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Abadessa | Acciarello | Archi |
Ardore | Ardore Sup. | Armi |
Bagnara Calabra | Bianco | Bova |
Bovalino | Bovalino Marina | Brancaleone |
Bruzzano | Calanna | Cannitello |
Canolo | Cardeto | Careri |
Casignana | Castellacce | Caulonia Antica |
Caulonia Moderna | Cinquefrondi | Cittanova |
Condoianni | Casoleto | Delianuova |
Donis | Drosi | Fiumara |
Gerace | Gioia Tauro | Gioiosa J. |
Grotteria | Lazzaro | Laucopetra |
Locri | Locri Moderna | Mammola |
Marina di Gioiosa | Medma | Melito Porto Salvo |
Monasterace | Mosorrafa | Motta S.Giovanni |
Oppido Mamertina | Palepolis | Palizzi |
Palmi | Pavigliana | Pentadattilo |
Placanica | Polistena | Ravagnese |
Riace | Riace Marina | Roccella Jonica |
Rosarno | Salice Joniche | Samo di Calabria |
S.Giorgio Morgeto | S.Giovanni di Gerace | S.Gregorio |
S.Stefano d'Aspromonte | Scilla | Seminara |
Siderno Marina | Spartivento | Stignano |
Stilo | Villa S.Giovanni | Zephyrion |
Abbadessa (in agro di Portigliola):
Zona
archeologica - Avanzi della cortina dell’antica Locri (sec. VI a. C.)
Acciarello (Frazione di Villa S. Giovanni):
Zona
archeologica: reperti archeologici vari, ascrivibili ad età classica. Nel
fondale marino, relitti di naufragio di una nave oneraria antica (500 a. C.) con
frammenti di statue marmoree e bronzee ed altre interessanti reliquie.
Archi (Fraz. di Reggio Cal.):
Zona
archeologica: presso la collina S. Francesco, ritrovata una mandibola infantile
di tipo Neanderthaliano analoga a quella di Devil’s Tower (Gibilterra). In
giacimento stratigrafico wiirmiano, recuperati anche resti ossei di fauna
satinata, tra cui un frammento di tibia di Alca Impennis L. (uccello marino
palmato)
Ardore Marina:
(ant.
Ardurium maritimum?)
Zona
archeologica: in contrada Giudeo Salice, Filici, S. Biase e Fossia; reperti
archeologici di età greca, romana e paleocristiana (notevole un sigillo egizio
sfingiforme fittile) alcuni vasi di bronzo e di ferro e alcune ceramiche
vascolari.
Tempietto
Greco (nell’alveo del Torrente Salie); resti dello stesso hjeron a blocchi
megalitici calcarei. Reliquie del thesauros (favissa centrale). Frammenti di
colonna dorica (Plesso scoperto da Barillaro).
Necropoli
Protocristiana (Contra da Salice, proprietà Morando), Sepolcreto di rito a
inumazione, con tombe a cappuccina e corredi funerari prevalentemente vascolari
(complesso devastato da impianto agrumario); Recupero di sarcofago monolitico
tufaceo, nonché bellissimo Sarcofago marmoreo paleocristiano baccellato (III
sec. a. C.) con rilievi figurati, strigliature, medaglione del Defunto, vestito
di toga alla romana, figura di Cristo sotto le spoglie di Attis, figure angolari
del Buon Pastore; grifoni. Pezzo archeologico presso il Museo naz. di Reggio.
Necropoli
medievale (Contrada Giudea, proprietà Meduri): Nelle immediate adiacenze d’un
Oratorio rurale di origine medievale. Ritrovamento di vasi di bronzo e di ferro,
lastre marmoree con titoli sepolcrali, ceramiche acrom, atiche, terracotte
figurate ecc.
Nei
pressi: sarcofago marmoreo (pezzo monumentale) del feudatario Orazio Gambacorta,
Duca di Ardore, (sec. XVII) cimelio proveniente dalla diruta Chiesa di S. Rosa
ad Ardore Superiore.
Ardore Superiore:
Castello
Feudale: complesso quattrocentesco, a pianta quadrata, rifatto nel sec. XVII e
munito di torri angolari (due cilindriche e due quadrate). Il potente fortilizio
è stato titolarità di Fernandes di Cordova (Duca di Sessa) e di altri
feudatari. Ruderi di complesso. Resti di poderoso torrione cilindrico con porta
della rocca fortificata. Avanzi delle muraglie perimetrali.
Armi (Capo):
ant.
Leukopetra Akroterion, Leucopetra Promontorium; grec. àrmos, rupe o àrmos,
dorso di monte)
Zona
archeologica: resti di villa romana (ritenuta quella di P. Valerio amico di
Cicerone. Ritrovamento di Stele inscritta di età romana Imperiale. Necropoli
Protocristiana, reperti vari, fra cui un prezioso corredo di oreficeria e
un’epigrafe funeraria latina, contenente il brano di un’epistola di S.
Paolo.
Bagnara Calabra:
(ant.
Portus Balarum, Argiades, Balnearia, luogo di bagni, sec. XVI La Bagnara).
Castello
Emmarita: suggestivo complesso feudale dei Principi Ruffo di Bagnara, a specchio
sulla “Costa Viola” eretto nel periodo rinascimentale, su sostrato di età
normanna, successivamente rifatto e recentemente restaurato per essere adibito
ad Albergo.
Esterno
con belle bifore archeacute, verande con arcate a tutto sesto, coronamento
merlato. Interno con sontuosi ambienti, già sede di lussuosi arredi e preziose
opere d’arte.
Torre
di Ruggero: torre cilindrica di vedetta costiera attribuita a Ruggero I il
Normanno; ma probabilmente eretta nel sec. XVI per ordine del vicere D. Pietro
di Toledo, su consiglio del Capitano d’Armi D. Fabrizio Pignatelli di
Cerchiara. Sorge sulla pittoresca scogliera di “Torre Ruggero” a picco sul
mare.
Bianco:
(già
Pugliano sec. XIV Pillianum - Sec. XV Terra Blanchi - a. 1324 Abbas S. Salvatore
Blanci - a. 1328 Monasterium S. Salvatore de Blanco)
Zona
archeologica: vestigia di insediamento etnico di età Romana imperiale.
Ritrovamenti sporadici, rinvenimento di monete bronzee del III - IX sec. d. C. e
di qualche testo epigrafo.
Proviene
dalla zona archeologica di Bianco una iscrizione sepolcrale di epoca latina,
pertinente a una famiglia bizantina, con nomi misti greco - latini.
Ruderi
di Bianco Vecchio - Rovine dell’abitato, distrutto dal terremoto del 1783 (a
circa 3 chilometri all’interno di Bianconovo, sorta dopo) e già capoluogo
feudale della Baronia dei Marulli di Messina e dei Caraffa di Roccella. Resti
della cinta urbica del caseggiato. Nei pressi, le rovine Zoparto, in territorio
di Bovalino Superiore.
(ant.
Peripolis, Sideron, dettaa Taurianum).
Zona
archeologica: vestigia d’insediamento neolitico (presso il Castello) e
stanziamenti presi-Protostorici dell’età del Ferro.
Castello
normanno - Ruderi del complesso, fondato da Guglielmo di Frammedio nel 1099 (in
panoramica posizione)
Bova
Marina - Zona archeologica - Avanzi di antichità romane, sulla fascia costiera:
Necropoli con plesso termale, Villa rustica, acquedotto in località “S.
Pasquale” vestigia di edifici templari di età classica in località Crimi e
sulla spiaggia.
Ritrovamento
di Cippo Militare Latino del “dromos” consolare Appio- Traianeo, in contrada
“Amigdalà” (cimelio con duplice iscrizione militare di Massenzio,
riadoperato da Valentino e Valente). Reliquie di Necropoli di età classica in
contrada “Tripepi” (forse Necropoli di Siderno). Nella predetta località
“Amigdalà” (Valle S. Pasquale) vestigia di stazione etnica pregreca.
Rocca
di Bova- Promontorio del Capo di Bova e Palizzi: Torre di vedetta cilindrica,
eretta nel sec. XVI, contro le incursioni turchesche, ruderi. Chiesetta rurale
della Madonna del Mare - Stella Maris (Madonna del Mare) statua bronzea di C. I.
Petrone eretta sul promontorio nel 1965.
Bovalino
(Superiore e Marina):
(ant.
Altanus, Bubalinus, sec. XII
Bebalion - Sec. XVI Bovalino a. 1188 e
1202 touvebalinou)
a)
Bovalino Superiore - Castello Feudale di Moeta Bubalino (avanzi) costruzione di
tipo militare, fondato in età normanna (sec. XI) rifatta a tipo feudale nel
sec. XVI), e pervenuta in titolarità a Tommaso Macelli (1436 - 96) e ad altri
feudatari fino al 1806. Resti di complesso a pianta quadrata, con torri
angolari, danneggiato dal terremoto del 1783 e demolito dopo il sismo del 1908
perchè pericolante.
Avanzi
delle muraglie perimetrali, con spigoli e cordonature in pietra tufacea. Ruderi
di torri.
Chiesa
Parrocchiale di fondazione medievale stile romanico ed altre belle Chiese con
opere di interesse artistico.
Chiesa
Matrice; facciata stile romanico, interno con decorazioni a stucco, altare
maggiore marmoreo, pregevole tela del pittore bovalinese Parisi.
Torre
di Guardia - Ruderi della costruzione facente parte del dispositivo di vedetta
costiera attuata dal vicere D. Pietro di Toledo per consiglio del Marchese di
Cerchiara D. Fabrizio Pignatelli (sec. XVI)
Zona
archeologica: Reperti sporadici vari, fra cui un frammento epigrafico e alcune
tegole con bollo rettangolare (titolo del fabbricante di età latina)
(ant.
Sperlonga o Sperlinga - sec. XV Mocta Brancaleonis):
Castello
Medievale - Avanzi di complesso fortificato fondato dai feudatari Ruffo e poi
passato in titolarità feudale ai d’aragona de Ajerbo (1515 - 65) e quindi ad
altri feudatari fino al 1906.
