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Stilo Villa S.Giovanni Zephyrion

Zoparto

   

Abbadessa (in agro di Portigliola):

Zona archeologica - Avanzi della cortina dell’antica Locri (sec. VI a. C.)

 

Acciarello (Frazione di Villa S. Giovanni):

Zona archeologica: reperti archeologici vari, ascrivibili ad età classica. Nel fondale marino, relitti di naufragio di una nave oneraria antica (500 a. C.) con frammenti di statue marmoree e bronzee ed altre interessanti reliquie.

 

Archi (Fraz. di Reggio Cal.):

Zona archeologica: presso la collina S. Francesco, ritrovata una mandibola infantile di tipo Neanderthaliano analoga a quella di Devil’s Tower (Gibilterra). In giacimento stratigrafico wiirmiano, recuperati anche resti ossei di fauna satinata, tra cui un frammento di tibia di Alca Impennis L. (uccello marino palmato)

 

Ardore Marina:

(ant. Ardurium maritimum?)

Zona archeologica: in contrada Giudeo Salice, Filici, S. Biase e Fossia; reperti archeologici di età greca, romana e paleocristiana (notevole un sigillo egizio sfingiforme fittile) alcuni vasi di bronzo e di ferro e alcune ceramiche vascolari.

Tempietto Greco (nell’alveo del Torrente Salie); resti dello stesso hjeron a blocchi megalitici calcarei. Reliquie del thesauros (favissa centrale). Frammenti di colonna dorica (Plesso scoperto da Barillaro).

Necropoli Protocristiana (Contra da Salice, proprietà Morando), Sepolcreto di rito a inumazione, con tombe a cappuccina e corredi funerari prevalentemente vascolari (complesso devastato da impianto agrumario); Recupero di sarcofago monolitico tufaceo, nonché bellissimo Sarcofago marmoreo paleocristiano baccellato (III sec. a. C.) con rilievi figurati, strigliature, medaglione del Defunto, vestito di toga alla romana, figura di Cristo sotto le spoglie di Attis, figure angolari del Buon Pastore; grifoni. Pezzo archeologico presso il Museo naz. di Reggio.

Necropoli medievale (Contrada Giudea, proprietà Meduri): Nelle immediate adiacenze d’un Oratorio rurale di origine medievale. Ritrovamento di vasi di bronzo e di ferro, lastre marmoree con titoli sepolcrali, ceramiche acrom, atiche, terracotte figurate ecc.

Nei pressi: sarcofago marmoreo (pezzo monumentale) del feudatario Orazio Gambacorta, Duca di Ardore, (sec. XVII) cimelio proveniente dalla diruta Chiesa di S. Rosa ad Ardore Superiore.

 

Ardore Superiore:

Castello Feudale: complesso quattrocentesco, a pianta quadrata, rifatto nel sec. XVII e munito di torri angolari (due cilindriche e due quadrate). Il potente fortilizio è stato titolarità di Fernandes di Cordova (Duca di Sessa) e di altri feudatari. Ruderi di complesso. Resti di poderoso torrione cilindrico con porta della rocca fortificata. Avanzi delle muraglie perimetrali.

 

Armi (Capo):

ant. Leukopetra Akroterion, Leucopetra Promontorium; grec. àrmos, rupe o àrmos, dorso di monte)

Zona archeologica: resti di villa romana (ritenuta quella di P. Valerio amico di Cicerone. Ritrovamento di Stele inscritta di età romana Imperiale. Necropoli Protocristiana, reperti vari, fra cui un prezioso corredo di oreficeria e un’epigrafe funeraria latina, contenente il brano di un’epistola di S. Paolo.

 

Bagnara Calabra:

(ant. Portus Balarum, Argiades, Balnearia, luogo di bagni, sec. XVI La Bagnara).

Castello Emmarita: suggestivo complesso feudale dei Principi Ruffo di Bagnara, a specchio sulla “Costa Viola” eretto nel periodo rinascimentale, su sostrato di età normanna, successivamente rifatto e recentemente restaurato per essere adibito ad Albergo.

Esterno con belle bifore archeacute, verande con arcate a tutto sesto, coronamento merlato. Interno con sontuosi ambienti, già sede di lussuosi arredi e preziose opere d’arte.

