La pace come cammino.
Curinga, 00 agosto 2014
I conflitti moderni stanno diventando sempre più cruenti, colpiscono sempre di più le popolazioni civili e i mass-media, con le loro informazioni al servizio dei vari interessi e potentati, orientano le opinioni pubbliche mondiali. Che cos’è la pace? A questo proposito voglio riportare quanto scriveva Don Tonino Bello:
“Occorre forse una rivoluzione di mentalità
Per capire che la pace non è un dato, ma una conquista.
Non un bene di consumo, ma il prodotto di un impegno,
non un nastro di partenza, ma uno striscione di arrivo.
La pace richiede lotta, sofferenza, tenacia
Esige alti costi di incomprensione e sacrificio.
Rifiuta la tentazione del godimento
Non tollera atteggiamenti sedentari
Non annulla le conflittualità
Non ha molto da spartire con la banale “ vita pacifica”
Si, la pace prima che traguardo è cammino.
E, per giunta, cammino in salita.
Vuol dire allora che ha le sue tabelle di marcia e i suoi ritmi,
i suoi percorsi preferenziali e i suoi tempi tecnici, i suoi rallentamenti e le sue accelerazioni
forse anche le sue soste.
Se è così occorrono attese pazienti
E sarà beato, perché operatore di pace, non chi pretende di trovarsi
All’arrivo senza essere mai partito, ma chi parte
Intravedendo gioiosamente un obiettivo
Anche se mai- su questa terra s’intende- pienamente raggiunto”.
Una scienza per la pace è stata costruita negli anni Settanta- Novanta dai Peace Researchers, nell’International Peace Research Association ( Ipra ) che riunisce scienziati ed educatori di tutto il mondo sui temi della pace, nonviolenza, soluzioni dei conflitti, oltre che sui temi della giustizia, l’ambiente, l’educazione e le religioni. L’Ipra è nata dall’intuizione di alcuni grandi teorici della pace come Johan Gatung, Elise Boulding e altri. Le sue commissioni coprono molteplici settori: l’educazione alla pace, la cultura, la comunicazione, la risoluzione di conflitti, i diritti umani internazionali, il disarmo, la riconciliazione,i popoli indigeni…… Molti dei loro scienziati sono mediatori in numerosi conflitti internazionali. Esiste anche una sezione italiana ( Ipri) che, nei suoi convegni, fa incontrare e scambiare esperienze fra i ricercatori di tutto il mondo. Non bisogna dimenticare, a questo proposito, personaggi come don Lorenzo Milani, Ernesto Balducci, Danilo Dolci, don Tonino Bello per la loro inestinguibile speranza nell’uomo e nella pace. Ci hanno lasciato un messaggio indelebile che costituisce, oggi, il fondamento per tutti coloro i quali si vogliono occupare della costruzione della pace nel mondo.
Mimmo Curcio
Una brevissima nota per ribadire quanto sopra, ma soprattutto quanto nel mondo si spende jn armi e non si investe per il disarmo. Complessivamente
le spese globali sono state di oltre 1750 miliardi di dollari, il 2,5% del Pil mondiale. Se si considera il dato in euro (1.330 miliardi), ci si rende conto che nel mondo si spende in armi una cifra paragonabile al valore dell'intera economia italiana.
la redazione www.curinga-in.it