Grotte
Sperlonga - Laure trogloditiche Basiliane, con resti di affreschi sacri (figure
di Santi), di arte locale di stile bizantineggianti, ma di tarda età medievale;
(forse sec. XIII);
Torre
di Sperlonga - Torre di vedetta a cono tronco, forse di età romana sul roccioso
acrocoro di Sperlonga e servito, probabilmente, anche per Mausoleo Sepolcrale
per un Capo Militare latino (Marcus Minucius) come da mutile iscrizione
epigrafica onoraria: M. MIN ...
BELLUS CESSE ... SPERLUNGAE ... DUX ERAT ...NCATUS e ET SEPULTUS.
Torre
di vedetta (a Brancaleone marina): Avanzo cinquecentesco del sistema di guardia
di difesa, contro le incursioni turchesche.
Bruzzano Zeffiro:
(ant.
Bruttianum, paese del Bruttio o “Villa” o “pagus” o “manzio” di
Brutus; poi Nocta Brutiano e anche Brusano Vetere, sulle alture del c.d.
“Armenia”)
Zona
archeologica: vestigia di età greca presso lo Zepkyrion Ahrotèrion (lat.
Zephyrium Promontòrum) odierno Capo Bruzzano, sede del primo stanziamento dei
coloni Locresi, prima della fondazione di Lokroi Zpizephyrioi (verso la metà
del VII sec. a. C.) e anteriormente, sede di avvento di nuclei Dori, dei quali
alcuni distaccati da Theocle, e colà attestatisi.
Fra
i reperti della zona, vasi antichi, monete ed altri oggetti. Nel tratto di mare
antestante al Promontorio, ritrovate anfore di età Romana
Castello
Medievale (avanzi) Ruderi della rocca fortificata di Mocta Bruttiano o Bruzzano
Vetere, sull’altura detta “Armenia”.
Sede
del Quartier Generale dei saraceni nel sec. XI. Complesso detenuto in titolarità
feudale prima da Giovanni Bruida (1270 - 1305) poi da altri feudatari fino al
1806. Avanzi delle muraglia perimetrali a pianta quadrata con resti di torre.
Reliquie di contrafforti di precauzione della rocca.
Ruderi
di Bruzzano Vetere. Imponenti resti dell’abitato distrutto, sito in posizione
dominante, sull’altura “Armenia”.
necropoli
medievale - Reliquie del complesso sepolcrale, con avanzi di corredi funerari
nella località monastica detta di S. Nicola del Prato, già sede di Monastero
Benedettino omonimo.
Arco
Carafa - Arco di trionfo del Principe M. Carafa, eretto nel sec. XCII. Stipiti e
archivolto litici. Due colonne scanalate, con plini e capitelli ai lati della
Porta: Fastigio decorato con iscrizione dedicatoria secentesca.
Calanna:
(ant.
Columna Regia, etimol. da un prelatino Kalanna, scoscendimento).
Nel
territorio sono state ritrovate reliquie di fauna ittica del Pliocene (età
neozoica).
Zona
archeologica: necropoli prellenica pre-protostorica indigena della tarda Età
del bronzo e della prima, media e tarda Età del Ferro (sec. IX - VI a. C.) con
sepolcri a grotticella artificiale e a fossa, di rito a inumazione
(prevalentemente collettiva) muniti di cospicue suppellettili funerarie di tipo
siculo (oggetti di bronzo, in ferro, ceramiche vascolari d’impasto grezzo e di
argilla depurata, reperti di confezione locale e di importazione). Sepolcreto
esplorato alla periferia del paese in un banco tufaceo rupestre.
Castello
medievale (avanzo) Ruderi del complesso di notevole importanza nel periodo
bizantino, normanno e Svevo. Reliquie della muraglia perimetrale. L’edificio
per titolarità feudale dei Sanseverino di Milero e di altri feudatari fino al
1806.
Abbazia
Bizantino-normanna: reliquie murarie dell’edificio (sec. XI) dal quale
provengono, fra l’altro, due belle colonnine litiche reticolate di rosette
ornamentali, custodite nell’Episcopio di Reggio Calabria.
Cannitello:
(ant.
Columna Regia da un rad. lat. canna : dim. cannetellus o giuncheto)
Zona
archeologica: vestigia di stanziamento etnico pre-protostorico indigeno della
prima età del ferro (sec. IX - VIII a. C.) Vestigia d’insediamento di Età
Romana (ritrovate, fra l’altro, monete auree ascrivibili al Basso Impero. Nel
territorio, ritrovate anche alcune tombe a cassa, di età latina, e una lunga
fila di dolii (vasi romani in terracotta).
Nelle
acque territoriali, recuperate reliquie nautiche, costituenti relitti della
battaglia navale combattutasi l’8 gennaio 1676, fra la flotta francese e
quella olandese spagnola (durante la dominazione ispano vicereale).
Canolo (Vecchia e Nuova):
a)
Canolo Vecchia - Zona archeologica: vestigia d’insediamento neolitico ed èneo
(sull’acrocoro dolomitico di Prestarona, nella grotta di Kau e al Riparo di
Fossa).
Reperti
frammentari di bellissima ceramica impressa, graffita e dipinta, nonché di armi
di ossidiana e pietra levigata; del III millennio a. C. Ritrovamenti, di alcuni
fondi di capanna a pianta circolare, raschiatori di liparite (ossidiana) una
testa di mazza del tipo “virgola” e frammenti di oggetti litici. Del periodo
èneo (1500 - 1000 a. C. sono stati rinvenuti, fra l’altro, un’ascia bronzea
a taglio ricurvo e una bipenne (significato emblemale sacrale del pezzo,
espressione simbolica del pàredros” della Dea Madre Mediterranea); ed ancora
sedimenti dell’età del bronzo (I millennio a. C.)In una grotta alle
spalle del c. d. Conte di Agnana (ponte sul Novito a circa 4 chilometri da
Canolo Vecchio) è stato recuperato un ripostiglio di accette ènee (asce di
bronzo giallino: 14 esemplari di vari foggia,
di cui alcuni a margini costolonati).
Nei
pressi dell’abitato, esiste una serie di grotte preistoriche ancora
inesplorate.
b)
Canolo Nuova (in località Fiorentino, sui Piani di Milea),
paese
di recente impianto urbanistico, sito sugli altipiani canolesi è venuto a
sostituire, in parte, Canolo Vecchia, rimasta gravemente danneggiata e
minacciata in seguito dei ricorrenti nubifragi e dei sommovimenti franosi.
Cardeto:
(già
Carditello - lat. carditus, pieno di cardi)
Castello
feudale - Ruderi dell’edificio, nei pressi della contrada “Malgeri”. Nella
stessa contrada avanzi di Torre.
Abbazia
Basiliana - Ruderi dell’edificio in contrada “Torre”
Ruderi
di Convento - Reliquie dell’edificio in contrada “Donne”
verso Chiumputu).
Careri:
(ant.
Pandore o Panduri sec. XVI Charere: arab. harere, tessitore, da un pres. Careri,
dal semitico charerim (luoghi aridi):
Ruderi
di Panduri - Avanzi dell’antico centro civico distrutto dal terremoto del
1783. Notevoli i ruderi della Chiesa Parrocchiale di S. Maria, eretta in periodo
tardo - rinascimentale (a. 1586)
Chiesa
matrice (di S. Maria SS: Assunta) Edificio Sacro fondato nel 1550, consacrato
nel 1580, distrutto dal sisma del 1783 ( e sostituito nel culto, della vecchia
Chiesa di S. Rocco) rifatto nel 1849.
Terme
di Stranuso (contrada omonima) avanzi di vecchio complesso termale, con resti di
acquedotto, eretto in periodo rinascimentale sec. XV - XVI)
Casignana:
(ant.
Casiniana o casinianum)
Zona
archeologica: Villa Romana (in contrada Palassi) Si tratta di cospicui avanzi
degli ambienti di un grande edificio di età latina imperiale, forse di un
gruppo di villae - rusticae o di un centro civico romano. Il corpo di fabbrica
che si conserva perfettamente per una media di m. 1,50 di altezza, risale allo
scorcio del III sec. a. C. con muratura a laterizi. vani ricoperti di intonaco
dipinto. Pavimentazione in parte marmorea, in parte musiva con tessere
policrome. Di notevole interesse la composizione
musiva, di cui fa parte importante un grande mosaico figurato che
presenta in forme e tratti di squisita fattura, le immagini di due gentili
figure muliebri in groppa a due leoni.
Tali
mosaici trovarono riscontro in analoghi reperti musivi di Ville Romane
dell’Africa Settentrionale.
Necropoli
romana - Vestigia di Sepolcreto latino (III sec. d. C.) sito in fronte alla
Villa di cui sopra e a breve distanza di essa (lato mare) con sepolcri a
lastroni fittili e a pietrame sciolto, di rito misto (a inumazione e a
incinerazione); Complesso distrutto durante lavori agricoli.
Grotte
preistoriche (in contrada Varta) Caverne naturali, con vestigia d’insediamenti
risalenti all’ultima Età della Pietra (Neolitico e della prima età dei
Metalli (Eneolitico)
Castellace:
(Frazione
di Oppido Mamertino)
Zona
archeologica: Sepolcreto pre-protostorico della prima età del Ferro (sec. IX -
VII a. C.)con corredi tombali di tipo siculo.
Vestigia
di età classica, greche e romane. Fra i reperti, una dedica ad Eracle Reggino,
in caratteri calcidesi, da cui risulta a Sud del Metauro (Petrace) il confine di
Reggio sul versante Tirrenico.
Caulonia Antica:
(ant.
Lete, Aulona, Kaulona, Kaulonia - grec. Kulòs, punta di lanci).
Zona
archeologica: è sita presso l’odierno Capo Stilo, alla periferia
dell’abitato di Monasterace Marina.