Torre di Ruggero: torre cilindrica di vedetta costiera attribuita a Ruggero I il Normanno; ma probabilmente eretta nel sec. XVI per ordine del vicere D. Pietro di Toledo, su consiglio del Capitano d’Armi D. Fabrizio Pignatelli di Cerchiara. Sorge sulla pittoresca scogliera di “Torre Ruggero” a picco sul mare.

 

Bianco:

(già Pugliano sec. XIV Pillianum - Sec. XV Terra Blanchi - a. 1324 Abbas S. Salvatore Blanci - a. 1328 Monasterium S. Salvatore de Blanco)

Zona archeologica: vestigia di insediamento etnico di età Romana imperiale. Ritrovamenti sporadici, rinvenimento di monete bronzee del III - IX sec. d. C. e di qualche testo epigrafo.

Proviene dalla zona archeologica di Bianco una iscrizione sepolcrale di epoca latina, pertinente a una famiglia bizantina, con nomi misti greco - latini.

Ruderi di Bianco Vecchio - Rovine dell’abitato, distrutto dal terremoto del 1783 (a circa 3 chilometri all’interno di Bianconovo, sorta dopo) e già capoluogo feudale della Baronia dei Marulli di Messina e dei Caraffa di Roccella. Resti della cinta urbica del caseggiato. Nei pressi, le rovine Zoparto, in territorio di Bovalino Superiore.

 

Bova (Superiore e Marina):

(ant. Peripolis, Sideron, dettaa Taurianum).

Zona archeologica: vestigia d’insediamento neolitico (presso il Castello) e stanziamenti presi-Protostorici dell’età del Ferro.

Castello normanno - Ruderi del complesso, fondato da Guglielmo di Frammedio nel 1099 (in panoramica posizione)

Bova Marina - Zona archeologica - Avanzi di antichità romane, sulla fascia costiera: Necropoli con plesso termale, Villa rustica, acquedotto in località “S. Pasquale” vestigia di edifici templari di età classica in località Crimi e sulla spiaggia.

Ritrovamento di Cippo Militare Latino del “dromos” consolare Appio- Traianeo, in contrada “Amigdalà” (cimelio con duplice iscrizione militare di Massenzio, riadoperato da Valentino e Valente). Reliquie di Necropoli di età classica in contrada “Tripepi” (forse Necropoli di Siderno). Nella predetta località “Amigdalà” (Valle S. Pasquale) vestigia di stazione etnica pregreca.

Rocca di Bova- Promontorio del Capo di Bova e Palizzi: Torre di vedetta cilindrica, eretta nel sec. XVI, contro le incursioni turchesche, ruderi. Chiesetta rurale della Madonna del Mare - Stella Maris (Madonna del Mare) statua bronzea di C. I. Petrone eretta sul promontorio nel 1965.

 

Bovalino (Superiore e Marina):

(ant. Altanus, Bubalinus, sec. XII Bebalion - Sec. XVI Bovalino a. 1188 e 1202 touvebalinou)

a) Bovalino Superiore - Castello Feudale di Moeta Bubalino (avanzi) costruzione di tipo militare, fondato in età normanna (sec. XI) rifatta a tipo feudale nel sec. XVI), e pervenuta in titolarità a Tommaso Macelli (1436 - 96) e ad altri feudatari fino al 1806. Resti di complesso a pianta quadrata, con torri angolari, danneggiato dal terremoto del 1783 e demolito dopo il sismo del 1908 perchè pericolante.

Avanzi delle muraglie perimetrali, con spigoli e cordonature in pietra tufacea. Ruderi di torri.

Chiesa Parrocchiale di fondazione medievale stile romanico ed altre belle Chiese con opere di interesse artistico.

 

Bovalino Marina: 

Chiesa Matrice; facciata stile romanico, interno con decorazioni a stucco, altare maggiore marmoreo, pregevole tela del pittore bovalinese Parisi.

