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Madre VINCENZINA FRIJIA MADRE GENERALE DELL'ORDINE FRANCESCANE DEL SIGNORE
Ancora bambina viene mandata a Montesoro, fraz. Di Filadelfia, dove, in casa dello zio Arciprete Vincenzo Frijia, inizia uno straordinario cammino di «formazione alla santità. Con Lei c'è, oltre lo zio arciprete e la zia Isabella , sua cugina Maria Frijia, madre dello scrivente. Due anime che avvertono in pienezza la chiamata ad essere "Eco dell'Amore di Dio". L'una protesa verso la vita religiosa, l'altra, su consiglio successivo della prima, verso la vocazione familiare. Bellissima oltreché gentile e di temperamento gioviale, Vincenzina conduce una vita serena e spensierata con spiccato amore per la musica ed il canto, tanto da essere chiamata dallo zio ” il mio usignolo” . Cresciuta negli anni, ricorderà sempre quei tempi e ne farà tesoro per mostrare a tutti che è possibile vivere la gioia cristiana come dono da offrire a chi è solo e sfiduciato. Forte di questa gioia Isabella soccorre i poveri ed i bisognosi. Cosa che farà per tutta la vita , sia in Italia che all' estero quando andrà in Brasile ed in Francia per visitare le prime Case della Congregazione alla quale poi apparterrà. A 18 anni , quando indossa il saio francescano per entrare nell'Istituto delle Suore Francescane del Signore, a Caltanissetta, ha già alle spalle un intensa preparazione spirituale ed una volontà decisa di abbracciare la vita religiosa. Lo aveva già dimostrato qualche anno prima. A Curinga in mezzo alle consorelle della Confraternita dell'Immacolata. A Montesoro e ancora a Curinga , dove ebbe la fortuna di incontrare la Fondatrice dell' Ordine delle Francescane del Signore della città, Madre Immacolata La Paglia, in visita alla prima casa aperta in Calabria nel 1934, su espresso desiderio dell'allora Vescovo di Nicastro Mons. Eugenio Giambro. Decide senza indugio di entrare in Congregazione e una notte, come dirà lei stessa , le appare in sogno San Francesco D'assisi che, a conferma della sua vocazione , le sussurra:" entra , entra tra le suore Francescane del Signore". Il 24 Novembre del 1934 inizia il postulantato e il 29 Ottobre 1935 indossa l'abito. Nel ricordino farà stampare queste sue frasi:" Che Ti renderò o Signore , per la grazia si grande che mi concedi?" ed ancora :" Spogliata degli abiti del mondo e rivestita del prezioso saio di penitenza vivrò solo per Te !". Dopo due anni di intensa formazione, il 2 Dicembre 1937 emette i voti solenni dinanzi al Vescovo Mons. Giovanni Jacono . Giorno 4 Ottobre del 1943, festa di San Francesco D'Assisi emette quelli perpetui. Dal quel momento è tutto un incalzare di fervente apostolato a favore di quanti le chiedano "ragione della sua fede\o i poveri, gli ammalati, verso le consorelle che educherà , da maestra delle novizie , in maniera del tutto straordinaria. Tutte le suore che la ricordano in veste educativa ne avvertono ancora un esaltante fascino di spiritualità. A partire dall' attuale Superiora Generale della Congregazione , Madre Celestina Dinarello . E assieme a lei, Madre Giacinta Cammarata e Madre Arcangelina Guzzo. Suor Vincenzina vive in pienezza la chiamata alla Santità. Soccorre i militari feriti quale crocerossina durante il conflitto mondiale. Quando verrà il Capo dello Stato in Sicilia per visitare l'ospedale militare di Caltanissetta, Madre Vincenzina e pronta ed operosa nelle corsie dei malati. Gioviale e discreta, entusiasta e mite, si mostra sempre disponibile nel servizio e nella missione propria di una religiosa di altro tenore morale ed umano. Ci vorrebbero fiumi d'inchiostro per narrare quanto Suor Vincenzina, nella sua breve esistenza, ha realizzato in assoluta umiltà ed obbedienza al suo carisma. Certo è che Madre Vincenzina ebbe la stima e l'affetto di tutta la Congregazione che l'annoverò per più anni come segretaria generale e poi come vicaria generale. Fu l'intuizione dell'allora Superiora Generale Madre Annina Ragusa a sostenerne fortemente l'elezione a terza Madre Generale . Erano gli anni del Concilio Vaticano M° e quella nomina veniva proprio a cementare un impegno a continuare in sintonia con le novità di una Chiesa che si rinnovava nelle linee