Tempio
Dorico del sec. VI - V a. C. È ubicato nella breve rada antestante al Capo Faro
(Punta Stilo) - Si tratta di un edificio monumentale, uno dei più grandiosi
della Magna Grecia,. Era Dorico perìptero. Residuati ben conservati; cospicui
avanzi dello stereobatis e delle stybolates, blocchi calcarei megalitici,
disposti a struttura isodoma, nonchè resti di una vasta
gradinata di accesso; probabilmente adibito anche, a giudicare dalla sua
ampiezza, ad espositorio degli “anathèmata” e vestibolo dell’Ara
Sacrificale. Il Tempio era forse dedicato ad Apollo (testimoniato da monete) o
forse a Zeus Hamarios.
Molti
i recuperi arcaici databili alla fine del sec. VI. Ceramiche varie, bolli,
monete ecc.
Nelle
pertinenze e adiacenze del Tempio, ruderi vari di edifici di età classica,
ellenistica e romana.
Notevoli
i resti di un edificio civile (forse villa) vestigia di porticato e con elegante
pavimentazione musiva figurata a tessere policrome, con soggetto zooforme
(dragone esotico tricipite di arte orientalizzante).
Tempietto
classico (Sacello) presso la “Passoleria Vecchia” o Arsende a monte
dell’Acropoli e della Porta di Aulon,di Ordine Dorico, databile al V sec. a.
C. Recuperate accanto a cimeli jeratici, alcune belle terracotte
architettoniche.
Il
Sacello per le sue bellezze, costituiva uno fra i più squisiti monumenti
architettonici Italioti.
Sulla
collina del Faro, sono state ritrovate vestigia di altro edificio Sacro, (forse
Sacello dedicato a un Dio sacro ai naviganti).
Necropoli
Ellenica: è sita nel Vallone Bernardo alle spalle della Necropoli Meridionale.
Nella campagna archeologica 1912/15, l’Orsi vi esplorò 130 sepolcri,
recuperandovi notevoli suppellettili di funerarie specie vascolari.
Caulonia Moderna:
(già
Castelvetere - Castelvecchio; a. 1154 - Castrum Vetus a. 1278 - Castrum Veteris
a. 1309 - Torri Castriveteris)
Cinta
Urbica e Forte (in Via Baglio) Ruderi del complesso, fondato in periodo normanno
(sec. X) e detenuto in signoria, prima da Magero Antonello e poi da altri
feudatari fino all’eversione della feudalità. Nel complesso fortificato
permangono solo scarsi avanzi della cinta e dei bastioni quattrocenteschi.
Torre
di Camillari o dei Cavallari: in località “Casigli” a Caulonia Marina, fra
l’Allere e l’Amus, esiste una bella Torre di guardia Costiera cilindrica con
base a scarpate - (Avanzi sec. XVI).
Chiese:
Molte bellissime Chiese di varie età e spesso rifatte contenenti cimeli
d’arte marmorea, architettonica, con interessanti affreschi, stucchi e intarsi
pregevoli.
Zona
archeologica: nel territorio sono state ritrovate vestigia d’insediamento di
età preistorica, reliquie antiche di età greca e romana nella Frazione Focà.
Da una delle porte della città (Porta Amusa) proviene una stele sepolcrale
marmorea contenente una iscrizione greca.
Cinquefrondi:
(ant.
Mossato) Comune costituito dalla fusione dei cinque villaggi: S. Paolo - S. Elia
- S. Demetrio e S. Nicola “Cinque frondi” urbanisitche del complesso.
Mura
di cinta - Avanzi delle muraglie della cortina urbica eretta in periodo feudale.
Torre medievale - Avanzi della costruzione.
Cittanova:
(già
Casalnuovo di Cortaladi e, dal 1815 Cittanova) in antico Cortoladi, distrutta
dal terremoto del 1616.
Zona
archeologica: vestigia d’insediamento di età classica e medievale.
Ritrovamento di ripostiglio monetale, con esemplari numerosi di conio greco
(monete incluse) e bizantino per un complesso di circa 600 pezzi; le monete
greche sono provenienti da Poseidonia, Sibaris, Taras, Lao, Kroton e
Kaulonia. Iscrizione sulle origini di Cittanova.
Condoianni (Fraz. d. S. Ilario dello Ionio):
(ant.
Orra Lokron Uria)
Zona
archeologica: sporadici ritrovamenti di età classica, greca e romana. Castello
feudale (Avanzi): poderoso complesso fortificato, eretto nel Medioevo,
probabilmente su sostrato di età classica, e pervenuto in feudo ai Signori
Marullo Conti di Condojanni.
Nel
1496 il castello fu acquistato dai Principi Caraffa di Roccella e da loro
detenuto fino alla eversione della feudalità (1806). Massiccio Torrione
Centrale (Mastio) quattrocentesco, a pianta quadrata, con base a scarpata.
A
Condojanni esiste una pregevole Icona tardo rinascimentale del 1588
Cosoleto:
(lat.
Consulentus, del Console)
Castello
medievale - A Stizzano, fraz. di Cosoleto Ruderi del complesso, fondato nel sec.
XIII e infeudato ai Malerbi di Gerace, fino al 1464 e poi ad altri feudatari
fino al 1806.
Delianova:
Vestigia
d’insediamento etnico prei-protostorico della Prima età del ferro (sec. VIII
a. C.)
Donis o Dionis:
(Frazione
di Siderno)
(Diò
nysios, di un Dionigi, grec. Diònysion)
Zona
archeologica: avanzi di muraglione a blocchi megalitici nella zona Segnalimiti
tra la contrada Dionisi e Marcinà.
Drosi (Frazione di Rizziconi):
(ant.
Drusium “mansio” di un Drusus)
Zona
archeologica: piccola Necropoli greco - romana con tombe del tipo a
“cappuccina” dotata di magri corredi funerari, nella zona conterminante fra
i territori di Gioiosa Ionica e Marina di Giocosa Ionica.
Fiumara del Muro:
(Ant.
Mocta Anòmeri o Motta dei Morti)
Piazzaforte
dei saraceni in Calabria; a. 1412)
Motta
Anòmeri; grec. mod. ano-meros (parte alta)
Castello
medievale - Resti dell’edificio feudale appartenuto prima ai Sanseverino di
Terranova fino al 1480 poi ad altri feud. fino al 1806.
Gerace:
(grec.
Ge Heras, Ge Hrace, Hyraki, Giraci, Girace, Jeraci, a. 1525, Girazzo)
Zona
archeologica: vestigia di stanziamenti indigeno
della tarda età del Bronzo e dalla prima, media e tarda età del ferro.
(Necropoli
a grotticelle artificiali, di tipo siculo ed abitacoli trogloditici in località
“Stefanelli” - L’aggregato di cellepreste (scoperte nel 1971) è sito in
banco calcare conchiglifero, ed è costituito da cavernette a pianta
rettangolare, con banchine su tre lati, voltine a “tolos”, ingressi
sormontati da arcatelle per lo più a tutto sesto.
Nell’esterno,
lembo orientale della “Piana” alle spalle della Chiesa di Monserrato,
piccola necropoli Antica, probabilmente di età Bizantina con sepolcri a fossa.
Nei dintorni dell’abitato “Laure” trogloditiche di jeromonaci basiliani.
Castello
Normanno (Ruderi al Laglio Baglio: alt. m. 479) Poderoso plesso fortificato
medievale, fondato in età bizantina (sec. IX e X, poi rifatto da Ruggero II il
Normanno nel sec. XI). Resti di poderoso Torrione, mastio angolare cilindrico.
Avanzi di baluardi quattrocenteschi e altre muraglie.
Porte
urbiche - Avanzi di età medievale;
notevoli la Porta delle Bombarde, e la Porta del Borghetto e la Porta delle
Tribune e dei vescovi
Cattedrale
- Sono molto interessanti le belle Chiese di Gerace, alcune di antiche
fondazioni monastiche con annesso convento. In esse si notano moti di
ispirazione bizantina e soprattutto barocche. Non mancano opere marmoree di
rilevante interesse artistico e sculture lignee di pregevole fattura, nonché
tele rinascimentali.
La
Cattedrale (dell’Assunta) dichiarata Monumento Nazionale con Decreto 21 maggio
1940, primeggia fra tutte. È il più vasto corpo chiesitico della Calabria (m.
75 per 26, pari a m.q. 1898; altezza della cupola m. 23) e costituisce la
principale testimonianza dell’architettura romanico - lombarda nella Regione.
L’edificio
è stato impiantato agli inizi del sec. XI sul sostrato e con lo schema
cruciforme latino della prisca Chiesa Bizantina (S. Cyriaca o S. Domenica),
consacrata nel 1045, rimaneggiata da architetti Fredericiani e riconsacrata
durante l’epoca sveva nel 1222.
Gioia Tauro:
(nei
pressi dell’ant. Metauros, Metra Uria)
Zona
archeologica: resti della antica Metà Urom (Colonia Locrese e presunta patria
di Stesicoro) tra il Petrace e le località “Due Pompe e Monicelli” e tra
l’attuale abitato di Gioia Tauro. Ritrovamenti vari fra cui i resti di un
Tempio Arcaico e un gruppo equestre fittile di età classica. Necropoli Ellenica
- romana complesso sepolcrale prevalentemente di rito incineratorio, con reperti
tombali, specie vascolari, vasi geometrici, corinzi, jonici, attici e romani
databili da XII sec. a. C. al II sec. d. C. (esplorazione A. De Franciscis a.
1960)
Villa
Rustica romana: avanzi di villa o Masseria di età latina repubblicana (I sec.
a. C.), pertinente all’antica Metaurum.
Torre
Spina - Torre di vedetta costiera facente parte del dispositivo di avvistamento,
disposto da dominio vicereale spagnuolo, nel sec. XVI - XVII, contro le
incursioni barbariche.
Gioiosa Jonica:
(antica
Mystia, Subsicivum, Orra Lokrum, nel sec. XV Moc ta Jojusaco Geliosa: nel 1525
Motta Giopsa).