Torre di Guardia - Ruderi della costruzione facente parte del dispositivo di vedetta costiera attuata dal vicere D. Pietro di Toledo per consiglio del Marchese di Cerchiara D. Fabrizio Pignatelli (sec. XVI)

Zona archeologica: Reperti sporadici vari, fra cui un frammento epigrafico e alcune tegole con bollo rettangolare (titolo del fabbricante di età latina)

 

Bracaleone:

(ant. Sperlonga o Sperlinga - sec. XV Mocta Brancaleonis):

Castello Medievale - Avanzi di complesso fortificato fondato dai feudatari Ruffo e poi passato in titolarità feudale ai d’aragona de Ajerbo (1515 - 65) e quindi ad altri feudatari fino al 1906.

Grotte Sperlonga - Laure trogloditiche Basiliane, con resti di affreschi sacri (figure di Santi), di arte locale di stile bizantineggianti, ma di tarda età medievale; (forse sec. XIII);

Torre di Sperlonga - Torre di vedetta a cono tronco, forse di età romana sul roccioso acrocoro di Sperlonga e servito, probabilmente, anche per Mausoleo Sepolcrale per un Capo Militare latino (Marcus Minucius) come da mutile iscrizione epigrafica  onoraria: M. MIN ... BELLUS CESSE ... SPERLUNGAE ... DUX ERAT ...NCATUS e ET SEPULTUS.

Torre di vedetta (a Brancaleone marina): Avanzo cinquecentesco del sistema di guardia di difesa, contro le incursioni turchesche.

 

Bruzzano Zeffiro:

(ant. Bruttianum, paese del Bruttio o “Villa” o “pagus” o “manzio” di Brutus; poi Nocta Brutiano e anche Brusano Vetere, sulle alture del c.d. “Armenia”)

Zona archeologica: vestigia di età greca presso lo Zepkyrion Ahrotèrion (lat. Zephyrium Promontòrum) odierno Capo Bruzzano, sede del primo stanziamento dei coloni Locresi, prima della fondazione di Lokroi Zpizephyrioi (verso la metà del VII sec. a. C.) e anteriormente, sede di avvento di nuclei Dori, dei quali alcuni distaccati da Theocle, e colà attestatisi.

Fra i reperti della zona, vasi antichi, monete ed altri oggetti. Nel tratto di mare antestante al Promontorio, ritrovate anfore di età Romana

Castello Medievale (avanzi) Ruderi della rocca fortificata di Mocta Bruttiano o Bruzzano Vetere, sull’altura detta “Armenia”.

Sede del Quartier Generale dei saraceni nel sec. XI. Complesso detenuto in titolarità feudale prima da Giovanni Bruida (1270 - 1305) poi da altri feudatari fino al 1806. Avanzi delle muraglia perimetrali a pianta quadrata con resti di torre. Reliquie di contrafforti di precauzione della rocca.

Ruderi di Bruzzano Vetere. Imponenti resti dell’abitato distrutto, sito in posizione dominante, sull’altura “Armenia”.

necropoli medievale - Reliquie del complesso sepolcrale, con avanzi di corredi funerari nella località monastica detta di S. Nicola del Prato, già sede di Monastero Benedettino omonimo.

Arco Carafa - Arco di trionfo del Principe M. Carafa, eretto nel sec. XCII. Stipiti e archivolto litici. Due colonne scanalate, con plini e capitelli ai lati della Porta: Fastigio decorato con iscrizione dedicatoria secentesca.

 

Calanna:

(ant. Columna Regia, etimol. da un prelatino Kalanna, scoscendimento).

Nel territorio sono state ritrovate reliquie di fauna ittica del Pliocene (età neozoica).

Zona archeologica: necropoli prellenica pre-protostorica indigena della tarda Età del bronzo e della prima, media e tarda Età del Ferro (sec. IX - VI a. C.) con sepolcri a grotticella artificiale e a fossa, di rito a inumazione (prevalentemente collettiva) muniti di cospicue suppellettili funerarie di tipo siculo (oggetti di bronzo, in ferro, ceramiche vascolari d’impasto grezzo e di argilla depurata, reperti di confezione locale e di importazione). Sepolcreto esplorato alla periferia del paese in un banco tufaceo rupestre.

Castello medievale (avanzo) Ruderi del complesso di notevole importanza nel periodo bizantino, normanno e Svevo. Reliquie della muraglia perimetrale. L’edificio per titolarità feudale dei Sanseverino di Milero e di altri feudatari fino al 1806.