pastorali e nella presenza nel mondo. L'umile Suor Vincenzina fu ali' altezza della chiamata, superando ogni attesa ed ogni previsione. Da Madre Generale portò avanti il Carisma del Fondatore PADRE ANGELICO LIPANI , il cappuccino santo di Caltanissetta, con una chiarezza ed una lungimiranza che , ancora oggi a distanza di oltre trent’anni, sanno dell' eroico . Ed eroica fu Madre Vincenzina. Nonostante le precarie condizioni di salute, pur giovane Suora, girò tutta la Congregazione. Dal Brasile alla Francia, preparando una strada oggi fiorente verso le Filippine e la Bolivia. Il tutto in appena due anni e quattro mesi di generalato. Anni di instancabile attività missionaria e culturale. Per suo merito vengono ottenute le parifiche per le scuole gestite dalla congregazione e si aprono nuove case in Sicilia ed in Brasile. A Caltanissetta viene ottenuta la parifica dell' Istituto magistrale esistente presso la Casa Madre (oggi Centro Studi). A Rio De Janeiro viene inaugurato l'Istituto Francisca Paula Sempre in Brasile vengono aperti due orfanotrofi e due ospedali A Caltanissetta Madre Vincenzina realizza L'Aspirantato; inizia e porta quasi a termine una grande Casa di accoglienza, adibita oggi anche quale Centro per Ritiri Spirituali e Convegni. Madre Vincenzina passa come una meteora. E' luminosissima. Guizza veloce nel firmamento,guarda verso la terra e punta all' Infinito. Poi riparte e sembra sparire. Alle quattro del 21 Giugno 1966 viene colpita da un' embolia. Dopo un breve ed apparente tranquillo decorso del male il sette luglio Suor Vincenzina vola in cielo ai quali ,prima di morire aveva promesso di offrire ogni sofferenza e tutta se stessa al Signore ed al Papa. Una serie di circostanze e strane coincidenze mi legano a quell’ avvenimento. Avevamo telefonato a Caltanissetta perché l'allora Arcivescovo di Fermo, Mons. Norberto Perini desiderava la presenza delle Suore Francescane del Signore in una Cllnica privata di recente costruzione. Appurammo , con sgomento, della malattia di Madre Vincenzina. Lei stessa però tramite una suora , ci rispose che avrebbe fatto di tutto per accontentare il Vescovo e il bravo medico proprietario della clinica. A telefonare era stata mia madre sua cugina ed inseparabile amica durante gli anni della fanciullezza. La stessa Madre Vincenzina, in più di un occasione e in alcune lettere, che conservo gelosamente, ricorda con particolare affetto quegli anni. Mia madre morì, dopo alcuni anni, con la stessa malattia di Madre Vincenzina e allo stesso orario. Qualche giorno prima il ventitre Maggio 1966, Madre Vincenzina aveva incontrato personalmente Paolo VI, in occasione del consueto Convegno Nazionale delle Superiori Generali. Quel gesto continuava a suggellare il suo incondizionato amore alla Chiesa. Ai funerali .celebrati in maniera solenne nella Cattedrale di Caltanissetta, c'era un immensa folla. Tutti i sacerdoti della diocesi assieme a tanti altri venuti dall'intera Sicilia e dalla Calabria. Alcuni Vescovi, autorità e popolo, tanto popolo. Centinaia i telegrammi di cordoglio. Quello del Papa e del Cardinale Ruffini .Arcivescovo di Palermo e Protettore della Congregazione. In quei giorni, nel giardino e sulle terrazze della Casa Madre, fioriscono improvvisamente i crisantemi. Inconsueto per il mese di Luglio. E l'Istituto è inondato di un intenso profumo. Con animo trepidante e riconoscente guardo anch'io alla figura cristallina di questa eccezionale religiosa. Ne colgo ancora i tratti buoni e gentili che mi infondono serenità e speranza. Ma soprattutto ne avverto il calore spirituale che mi fa dire, assieme a quanti l'hanno conosciuta e non, che le creature risuonano come" Eco dell'Amore di Dio". In special modo quelle che, come Madre Vincenzina, Vivono totalmente in Lui.
Madre Vincenzina Frijia veglia sull' intera Congregazione delle Suore Francescane del Signore. In Italia, Brasile, Filippine, Bolivia, Francia, Tanzania. E il suo cuore e' li dove c'è bisogno di conforto, di preghiera. Fedele Sposa di Cristo e calabrese autentica. Vanto di Curinga e Figlia illustre di questa nostra antica Diocesi.
Vito Cesareo
Tratto da “Eco dell' Amore di Dio”
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