Esiste
la necropoli indigeno-ellenica (località S. Antonio o costa degli Impisi -
Sepolcreto arcaico (VII - VI se. a. C.) di tipo “misto” di rito a
incinerazione con tombe indigene italiche e pietrame sciolto e con tombe greche
a cappuccina. Ritrovamenti di ustrini crematori; Recupero di suppellettili
sepolcrali, fittili e metalliche, di confezione locale e d’importazione
(Complesso scoperto da E. Barillaro a. 1961);
necropoli
Medievale (località Annunziata) Sepolcreto di rito a inumazione con tombe in
muratura ordinaria, costruito con materiale edilizio ricavato da Terme Romane
della sede e coperte di lastroni in terracotta. reperimento di suppellettili
fittili e metalliche (III - IV sec. d. C.) (Complesso scoperto da E. Barillari,
a. 1962).
Altre
necropoli greche o romane o bizantine, in località Castellano, Drusù,
Bernagallo e pristarello.
Il
Nanilio - Contrada Annunziata: caratteristico edificio ipogeo di età romana
imperiale (II - III sec. d. C.) accessibile mediante tipica scaletta a
chiocciola e costruito da tre contigui ambienti di diversa grandezza di cui il
maggiore è una cripta alquanto vuota;
Controversa
la funzione del Naniglio la cui denominazione (Naòn Heliou - An - bè lion) ha
dato la stura alle più contrastanti supposizioni.
Tempio
del sole? Piccolo tempio di Nanaossia di iside? Edificio “senza sole” ossia
Kellarion” con funzioni di “apotekè” serbatoio idrico? Ma è ovvio che si
tratti di resti di un grande edificio termale latino abbinato a un Sacello
Mitriaco.
Recuperati,
all’interno dell’edificio, frammenti vascolari fittili figurati e una moneta
di Giuliano l’Apostata.
Il
Parabagno (contrada Subfendo) è sito a breve distanza del naniglio ed è
costituito dagli avanzi di un ambiente a pianta quadrata “ad opus incertum”
con attigui ruderi di ambienti a volta “opus reticulatum”. Si tratta anche
qui dei resti di un Balneum latino coevo all’edificio precedente facente parte
di un cospicuo comprensorio termale.
Castello
feudale - Poderoso complesso di età aragonese (sec. XV) Avanzi di un complesso
fortificato in parte a picco sul torrente Gallizzi) con baluardi e torrioni,
portale d’ingresso litico bugnato. Nelle pertinenze avanzi delle mura di cinta
della Motta Medievale, con resti di Porta Urbica (denominata Porta Falsa).
Grotteria:
(ant.
Castrum Minervae, Criptaurea, Sec. XII - XIII Agrotera sec. XIV Agroptera e
Agrotteria Sec. XVI Agroptera.
Zona
archeologica: in località S. Stefano Sepolcreto prei - protostorico indigeno,
di rito a inumazione collettiva, risalente alla Tarda età del Bronzo e alla
prima età del Ferro (sec. IX - VII a. C.) con tombe a cavernette artificiali di
tipo Siculo, scavate in un banco di arenario pliocenico stratificato. Complesso
scoperto e in parte esplorato, da E. Barillaro nell’anno 1961. Recuperate
suppellettili funerarie varie in bronzo e terracotta e ferro. Fra i reperti di
scavo: ceramiche vascolati di impasto grezzo (di confezione locale) e depurato
(d’impostazione esogena) come doli, pytoi, hydrie, pinòchoai, lekanai, pèlikes,
phialai (notevole uno “skyphos” di produzione italiota, o di derivazione
allogena, contenente la figurazione simbolica di una “labris” bipenne) e
anche armi, armille, fibule, scarabei, sigilli con figurazioni egizie,
rocchetti, fuseruole, pasta vitrea, pastiglie di ambra ecc. sicura testimonianza
di vita locale di elevato fervore ed indice che i coloni greci, affluiti nella
zona, non vi hanno trovato una “terra di nessuno” ma un settore già
popolato.
Edificio
ellenico - Sul monte Palazzi (contrada crocererrata, resti di costruzione greca,
a pianta circolare a pietrame sciolto (o in legamento a “tajo” (misto di
argilla contenente anche “bolo”. Recupero di frammenti architettonici litici
(calcarei) e di reperti metallici e fittili (vascolari). Il complesso è stato
scoperto da E. Barillari nel 1961.
Castello
Medievale (ruderi): Baluardo Medievale di origine Normanna eretto su sostrato di
età classica e tenuto in Signoria feudale, prima da Alberico Piscicella (sec.
XII) e poi da altri feudatari fino al 1806, data di eversione della feudalità.
Avanzi delle muraglie perimetrali a
pianta quadrata. Resti di due torri cilindriche angolari e del mastio centrale.
Avanzi
di bel portale litico, a blocchi di granito locale, con arco a tutto sesto.
resti di cisterna idrica ipogeica. Sul fronte del complesso alto obelisco
inscritto, sormontato da statua marmorea dell’Immacolata (a. 1952) Chiese
bellissime di vari e epoche e di interesse artistico.
Lazzaro (Frazione di Motta S. Giovanni):
(ant.
Leukopetra) Zona Archeologica: resti di grandiosa Villa Romana (in località
Lia) probabile dimora del Patrizio Plio Valerio, che nell’anno 59 a. C. diede
ospitalità a Marco Tullio Cicerone, fuggiasco da Roma dopo la condanna
all’esilio infertagli dal Primo Triumvirato. Tombe con suppellettili
sepolcrali, monete (età romano bizantina).
Stipe
Votiva Greca (Allo stretto della Ferrina, lungo la Rotabile Lazzaro Motta S.
Giovanni) Deposito Sacro (favissa) di età greca (s. V/III a. C.) con recuperi
jeratici vari anche vascolari (statuette fittili di età etonie, spec. di
Demeter e di offerenti, vasi colorati e istoriati, lucerne ecc. Chiare
testimonianze dell’esistenza, in sito, di un Santuario di Persefone.
Necropoli
Latina e Protocristiana - Sepolcreto del II - III sec. d. C. di rito
incineritorio, con tombe di cospicue suppellettili funerarie (recuperato, fra
l’altro, un prezioso corredo di oreficeria con eleganti collane, pendagli,
orecchini etc.) Ritrovamento di monete di età bizantina. Presso il Leukopetra
(odierno Capo dell’Armi) rinvenuta una iscrizione sepolcrale protocristiana,
contenente un’apostrofa di S. Paolo (Epistola ad Romanos, VIII, 31)
Leucopetra - promontorium:
(grec.
Leucopetra Akron: odierno Capo dell’Armi)
Zona
archeologica: Villa Romana - (resti in contrada Lia) probabile appartenuta al
patrizio Publio Valerio, amico di Cicerone ove l’Oratore fu ospite (I
Filippica, Capo 3, fuggiasco da Roma per la condanna all’ostracismo infertogli
dal Primo Triumvirato nell’anno 58 a. C.
Favisso
Classico (Località Cuccumeli) deposito sacro (favissa) con reperti jeratici di
età classica (terrecotte votive e statuette muliebre bronzee)
Vestigia
protocristiane - Vestigia Sacra (pittura) di età protocristiana. Nella grotta
di Dionisi o Jonisi, prob. Laura Basiliana, reperito nel 1957 un graffito
paleocristinao, con iscrizione arcaica, contenente parole d’ammonimento di S.
paolo (epistola ad Romanos, VIII 31)
Stele
latina Nelle pertinenze del Leucupetra Promontorium, rinvenuta una Stele
inscritta di età romana imperiale. In contrada Saline, ritrovata anche
un’ansa vascolare con bollo (età latina imperiale).
Locri antica:
(grec.
Lockroi Epizephyrio; lat. Locris Apizephyrii, e poi Lucris e Paliopolis).
Insigne
“polis” magnogreca, fondata verso la metà del sec. VIII a. C. dai coloni
ellenici provenienti da Locride Opunzia e dalla Locride Orolia o da stirpi
miste, dopo un breve insediamento presso lo Zophyrion Akron odierno Capo
Bruzzano)
Zona
archeologica: è sita a circa km 5 a Sud ovest dell’odierna Locri, tra le
fiumare Gerace e Portigliola.
Le
superstiti vestigia archeologiche comprendono resti di quartieri abitati (con
notevoli nuclei di officine industriali) rilevanti tratti di Mura di Cinta,
avanzi di fortilizi e di opere idrauliche, ruderi di edifici vari, anche
monumentali (specie Templi) reliquie di Necropoli di varie età e civiltà.
Antiquarium:
è sito su avanzi di edifici antichi, nella zona archeologica in località Marasà
a brevissima distanza del Tempio Jonico.
È
costituito da vani sopraelevati, rotti da piloni ed ospita reperti di scavo
preellenici, ellenici e romani, metallici, litici e fittili; provenienti dai
Santuari e dalle Necropoli e da altri plessi dell’antica metropoli.
L’antiquarium è stato inaugurato il 7 novembre 1971.
Mura
Urbiche - Circondavano per intero o quasi, il comprensorio urbanistico della
Città, sviluppandosi per un percorso di Km. 7 e m. 500: ne residuano rilevanti
tratti a blocchi megalitici, disposti a struttura isodoma, prevalentemente
ascrivibili alla fine del IV e al principio del III sec. a. C. Notevoli nel
percorso murario, gli avanzi di Torri.
Il
tempio Jonico di Marasà. È comunemente noto anche come Tempio dei Dioscuri; è
sito alle spalle del nuovo “Antiquarium” ed è l’unico Tempio Jonico della
Magna Grecia (se si eccettua uno minore, con elementi Dorici identificato ad
Hipponion).