Abbazia Bizantino-normanna: reliquie murarie dell’edificio (sec. XI) dal quale provengono, fra l’altro, due belle colonnine litiche reticolate di rosette ornamentali, custodite nell’Episcopio di Reggio Calabria.

 

Cannitello:

(ant. Columna Regia da un rad. lat. canna : dim. cannetellus o giuncheto)

Zona archeologica: vestigia di stanziamento etnico pre-protostorico indigeno della prima età del ferro (sec. IX - VIII a. C.) Vestigia d’insediamento di Età Romana (ritrovate, fra l’altro, monete auree ascrivibili al Basso Impero. Nel territorio, ritrovate anche alcune tombe a cassa, di età latina, e una lunga fila di dolii (vasi romani in terracotta).

Nelle acque territoriali, recuperate reliquie nautiche, costituenti relitti della battaglia navale combattutasi l’8 gennaio 1676, fra la flotta francese e quella olandese spagnola (durante la dominazione ispano vicereale).

 

Canolo (Vecchia e Nuova):

a) Canolo Vecchia - Zona archeologica: vestigia d’insediamento neolitico ed èneo (sull’acrocoro dolomitico di Prestarona, nella grotta di Kau e al Riparo di Fossa).

Reperti frammentari di bellissima ceramica impressa, graffita e dipinta, nonché di armi di ossidiana e pietra levigata; del III millennio a. C. Ritrovamenti, di alcuni fondi di capanna a pianta circolare, raschiatori di liparite (ossidiana) una testa di mazza del tipo “virgola” e frammenti di oggetti litici. Del periodo èneo (1500 - 1000 a. C. sono stati rinvenuti, fra l’altro, un’ascia bronzea a taglio ricurvo e una bipenne (significato emblemale sacrale del pezzo, espressione simbolica del pàredros” della Dea Madre Mediterranea); ed ancora  sedimenti dell’età del bronzo (I millennio a. C.)In una grotta alle spalle del c. d. Conte di Agnana (ponte sul Novito a circa 4 chilometri da Canolo Vecchio) è stato recuperato un ripostiglio di accette ènee (asce di bronzo giallino: 14 esemplari di vari foggia,  di cui alcuni a margini costolonati).

Nei pressi dell’abitato, esiste una serie di grotte preistoriche ancora inesplorate.

b) Canolo Nuova (in località Fiorentino, sui Piani di Milea),

paese di recente impianto urbanistico, sito sugli altipiani canolesi è venuto a sostituire, in parte, Canolo Vecchia, rimasta gravemente danneggiata e minacciata in seguito dei ricorrenti nubifragi e dei sommovimenti franosi.

 

Cardeto:

(già Carditello - lat. carditus, pieno di cardi)

Castello feudale - Ruderi dell’edificio, nei pressi della contrada “Malgeri”. Nella stessa contrada avanzi di Torre.

Abbazia Basiliana - Ruderi dell’edificio in contrada “Torre”

Ruderi di Convento - Reliquie dell’edificio in contrada “Donne”  verso Chiumputu).

 

Careri:

(ant. Pandore o Panduri sec. XVI Charere: arab. harere, tessitore, da un pres. Careri, dal semitico charerim (luoghi aridi):

Ruderi di Panduri - Avanzi dell’antico centro civico distrutto dal terremoto del 1783. Notevoli i ruderi della Chiesa Parrocchiale di S. Maria, eretta in periodo tardo - rinascimentale (a. 1586)

Chiesa matrice (di S. Maria SS: Assunta) Edificio Sacro fondato nel 1550, consacrato nel 1580, distrutto dal sisma del 1783 ( e sostituito nel culto, della vecchia Chiesa di S. Rocco) rifatto nel 1849.

Terme di Stranuso (contrada omonima) avanzi di vecchio complesso termale, con resti di acquedotto, eretto in periodo rinascimentale sec. XV - XVI)

 

Casignana:

(ant. Casiniana o casinianum)

Zona archeologica: Villa Romana (in contrada Palassi) Si tratta di cospicui avanzi degli ambienti di un grande edificio di età latina imperiale, forse di un gruppo di villae - rusticae o di un centro civico romano. Il corpo di fabbrica che si conserva perfettamente per una media di m. 1,50 di altezza, risale allo scorcio del III sec. a. C. con muratura a laterizi. vani ricoperti di intonaco dipinto. Pavimentazione in parte marmorea, in parte musiva con tessere policrome. Di notevole interesse la composizione  musiva, di cui fa parte importante un grande mosaico figurato che presenta in forme e tratti di squisita fattura, le immagini di due gentili figure muliebri in groppa a due leoni.

