ma che possono essere modificate mediante proposte alternative. Il Primo Maggio, è giusto che scendano in piazza accanto ai lavoratori anche coloro che il lavoro non riescono nemmeno ad ottenerlo, privati quindi della possibilità di realizzare sè stessi all'interno della società, e troppe volte ingiustamente criminalizzati. Insomma, una festa per i lavoratori e per il lavoro, nella speranza che la politica e il governo siano in grado di ascoltare il grido proveniente dalle piazze d'Italia.

Tratto da : www.ArticoloTre.com

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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