L’esplorazione
del Monumento è dovuta a P. Orsi,
(campagna di scavi 1889 - 90), nonchè a De Franciscis (1954 - 55). Le
operazioni di scavo hanno consentito il recupero, fra l’altro, dei celeberrimi
gruppi marmorei equestri acroteriali dei Dioscuri e di una statua mutile di
Nereide, nonchè di cospicui elementi decorativi fittili del rivestimento e
coronamento dell’edificio. Incerta è la divinità cui il Tempio era dedicato;
si è pensato a Persefone, a Zeus, ai Dioscuri e ad altre divinità ancora.
Scavi
di cento camere: Fitto reticolato urbanistico della “Città bassa” con
ruderi di abitazioni di età greca, nonchè di un intero quartiere di officine
industriali laterizi, figuristiche e coroplastiche.
Cospicuo
il numero dei reperti di scavo comprendenti
pregevoli esemplari vascolari, statuine e testine raffiguranti per lo più
divinità, cimeli archeologici vari.
Ruderi
di S. Francesco - Avanzi di edifici della città di età classica romana di età
protocristiana. Notevoli i resti di Thermae latine di età imperiale (qualcuna
dotata di pavimentazione musiva).
Teatro
Greco - Romano: (Località “Pirèttina” agro di Portigliola) Edificio di età
ellenistica (IV - III sec. a. C.) rimaneggiato in età romana. Avanzi della
cavea (Koilon emiciclico privo di diazomatura) divisa in cinque cunei da quattro
“scolae intercuneo” . Resti di rilevato scenico, orchestra semicircolare.
Resti di conduttura idriche destinate al drenaggio del complesso.
Tempio
Dorico Marafioti: (sulla spiaggia
dell’Imperatore) edificio culturale scoperto nel 1829 dal Duca di Lujnos ed
esplorato da Paolo Orsi nella campagna di scavi 1910 - 11. Residuano solo
vestigia di grandioso edificio, avanzi delle fondazioni e della platea,
ascrivibili ad età classica. Fra i recuperi: l’insigne Efebeo Cavalcante o
Dioscuro (un Kòuror a cavallo sorretto da una Sfinge antropomorfa) costituente il
più grande e bello gruppo acroteriale fittile del mondo, databile al
decennio 475 - 485 a. C. (460 secondo l’Orsi)
Santuario
di Persefone: (alla Mannella) avanzi di un’Edicola thesauraria dedicata a
Persefone con favissa centrale quadrata rivestita di tre strati di calcare duro
siracusano su una breve spianata sostenuta da un poderoso “analemma” di
blocchi megalitici nel Vallone tra l’Abadessa e la Mannella. (Nel vallone
imponenti opere idrauliche. Esplorazione Orsi
1908 - 1909). Ritrovato, fra l’altro, il magnifico “corpus” di
Pinakes, un “Unicum” al mondo nel loro genere (tavolette fittili votive
policrome, di puro stile jonico, figurate a rilievo e immagini culligrafiche,
con 175 soggetti diversi, gloriosa specialità dell’artigianato coroplastico
locrese VI - V sec. a. C.).
Necropoli
Preelleniche (di Canale Jachina - Paterniti, Scorcia bove)
Si
tratta di sepolcreti indigeni della tarda età del Bronzo e prima età del Ferro
(sec. IX VIII a. C. con tombe a grotticelle artificiali la cui esplorazione ha
fornito abbondanti reperti con suppellettili sepolcrali e coloniali, di bronzo,
di ferro, di ambra, di avorio e di argilla.
Grotta
Caruso: Santuario di Pan e delle Ninfe. Si tratta di un Santuario rupestre
dedicato al culto ipogeico di deità agresti, e costituito da una Grotta con
fonte Sacra e stirpe votiva, che ha consentito il recupero di un folto gruppo di
statuine fittili ellenistiche (prima metà II sec. a. C.), nonchè
l’acquisizione di numerose erme coroplastiche con il rilievo figurato di tre
protemi muliebri aggruppate, la cui realistica plasticità fa rilevare
l’esistenza di una egregia scuola di coroplastici in sede.
Necropoli
Greche: Avanzi di più complessi
sepolcrali ellenici, siti in contrada Monaci (Necropoli arcaica) “lucifero”
(grande Necropoli in uso dal VI al III sec. a. C.
Tribuna
(sepolcreto di età classica). (Esplorazioni Orsi dal 1900 al 1915).
Stadio
Romano (Stadium): scarse reliquie presumibilmente appartenenti ad uno Stadio
Latino, in contrada Petro o Petruso (Identificazione Orsi 1909).
Villae
Romane: Vestigia, in località S.
Francesco, Centrocamere e altrove. Recupero di iscrizioni afferenti al patrizio
delle Ville. Vale ricordare le iscrizioni epigrafiche relative alla gens Vegelia
e a quella Cornelia e Saturnina titolari di cospicui plessi residenziali di
Locri.
Locri Moderna:
(comune
autonomo dal 1905, col nome di Gerace Marina fino al 1934 e di Locri poi).
Zona
archeologica: ritrovamento di avanzi murari e sepolcrali di età romana anche
nel centro dell’abitato dell’odierna Locri, in Piazza dei martiri e nel
Piazzale della Stazione. Ipografi e iscrizioni latina. Sepolcreto monumentale di
età Romana Imperiale, in località “basilea” Collezione Scaglione (in Via
D. Candida): Ricca collezione privata autorizzata, con reperti di scavo
provenienti dalla zona archeologica dell’antica Locri e dalle Necropoli
Preellenica. Altre collezioni minori: collezione Polito, Collezione Macrì, la
Collezione Maresca e la Collezione del Comune di Locri.
Mammola:
(ant.
Mamoula, Malta, Marmora, Itione, Medioevo Zekron a. 1212 in pertinentis
Mamolae).
Zona
architettonica: vestigia d’insediamento indigeno, iniziatosi in età neolitica
e protrattosi fino alla tarda età del ferro sul colle tubolare pliocenico detto
Scifo alla Chiusa: reperimento di fondi di capanne a pietrame sciolto e a pianta
circolare, nonchè di frammenti di ceramiche neolitiche e d’impasto grezzo.
Vestigia
di vasta necropoli ellenico-romana in contrada S. Barbara. Vestigia di vasta
necropoli Ellenica sul colle Boccafurri (reperti fittili vascolari di età
classica).
Necropoli
romana bizantina sull’altopiano del Valdaro e Vardaro: Vestigia
d’insediamento greco romano nelle pertinenze dello Zaparotamo.
Grotta
- inesplorata, con vestigia di stanziamento umano di incerta età e civiltà al
Petto del Lupo; Altre grotte inesplorate (talune forse costituite dal Laure
aremitiche).
La
Torre: Basamento di torre di vedetta alla Limina.
Chiese:
Santuario di S. Nicodemo sul Monte Zappino, Oratorio di S. Nicodemo (ruderi in
località Celano), Monastero di S. Barbara (ruderi di vasto complesso monastico
Basiliano; Abbazia e Chiesa di S. Nicodemo in località “cerchietto”
Cospicui avanzi di complesso con resti di Abbazia (muri perimetrali).
Chiesa
Matrice - S. Nicola di Bari (fondazione medievale. Chiesa d. S. Filippo Neri:
Edificio seicentesco. Chiesa del Carmine (Parrocchiale - Edificata nel 1645 -
Chiesa dell’Annunziata - edificio di fondazione seicentesca.
Marina di Gioiosa Ionica:
(ant.
Romechium, Lukrom, poi Joye Portus).
Zona
archeologica: Teatrum (al largo Mistria) Baleum (presso l’arenile marina)
Necropoli Romana (in località Romanò - Stracuso) Vestigia Latina (in località
Tipaldi) necropoli Bernagallo (residenza invernale di Gallius Gallo . Resti di
portus.
Teatro
romano: (ruderi) Theatridium di età imperiale Latina (II - III sec. a. C.)
eretto al sostrato di età pregressa e destinato a un piccolo centro civico e a
un aggregato di “Villae” costiera.
Il
teatro venne scoperto nel 1838 da A. M. De Lorenzo. Fra i reperti di scavo del
monumento: un cippo cilindrico marmoreo con bassorilievo fiorato (due
cavalieri affrontanti un trofeo), Monete varie di bronzo. Frammenti vascolari
vari. Laterizi con impressa la sigla anagrammata del fabbricante Help (un Hepius
o Hilipius).
Terme
Latine: Avanzi di un Balneum nella località compresa tra la ferrovia dello
stato e l’arenile marino: bel complesso di età latina imperiale (II - III
sec. d. C.) con strutture architettoniche, decorazioni marmoree e pavimentazioni
musive a tessere bicrome.
Necropoli
Romana: Giace in località Romano stracuso, nelle adiacenze dell’abitato
civico di Marina di Giojosa Jonica, e risale ad età Romana Imperiale (II - III
sec. d. C.) È costituita da tombe fittili e talvolta litiche. Fra i reperti di
scavo (clandestini) pietre preziose, ori, argenti, avori, marmi, bronzi, paste
vitree, statuine, ceramiche, suppellettili varie (Bollo laterizio con la
leggenda L. Luxio, marchio di fabbrica).
Torre
del cavallo o Torre Spina: Torre di Guardia Costiera, cilindrica con base a
scarpata, coronamento merlato, monofora oblunga con arco a tutto sesto) eretta
con materiale tratto dal vicino “Theatrum”: opera militare spagnolesca,
facente parte del dispositivo di vedetta litoranea contro le incursioni
barbaresche (sec. XVI).
Torre
Galea: Alta ed elegante torre a pianta quadrata, con torrioni cilindrici
angolari coronate da mensole litiche e con pontile di accesso, costruita verso
la metà del “500 contro le scorrerie turchesche”.
Medma o Mesma:
(od
Rosarno, Nicotera)
Colonia
Magno Greca locrese su versante tirrenico il cui nome si conserva in quello
amorfico del Fiume Mesima presso la sponda meridionale: la città va ricercata.
Controversa la sua ubicazione, contesa fra Nicotera e Rosarno; ma sembra esservi
dubbio che sede dell’antica colonia italiota sia quest’ultima città. (Vedi
Rosarno).