Tali mosaici trovarono riscontro in analoghi reperti musivi di Ville Romane dell’Africa Settentrionale.

Necropoli romana - Vestigia di Sepolcreto latino (III sec. d. C.) sito in fronte alla Villa di cui sopra e a breve distanza di essa (lato mare) con sepolcri a lastroni fittili e a pietrame sciolto, di rito misto (a inumazione e a incinerazione); Complesso distrutto durante lavori agricoli.

Grotte preistoriche (in contrada Varta) Caverne naturali, con vestigia d’insediamenti risalenti all’ultima Età della Pietra (Neolitico e della prima età dei Metalli (Eneolitico)

 

Castellace:

(Frazione di Oppido Mamertino)

Zona archeologica: Sepolcreto pre-protostorico della prima età del Ferro (sec. IX - VII a. C.)con corredi tombali di tipo siculo.

Vestigia di età classica, greche e romane. Fra i reperti, una dedica ad Eracle Reggino, in caratteri calcidesi, da cui risulta a Sud del Metauro (Petrace) il confine di Reggio sul versante Tirrenico.

 

Caulonia Antica:

(ant. Lete, Aulona, Kaulona, Kaulonia - grec. Kulòs, punta di lanci).

Zona archeologica: è sita presso l’odierno Capo Stilo, alla periferia dell’abitato di Monasterace Marina.

Tempio Dorico del sec. VI - V a. C. È ubicato nella breve rada antestante al Capo Faro (Punta Stilo) - Si tratta di un edificio monumentale, uno dei più grandiosi della Magna Grecia,. Era Dorico perìptero. Residuati ben conservati; cospicui avanzi dello stereobatis e delle stybolates, blocchi calcarei megalitici, disposti a struttura isodoma, nonchè resti di una vasta  gradinata di accesso; probabilmente adibito anche, a giudicare dalla sua ampiezza, ad espositorio degli “anathèmata” e vestibolo dell’Ara Sacrificale. Il Tempio era forse dedicato ad Apollo (testimoniato da monete) o forse a Zeus Hamarios.

Molti i recuperi arcaici databili alla fine del sec. VI. Ceramiche varie, bolli, monete ecc.

Nelle pertinenze e adiacenze del Tempio, ruderi vari di edifici di età classica, ellenistica e romana.

Notevoli i resti di un edificio civile (forse villa) vestigia di porticato e con elegante pavimentazione musiva figurata a tessere policrome, con soggetto zooforme (dragone esotico tricipite di arte orientalizzante).

Tempietto classico (Sacello) presso la “Passoleria Vecchia” o Arsende a monte dell’Acropoli e della Porta di Aulon,di Ordine Dorico, databile al V sec. a. C. Recuperate accanto a cimeli jeratici, alcune belle terracotte architettoniche.

Il Sacello per le sue bellezze, costituiva uno fra i più squisiti monumenti architettonici Italioti.

Sulla collina del Faro, sono state ritrovate vestigia di altro edificio Sacro, (forse Sacello dedicato a un Dio sacro ai naviganti).

Necropoli Ellenica: è sita nel Vallone Bernardo alle spalle della Necropoli Meridionale. Nella campagna archeologica 1912/15, l’Orsi vi esplorò 130 sepolcri, recuperandovi notevoli suppellettili di funerarie specie vascolari.

 

Caulonia Moderna:

(già Castelvetere - Castelvecchio; a. 1154 - Castrum Vetus a. 1278 - Castrum Veteris a. 1309 - Torri Castriveteris)

Cinta Urbica e Forte (in Via Baglio) Ruderi del complesso, fondato in periodo normanno (sec. X) e detenuto in signoria, prima da Magero Antonello e poi da altri feudatari fino all’eversione della feudalità. Nel complesso fortificato permangono solo scarsi avanzi della cinta e dei bastioni quattrocenteschi.