Melito Porto Salvo:
(grec.
Melitos - paese del miele).
Zona
archeologica: sedimenti dell’ultima età della pietra (periodo neolitico).
Rinvenimenti lungo la fascia costiera, vestigia di stanziamento etnico di età
Romana. Resti di Villa Latina e di altri edifici antichi. Ritrovamento (a. 1764)
di Cippo Miliario inscritto, relativo all’itinerario costiero in periodo
latino imperiale (inscrizione paleocristiana dedicata a Flavio Valerio, Licinio
Crispo Liciniano e Costantino - IV sec. d. C.).
Torre
del Salto: caratteristica Torre di vedetta a difesa costiera, contro le
incursioni barbaresche (sec. XVI).
Monasterace Superiore:
(ant.
Monasterakium e poi Rubbiano, Maniero dei Cavalieri di Malta sec. XII) Baluardo
medievale fondato dai Templari Gerosolimitani nell’anno 1113 e successivamente
rimaneggiato e adattato a Castello Feudale, divenuto di titolarità dei
Pignatelli (sec. XVI - XV) e da altri feudatari fino al 1806 (eversione
feudale).
Resti
di mura merlate di tipo “bizantino”. Strutture edilizie della ricostruzione
secentesca. Avanzi delle muraglie a pianta quadrilatera, con torri angolari pure
quadrate, su base e scarpata, cordonamento e cornicione in pietra, portali di
granito con arcate ornata da mensole e con reliquie del ponte levaoio. Cappella
Feudale, cortile con cisterna, scalone. Sull’intonaco del muro di sostegno di
una finestra data graffita a. 1434.
Mura
di fortificazione. Resti della cortina fortificata - Ruderi di Muraglie
Bastionate, con torri angolari cilindriche e coronamento merlato, feritoie,
cordonature, due porte, Sec. XV
- XVI - XVII - XVIII.
Mosorrafa (Fraz. di Reggio Cal.):
(sec.
XVIII) Mesorrifa; grec. Meso - Chora; paese di mezzo da una forma anteriore
Mesofora a. 1310, Mesoroffo a. 1326 Mesorrafa)
Nel
territorio rinvenimenti di resti fossili di Bos Primigenius e di Rhinocerus
Merki; prob. Ascrivibili al Grinaldiano (inter - Glaciale di Risa - Wiirm a. 180
- 120 mila a. C.
Zona
archeologica: vestigia d’insediamento etnico dell’età della Pietra
scheggiata (Paleolitico Superiore).
Motta San Giovanni:
(ant.
Leucopetra, già Mocta e Motta) altura naturalmente fortificata.
Zona
archeologica: presso lo “Stretto della Ferrina” lungo la rotabile Lazzaro -
Motta S. Giovanni, ritrovamento di stipe votiva di età greca, contenente
statuine fittili (Persefone). Altrove ritrovamenti di tombe di età greca e
romana, con suppellettili sepolcrali varie. Sepolcreto di età Cristiana e
Bizantina. Monete bizantine.
Castello
Feudale: della Motta S. Aniceto. Scarsi resti di complesso, di età
rinascimentale (tra Motta S. Giovanni e Pellaro).
Ruderi
di Motta S. Aniceto - Avanzi di caseggiato distrutto dal terremoto del 1783 -
Resti di imponente cinta muraria civica con porta urbana etc.
Oppido Mamertina:
(ant.
Mamertion, Mamertum, prima Opedo, poi Oppito, infine Oppido; lat. Oppidum (paese
fortificato)
Zona
archeologica: necropoli Preellenica della prima Età del ferro (sec. IX - VII)
nella fraz. Castellace Località Castellaro o Campi di Buzzano) e in contrada
“S. Leo” recupero di suppellettili sepolcrali di confezione indigena
e d’importazione. Resti di abitato antico, di età classica in località
“Crosonio” prob. avanzi di Mamertium e in località “Mella” mura di
cinta, castello, abitazioni).
Vestigia
di età classica - Reliquie di stanziamento greco e romano nella contrada
Castellace, Nella e Crosonio. A Castellace, ritrovata, fra l’altro, una
iscrizione arcaica.
Necropoli
Ellenistica romana nella frazione Tresilico.
Rovine
di Oppido Vecchia: in località omonima, superstiti ruderi dell’abitato
distrutto dal terremoto del 1783.
Avanzi
del Castello Mamertino, rifatto in età aragonese (con torri angolari e mastio
centrale - Resti delle mura di cinta merlate), dell’Oppido Fortificato.
Reliquie murarie della Cattedrale e del Convento dei Francescano.
Palepolis (Paleopoli):
Ultima
cellula civica dell’antica Locri, devastata dai saraceni nel sec. X. Ne
conserva il ricordo il nome la c.d. Torre di Paleopoli (detta anche “dei cervi” - Con
il nome di Paleopolis era designato anche una cittadina scomparsa, sita nella
zona tra Catanzaro e Squillace.
Palizzi:
(grec.
Politision, piccolo abitato, lat. medioevo Palicium, palizzata, a. 1310, de
palitio, a. 1325 Mecta Palicìì - a. 1412 Politium a. 1435, terre Policìì).
Zona
archeologica: ritrovamento di una tomba greca arcaica (VI sec. a. C.) munita di
corredi sepolcrale (ceramiche vascolari, fra cui, una piccola anfora corinzia).
Castello
Feudale: a Palizzi Superiore; Baluardo fortificato di titolarità feudale, prima
dei Ruffo di Calabria (sec. XV) poi da altri fino al XVIII sec. Avanzi di
complesso di buona architettura su strapiombante sperone roccioso, attorno a cui
è raccolto l’abitato del paese. Ruderi delle mura perimetrali e delle torri.
Palazzo
feudale - Monumento Nazionale.
Palmi:
(ant.
Tauros - Teuroeis; lat. Taurianum, Tauroentum, Tauriana; lat. Palma; a. 1310
ecclesie S. Nicolai de Palma, poi Carlopoli).
Fino
a tutto il sec. XVI il paese ebbe il nome di Carlopoli, perchè ricostruito da
Carlo Spinelli, primo Duca di Seminara, dopo la distruzione operata dal Corsaro
Dragut nel 1549.
Zona
archeologica: cospicue vestigia archeologiche di Turianum (distrutta dai
saraceni nell’a. 951). In contrada Traviano Scimà Ciambra, Pietrenere,
Puntona ecc. Vestigia di stanziamento preistorico della Prima Età del Ferro
(Contr. S. Leo, Reliquie di età classica Romana e di età protocristiana e
bizantina. Necropoli Romana (in contrada Scimà), avanzi di Theatrum Latino
(elementi della cavea), resti di Mausoleo Romano - Avanzi della Via Popilia o
Annia. Nella località Pietra Campana, Laure Eremitiche di età bizantina.
Ritrovamenti vari di varie età - ruderi edilizi, sculture marmoree, resti
musivi, epigrafi sepolcrali, vasellame anche argenteo del I sec. a. C. Statuette
fittili, monete etc. Busto marmoreo dell’Imperatore Adriano.
Nel
territorio Palmese, sorsero gli stabilimenti magno-greci di Tauros - Tauroeis
assurti a grande floridità in periodo latino con i nomi di Taurianum -
Tauroentum o Portus Orestis.
Cinta
Urbica - Resti delle muraglie.
Castello
di Tauriana - Resti della solidissima costruzione nei pressi della torre di
vedetta. Avanzi della triplice cortina di precinzione del complesso, legato alla
leggendaria tradizione di Donna Campora, dama taurianese rapita dai corsari.
Torre
delle Pietre Nere (a. 1565) Torre di vedetta costiera, cinquecentesca - Avanzi
di uno sperone omonimo.
Palazzo
di Città - Edificio novecentesco sede delle seguenti istituzioni: Antiquarium
Comunale: contiene gran numero di reperti di scavi abbraccianti un arco di tempo
di 16 secoli dal VII sec. a. C. al IX sec. d. C. - Cimeli di grande importanza.
Museo
calabrese di Etyografia e Folclore “R. Corso” - con oggetti regionali
d’uso tradizionale, ceramica, ferro, legno, carta e tessuti.
Museo
Municipale F. Cilea: con composizioni del Maestro Cilea e cimeli vari. Inoltre
sculture in bronzo, in gesso, ritratti, marmi.
Museo
Guerrisi: contiene la raccolta delle opere dello scultore Michele Guerrisi di
Cittanova (1893 - 1963).
Biblioteca
Comunale “D. Topa”: con libri, Riviste, quotidiani, stampe, codici etc.
Pavigliana (Fraz. di Reggio Calabria):
(lat.
Pavigliana, mansione di un Pavilianum) biz. Pauliana.
Zona
archeologica: in località “Vinco” ritrovati resti di costruzioni della
bassa latinità. Nella stessa località, Grotte Trogloditiche (forse Laure
Basiliane), ossia resti eremitiche.
Pentadattilo (Fraz. di Melito Porto Salvo):
Etimologia
del toponimo: Penta - dàctyloi, le “cinque dita” della singolarissima
roccia di Monte Calvario, al quale l’abitato si appoggia. Pittoresco paese di
origine bizantina “la più singolare” delle dimore umane (B. Lear).
Castello
Feudale (degli Albertini), scarsi resti del complesso medievale (rifatto nel
sec. XVI) muto testimone della fosca tragedia del massacro della nobile famiglia
Albertini, compiuta la notte del 16 aprile 1686 (periodo spagnolesco) dagli
scherani di Bernardino Abonavoli, Barone di Montebello Jonico.
Placanica:
(ant.
Mocta Placanica, o Paganica, sec. XVI Motta Paganica. 1269, Casalis Platanici o
Placanice).
Zona
archeologica: ritrovamenti sporadici di età medievale, fra cui un cospicuo
tesoretto monetale aureo (monete cufiche del XIII sec.).