Torre di Camillari o dei Cavallari: in località “Casigli” a Caulonia Marina, fra l’Allere e l’Amus, esiste una bella Torre di guardia Costiera cilindrica con base a scarpate - (Avanzi sec. XVI).

Chiese: Molte bellissime Chiese di varie età e spesso rifatte contenenti cimeli d’arte marmorea, architettonica, con interessanti affreschi, stucchi e intarsi pregevoli.

Zona archeologica: nel territorio sono state ritrovate vestigia d’insediamento di età preistorica, reliquie antiche di età greca e romana nella Frazione Focà. Da una delle porte della città (Porta Amusa) proviene una stele sepolcrale marmorea contenente una iscrizione greca.

 

Cinquefrondi:

(ant. Mossato) Comune costituito dalla fusione dei cinque villaggi: S. Paolo - S. Elia - S. Demetrio e S. Nicola “Cinque frondi” urbanisitche del complesso.

Mura di cinta - Avanzi delle muraglie della cortina urbica eretta in periodo feudale. Torre medievale - Avanzi della costruzione.

 

Cittanova:

(già Casalnuovo di Cortaladi e, dal 1815 Cittanova) in antico Cortoladi, distrutta dal terremoto del 1616.

Zona archeologica: vestigia d’insediamento di età classica e medievale. Ritrovamento di ripostiglio monetale, con esemplari numerosi di conio greco (monete incluse) e bizantino per un complesso di circa 600 pezzi; le monete  greche sono provenienti da Poseidonia, Sibaris, Taras, Lao, Kroton e Kaulonia. Iscrizione sulle origini di Cittanova.

 

Condoianni (Fraz. d. S. Ilario dello Ionio):

(ant. Orra Lokron Uria)

Zona archeologica: sporadici ritrovamenti di età classica, greca e romana. Castello feudale (Avanzi): poderoso complesso fortificato, eretto nel Medioevo, probabilmente su sostrato di età classica, e pervenuto in feudo ai Signori Marullo Conti di Condojanni.

Nel 1496 il castello fu acquistato dai Principi Caraffa di Roccella e da loro detenuto fino alla eversione della feudalità (1806). Massiccio Torrione Centrale (Mastio) quattrocentesco, a pianta quadrata, con base a scarpata.

A Condojanni esiste una pregevole Icona tardo rinascimentale del 1588

 

Cosoleto:

(lat. Consulentus, del Console)

Castello medievale - A Stizzano, fraz. di Cosoleto Ruderi del complesso, fondato nel sec. XIII e infeudato ai Malerbi di Gerace, fino al 1464 e poi ad altri feudatari fino al 1806.

 

Delianova:

Vestigia d’insediamento etnico prei-protostorico della Prima età del ferro (sec. VIII a. C.)

 

Donis o Dionis:

(Frazione di  Siderno)

(Diò nysios, di un Dionigi, grec. Diònysion)

Zona archeologica: avanzi di muraglione a blocchi megalitici nella zona Segnalimiti tra la contrada Dionisi e Marcinà.

 

Drosi (Frazione di Rizziconi):

(ant. Drusium “mansio” di un Drusus)

Zona archeologica: piccola Necropoli greco - romana con tombe del tipo a “cappuccina” dotata di magri corredi funerari, nella zona conterminante fra i territori di Gioiosa Ionica e Marina di Giocosa Ionica.

 

Fiumara del Muro:

(Ant. Mocta Anòmeri o Motta dei Morti)

Piazzaforte dei saraceni in Calabria; a. 1412)

Motta Anòmeri; grec. mod. ano-meros (parte alta)

Castello medievale - Resti dell’edificio feudale appartenuto prima ai Sanseverino di Terranova fino al 1480 poi ad altri feud. fino al 1806.

 

Gerace:

(grec. Ge Heras, Ge Hrace, Hyraki, Giraci, Girace, Jeraci, a. 1525, Girazzo)

Zona archeologica: vestigia di stanziamenti  indigeno della tarda età del Bronzo e dalla prima, media e tarda età del ferro.

(Necropoli a grotticelle artificiali, di tipo siculo ed abitacoli trogloditici in località “Stefanelli” - L’aggregato di cellepreste (scoperte nel 1971) è sito in  banco calcare conchiglifero, ed è costituito da cavernette a pianta rettangolare, con banchine su tre lati, voltine a “tolos”, ingressi sormontati da arcatelle per lo più a tutto sesto.