Castello
Medievale - Ruderi di complesso fortificato, fondato dai primi feudatari locali,
signori Arcadi, nel 1283, passato successivamente ad altri feudatari fino al
1806; promulgazione della legge Bonapartiana eversiva della feudalità.
Cintura
Urbica - Avanzi delle muraglie medievali, con resti di Porte Civiche (la
Portella, la Porta del Bando e la Porta Nuova) e di maestosa Torre di vedetta a
pianta circolare.
Polistena:
(a.
1269, eis ta Polistina - grec. polystenos, molte stelle).
Zona
archeologica: acquisizione di reperti sporadici vari, fra cui una Statua
Etrusca, con frammento di iscrizione Osca.
Chiese:
in Polistena esistono edifici di culto di interesse artistico, con un buon
numero di opere marmoree, lignee e pittoriche. Primeggia la Chiesa Matrice, di
grande forma barocca, edificata nel XVI sec. e rifatta dopo vari terremoti.
Interessanti sono le sculture in marmo ed in legno di famosi artisti, le volte
affrescate dai notissimi pittori Carmelo Zimatore e Diego Grillo nati a Pizzo
Calabro. Tesori d’arte del Gaccini del Jerace di G. Silipo e di U. Borghese,
che attirano l’attenzione dei visitatori.
Ravagnese (Fraz. di Reggio Calabria):
Sec.
XII, Ravagnese; dialettale ruvagnu (vaso di terracotta). Nel territorio banchi
di sabbia pliocenica fossilifera. Reperti fossili anche in un pozzo artesiano.
Fra i ritrovamenti una zanna di Elephas Antiquus.
Zona
archeologica: necropoli Ellenica - con sepolcri dotati di suppellettili
funerarie. Fra i reperti di scavo, elementi di una corona d’oro ed anello
aureo (quest’ultimo con incisione
raffigurante Atena + Nicke).
Riace (Superiore):
(ant.
Reatio, Reatium) Cinta urbica - Avanzi delle mura turrite medievali, con
superstiti Porte di S. Caterina. Robusta
reliquia muraria medievale, con stipiti e arcata a blocchetti litici quadrati.
Porta
di S. Caterina. Altro rudere della Cinta Urbica di età medievale (arcate a
tutto sesto)
Riace (Marina):
Torre
di S. Fili, Torre di Riace e Torre Ellero:
Robuste
Torri cilindriche di vedetta contro le incursioni turchesche erette verso la metà
del sec. XVI dal vicere D. Pedro di Toledo - Avanzi del complesso.
Ritrovamenti
archeologici: nel fondale marino, al largo di Riace e precisamente a Porto
Particchi (località Granci) ritrovate nell’Agosto 1972, due grandi statue
bronzee greche, prob. ellenistiche (III sec. a. C.) raffiguranti personaggi
barbati (guerrieri) con capo coperto di “pilos” (detti bronzi di Riace).
Roccella Jonica:
(ant.Amphyssa,
Iton, Mistrae, Romechium a. 1040 Rupella o Roccelle (piccola rocca)
Zona
archeologica: necropoli preellenica, in contrada S. Onofrio complesso sepolcrale
prei - protostorico risalente alla tarda età del Bronzo e alla prima età del
ferro (sec. IX - VII) a. C. .
Sepolcreto
indigeno, con corredi funerari di tipo siculo, con tombe terragne a pietrame
sciolto, di rito a inumazione con sporadici casi di incinerazione (esplorate 32
fosse d’inumati e pozzetti di cremati con relative olle cinerarie d’impasto
grezzo). Recupero di cospicue suppellettili funerarie. Vasi biconici tipo
Villanoviano ecc.
Castello
angioino (della Rupella, con antico borgo omonimo): Ruderi di esteso complesso
fortificato, fondato in periodo angioino (sec. XV). Reliquie superstiti del
poderoso fortilizio sono alcuni tratti delle muraglie perimetrali con avanzi di
torri e bastioni.
Cospicui
ruderi del magnifico Palazzo Feudale settecentesco.
Avanzi
delle scuderie adorne di mascheroni litici.
Rosarno:
(ant.
Medma o Mesma, Medio evo Rousàron, da personale collettivo grec. biz. oi Rousàronoi,
discendenti di un Rosario o Rousaris. a. 1551 Terra Rozàroni, da una forma
anteriore Rozàroni a. 1305 Rosarni - a. 1450 Castri Rosarni.
Zona
archeologica: indiziata per la presenza di vestigia antiquariali, una vasta zona
compresa fra il Petroce e il Mesima, e specialmente le contrade Pian delle
Vigne, Calderazzo e Molio Carrozzo.
Ritrovate
Reliquie di stanziamento prei - protostorico indigeno della prima età del Ferro
(sec. IX - VII a. C.) e in più vasta misura reliquie di età classica (VI - V
sec. a. C.).
Fra
i ritrovamenti di scavi: necropoli elleniche in località Calderazzo e Pian
delle Vigne. Vasti e poco esplorati sepolcreti. Deposito di materiale ieratico
vario, terracotte figurate, busti femminili, statuette di divinità, modelli di
Tempietti (Esplorazione Orsi 1912 - 17)
Vestigia
di Santuario Greco: Nuclei di Edifici Ellenici romani riferibili a Villa
Rustiche; fra i reperti un grande
deposito di cavallini fittili, monete Bruzie Mamertine e una statuetta bronzea
raffigurante Perseo, pezzo di fattura Locrese.
Torre
di Mesiano (o di Rosarno) - Torre di vedetta costiera, facente parte del
dispositivo contro le incursioni turchesche (sec. XVI).
Mitrei
dei Poro - Cripte ipogeiche rupestri, presunti “spèlaka” mitriaci del Poro.
Castello
Feudale: scarsi ruderi dell’edificio appartenuto ai Conti Borrello e ai
Pignatelli di Monteleone.
Saline Joniche (Frazione di Montebello Jonico):
Zona
archeologica: scoperte sporadiche varie, di età greca e romana, in località
Vasi Cumelli e altra. Fra i reperti di scavo un gruppo di terracotte jeratiche
greche, una statuina bronzea con figura muliebre, un’ansa con bollo e il
sostegno di un’offerta dedicatoria alla Dea Persefone: V sec. a. C..
I
trovamenti archeologici attestano l’esistenza, in territorio di Saline, fin
dall’età arcaica di un Santuario (tèmenos o hieròn) dedicato a Demetra e
Kozo.
Altri
rinvenimenti concernono: un gruppo statuario fittile di divinità etolia, due
altre statuette in terracotta ed una stele con iscrizione dedicatoria.
Samo di Calabria:
(ant.
Samos, Palaiokastron, poi Crepacuore e poi Metatesti, Precacore. Dal 1911 Samo).
Castello
di Pitagora - Ruderi della Rocca Medievale di Paleocastro sulla vetta del Monte
Castello.
Ruderi
di Crepacore - reliquie dell’abitato, distrutto dal terremoto del 1783 -
Capoluogo della Baronia dei Marullo, Squarciafico, Tranfo, De Francesco.
San Giorgio Morgeto:
(ant.
Morgantion o Morgetia, Atlanum, già S. Giorgio) e dal 1864 S. Giorgio Morgeto.
Zona
archeologica: vestigia di età classica con resti di ciclopici muri (a valle del
Cappello) attribuibili a una “Ktìsis” ellenica (ritrovamento, fra
l’altro, di un tesoretto monetale greco), vestigia di insediamento preistorico
dell’età della pietra levigata. Rinvenimento, fra l’altro, su una sponda
del Torrente Jeropotamo, di un’ascia neolitica).
Castello
Medievale a quota m. 690: poderoso complesso fortificato, fondato in età
bizantina (sec. IX - X d. C.) a dominio di magnifica veduta panoramica,
ricostruito in periodo prerinascimentale, dai feudatari Caracciolo (sec. XIV) e
successivamente da altri feudatari. Ruderi di fortilizio con bastioni turriti,
mastio dell’edificio parzialmente in rovina.
S. Giovanni di Gerace:
(ant.
Levadia o Livadia, a. 1457, Casale di S. Giovanni della Grotteria)
Zona
archeologica: vestigia di stanziamento dell’antichità Classica, in località
Lavadisi (pertinenti a un’antica Levadia, nel bacino del Levadio) Ritrovamento
sporadici dell’antichità greca e romana e di età bizantina, in località
Mannò, S. Teodoro, Basile, Zagaria e Torre.
Ex
Palazzo Barillaro - Architettonico edificio con robustissimi muri dotati di
feritoie, opera di maestranze Serresi dell’800; facciata con elegante portale
lapideo neoclassico ottocentesco, listato e bugnato con cimasa decorata e
sormontata da verone a colonnine calcaree. Palazzo d’importanza storica
locale, perchè vi nacque e morì il Poeta Sangiovannese Attilio Barillaro (1914
- 1938).
Neo
Palazzo Barillaro (in Via G. Matteotti): collezione privata di cimeli
archeologici. Attiguo all’edificio, giardino con statua fittile della Dea Roma
(opera coroplastica di bottega partenopea del 900 e lapide sepolcrale marmorea
datata e inscritta a. 1695) ornata di stemma dei Nobili Hjeraci.
San Gregorio (Frazione di Reggio Calabria):
Necropoli
Ellenistica, pertinente forse all’antica Rhegion Calcidia.
Ritrovamento
di cimeli sepolcrali vari, di età arcaica e classica, fra cui un cratere greco
verniciato in nero, adoperato come cinerario e contenente una preziosa
suppellettile di arte jonica, ascrivibile al IV sec. a. C., anello aureo con
figura muliebre panneggiata munita di due paia di ali. manico figurato di
pantera bronzea da capitello jonico, V sec. a. C. o maniglie da vasi in bronzo).
S. Stefano d’Aspromonte:
Nel
territorio, Laure Trogloditiche basiliane, attive nel sec. X (zona
dell’aspromonte) Ruderi Basiliani della Cupola di S. Silvestro.
mausoleo
di Garibaldi - Nella zona dei Forestali Monumentale Sacrario in onore
dell’Eroe dei due Mondi, a ricordo della ferita infertagli nella località
dalle milizie regolari del
Colonnello Emilio Pallavicini, lapide ricordo dello Storico Evento.
In
contrada Zuppinelli Cippo ricordo dell’Impresa Garibaldina (a. m. 1262
“Pineta Petrulli”)
Scilla:
(ant.
Skyllaion, Oppidum Scyllaeum - Arciades)
(Ved.
Skyllaion, il promontorio orientale della Argolide eskylletion), colonia Magno
Greca nei pressi dell’omonimo promontorio, costituente il “Navifragum
Scylaceum” di Virgiliana memoria.
Mitica
“Rocca di Scilla” evocata da Omero, Virgilio, Dante e dominata dal superbo
Castello.
Castello
Ruffo - Magnifico complesso feudale dei Principi Ruffo di Calabria, fondato in
età normanna (sec. XI) fortificato nel 1255 da Pietro Ruffo; gravemente
danneggiato dal terremoto del 1783 e più volte restaurato, è sito sopra uno
sperone roccioso della mitica rupe di Scilla (nel sito dell’arco italiota
dell’antica Skyllea del romano Oppidium Skyllaceum). Nel 1282, vi cercò
scampo l’equipaggio armato delle navi di Carlo I° d’Angiò dopo il fallito
assalto di Messina.
Esterno
in bell’architettura, con coronamento merlato. Portale litico bugnato,
sormontato dallo stemma Ruffo a bassorilievo (a. 1543)
Seminara:
(ant.
Seminara, biz. Seminarion, dal lat. seminarium - semenzaio).
Cave
di marmi pregiati. Depositi di quarzo - dioriti. Classico centro di industrie
artigiane di ceramiche artistiche e tipiche, con ornamentazione a motivi
zooformi (anche antropoformi e fitomorfi).
Monastero
di S. Filareto - Fondazione monastica Basiliana di età Bizantina (sec. X)
Avanzi di complesso. Scrigno con braccio - reliquiario rinascimentale di “S.
Filareto” (prob. del 1451) con mani, rifatta nel 1605 (pezzo d’arte oggi
consacrato nel Santuario della Madonna dei Poveri).
Siderno Marina:
(ant.
Sideron, medioevo Mocta Sideronis, da un personale collettivo Sideronis,
possesso dei discendenti di un Sidero, già Pizziniti)
Zona
archeologica: nelle pertinenze e adiacenze della Villa Albanese vestigia di età
classica greco romana (ritrovamenti di cimeli marmorei, fittili e numismatici.
Vestigia di età medievale; tombe paleocristiane, con reperti vari, fra cui un
interessantissimo encolpio bratteato di arte orientale su laminetta aurea
istoriata, con la figurazione della Adorazione dei Magi e con una delle più
antiche immagini della “Madonna” in Calabria; cimelio di derivazione Siro
Palestinese, simile ad altro proveniente dalla zona archeologica di Tiriolo (VI
sec. d. C.) In contrada “Salvi”, rinvenimento di testa greca - vestigia di
Necropoli Antica.
A
Siderno Superiore: avanzi delle muraglie della Cinta Urbica di Mocta Sideronis,
città feudale dei Caraffa di Roccella (1561 - 67) e altri fino al 1806). Resti
della cortina eretta nel sec. XVI da G. Battista Caraffa di Grotteria a presidio
dell’abitato contro le incursioni turchesche.
Palazzo
feudale - Ruderi del complesso rinascimentale (sec. XVI) con avanzi di ponte
levatoio.
Palazzo
Falletti - Bel portale bugnato del 700, sormontato da Stemma Patriziesco
(scolpito e dichiarato Monumento Nazionale. Il palazzo venne eretto nel 1713.
Palazzo
Calauti: interessante portale datato dall’a. 1698. Sulle mura del palazzo , n°
5 iscrizioni in latino, rievocanti la storia dell’edificio a cominciare dal
1676.
Spartivento (Capo):
(ant.
Heakleon akron, Erculis Promontorium).
D’importanza
tradizionale perchè secondo il mito vi avrebbe fatto sosta Ercole durante la
rincorsa del bove (vitulus totenico dell’Italia antichissima) rapito
all’armento gerionico; onde il toponimo Herakleon.
Torre
Costiera - Torre cinquecentesca, detta Torre di Ercole e di Capo Spartivento,
eretta a salvaguardia della zona contro le incursioni barbaresche.
Stignano (già Casale di Stilo):
(lat.
Stenianium, possesso di un Stenus o Stenius).
Castello
Feudale: ruderi del complesso sorto in età medievale e appartenuto ai feudatari
della Città di Stilo, di cui Stignano fu per lunghi secoli Casale.
Torre
S. Fili: torre cilindrica di vedetta costiera, facente parte del dispositivo di
guardia contro le incursioni turchesche - sec. XVI (avanzi).
Monumento
a Tommaso Campanella, (presunta) umile casetta rustica dichiarata Monumento
nazionale , perchè ivi si presume aver avuto i natali il Grande Filosofo
Calabrese.
Stilo:
(ant.
Cocynthum - Castrum ant. Culumna).
Secondo
la “Geographia di Guidone etm. stylos, colon. a. 880 Stèlan.
Stilo
- “Città del Sole” campanelliana. Il più cospicuo centro bizantino di
eremitiche dei calogeri Basiliani della Calabria meridionale, definito
dall’Orsi, “terrasanta del Basilianesimo e del bizantinismo” Erede di
Stilida, ultimo propugnacolo dell’ant. Kaulonia, presso il “Cocynthum
Promontorium.
Zona
Archeologica: ritrovamenti sporadici vari (ad es. pavimentazioni musive
policrome antiche, in contrada “Natalone” ripostiglio monetale e cimeli
plastici in seno all’abitato civico e alle pendici del Consolino).
Castello
Normanno: complesso fondato da Ruggero II il Normanno nel sec. XI. Ruderi del
vasto complesso a pianta quadrata. Avanzi di età tardo medievale (sec. XV).
Resti di mura perimetrali (cinta merlata) porte. Reliquie dell’Oratorio
feudale.
La
Cattolica - Chiesa parrocchiale - Insigne monumento Nazionale (uno dei più
cospicui e singolari della regione) gemma architettonica incastonata in un
ristretto risalto della roccia montana, ai piedi del Consolino, e risalente
prob. al sec. X d. C. o al principio del se. XI. La costruzione segnalata per la
prima volta dal Calabrese Vito Capialbi da Monteleone (a. 1835) e valorizzata in
pieno, un secolo dopo, da Paolo Orsi. È triabsidata (absidi emicicliche rivolte
al mare, ciascuna con una graziosa biforetta, ed è corredata da cinque tipiche
cupolette a tamburo ad ombrello); munito di monofore centinate o di bifore, e
ornate di una leggiadra decorazione di gusto arabo, con laterizi disposti a
spira. L’interno del Tempietto a pianta basilicale, geometricamente impostata
sullo schema bizantino della croce greca.
Il
bellissimo monumento, il più armonioso e perfetto
degli edifici medievali, ha costituito oggetto di studio da parte di
numerosi cultori italiani ed esteri, fra i quali, il Capialbi, L’Orsi e
moltissimi altri.
Chiese
- Molte e belle Chiese sono da ammirare per il loro interesse culturale ed
artistico, dove figurano portali litici, opere marmoree, vaste composizioni
pittoriche, fra le quali, alcune, attribuite a Mattia Preti “Il Cavalier
Calabrese”. Argenterie Sacre specialmente al Duomo (Chiesa Cattedrale
dell’Addolorata).
Non
mancano nelle varie Chiese le opere lignee; come: altari, stalli, confessionili;
opere settecentesche di botteghe meridionali, nonchè lavori in ferro battuto da
artisti municipali del settecento.
Palazzo
Capialbi - Imponente edificio civile patriziesco, con belle sale - Biblioteca
con incunabili e libri vari, appartenente al Conte massimo Capialbi
(e ceduto al Comune di Stilo).
Monumento
a Tommaso Campanella (in piazza Carnovale) espressiva statua bronzea (su base
marmorea) del Grande Filosofo stilese “nato a debellar tre mali estremi:
tirannide, sofismi e ipocrisia”.
L’opera,
creazione dello scultore E. Gazzeni di Modena, è dovuta a munifico dono del
mecenate stilese Luigi Carnovale, ed è stata inaugurata dal filosofo Giovanni
Gentile nell’anno 1923.
Villa S. Giovanni:
(ant.
Columna Regina, ad Statuam, Ad Trajetctum, Caenis, Fossa).
Già
casale di Fiumara di Muro e di Catona. Comune autonomo 1791.
Zona
archeologica: vestigia d’insediamento di età classica romana. Avanzi murari e
altri ritrovamenti archeologici: laterizi antichi con bolli (marchio di
fabbrica). Nel fondale marino di “porticello” reperti antichi vari, greci e
punici, da naufragio di una nave oneraria antica del 300 a. C. anche frammenti
di statue marmoree e bronzee). Resti di una fortezza Borbonica dell’800, della
Torre del Cavallo e di un palazzo del ‘500.
Zephyrion Akroterion:
(lat.
Zephyrium Promontorium, od Capo Bruzzano).
Memorabile
quale luogo di approdo di un nucleo di Dori (diretti in Sicilia) nell’VIII -
VII sec. a. C. nonchè quale sede di stanziamento di un primo contingente di
coloni greci provenienti dalla locride fondatori di Lokroy detta
Epizephyrioi, perchè il primo insediamento è avvenuto sul promontorio
Zefirio.
Zoparto (Fraz. di Bovalino):
Ruderi
dell’abitato di Zopatro, distrutto dal terremoto del 1783. Nei pressi, anche i
resti di Bianco Vecchio, che, raso al suolo dal cataclisma sismico del 1783,
diede luogo alla fondazione di Bianconovo (oggi semplicemente Bianco).
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