Nell’esterno, lembo orientale della “Piana” alle spalle della Chiesa di Monserrato, piccola necropoli Antica, probabilmente di età Bizantina con sepolcri a fossa. Nei dintorni dell’abitato “Laure” trogloditiche di jeromonaci basiliani.

Castello Normanno (Ruderi al Laglio Baglio: alt. m. 479) Poderoso plesso fortificato medievale, fondato in età bizantina (sec. IX e X, poi rifatto da Ruggero II il Normanno nel sec. XI). Resti di poderoso Torrione, mastio angolare cilindrico. Avanzi di baluardi quattrocenteschi e altre muraglie.

Porte urbiche - Avanzi di età  medievale; notevoli la Porta delle Bombarde, e la Porta del Borghetto e la Porta delle Tribune e dei vescovi

Cattedrale - Sono molto interessanti le belle Chiese di Gerace, alcune di antiche fondazioni monastiche con annesso convento. In esse si notano moti di ispirazione bizantina e soprattutto barocche. Non mancano opere marmoree di rilevante interesse artistico e sculture lignee di pregevole fattura, nonché tele rinascimentali.

La Cattedrale (dell’Assunta) dichiarata Monumento Nazionale con Decreto 21 maggio 1940, primeggia fra tutte. È il più vasto corpo chiesitico della Calabria (m. 75 per 26, pari a m.q. 1898; altezza della cupola m. 23) e costituisce la principale testimonianza dell’architettura romanico - lombarda nella Regione.

L’edificio è stato impiantato agli inizi del sec. XI sul sostrato e con lo schema cruciforme latino della prisca Chiesa Bizantina (S. Cyriaca o S. Domenica), consacrata nel 1045, rimaneggiata da architetti Fredericiani e riconsacrata durante l’epoca sveva nel 1222.

 

Gioia Tauro:

(nei pressi dell’ant. Metauros, Metra Uria)

Zona archeologica: resti della antica Metà Urom (Colonia Locrese e presunta patria di Stesicoro) tra il Petrace e le località “Due Pompe e Monicelli” e tra l’attuale abitato di Gioia Tauro. Ritrovamenti vari fra cui i resti di un Tempio Arcaico e un gruppo equestre fittile di età classica. Necropoli Ellenica - romana complesso sepolcrale prevalentemente di rito incineratorio, con reperti tombali, specie vascolari, vasi geometrici, corinzi, jonici, attici e romani databili da XII sec. a. C. al II sec. d. C. (esplorazione A. De Franciscis a. 1960)

Villa Rustica romana: avanzi di villa o Masseria di età latina repubblicana (I sec. a. C.), pertinente all’antica Metaurum.

Torre Spina - Torre di vedetta costiera facente parte del dispositivo di avvistamento, disposto da dominio vicereale spagnuolo, nel sec. XVI - XVII, contro le incursioni barbariche.

 

Gioiosa Jonica:

(antica Mystia, Subsicivum, Orra Lokrum, nel sec. XV Moc ta Jojusaco Geliosa: nel 1525 Motta Giopsa).

Esiste la necropoli indigeno-ellenica (località S. Antonio o costa degli Impisi - Sepolcreto arcaico (VII - VI se. a. C.) di tipo “misto” di rito a incinerazione con tombe indigene italiche e pietrame sciolto e con tombe greche a cappuccina. Ritrovamenti di ustrini crematori; Recupero di suppellettili sepolcrali, fittili e metalliche, di confezione locale e d’importazione (Complesso scoperto da E. Barillaro a. 1961);

necropoli Medievale (località Annunziata) Sepolcreto di rito a inumazione con tombe in muratura ordinaria, costruito con materiale edilizio ricavato da Terme Romane della sede e coperte di lastroni in terracotta. reperimento di suppellettili fittili e metalliche (III - IV sec. d. C.) (Complesso scoperto da E. Barillari, a. 1962).

Altre necropoli greche o romane o bizantine, in località Castellano, Drusù, Bernagallo e pristarello.

Il Nanilio - Contrada Annunziata: caratteristico edificio ipogeo di età romana imperiale (II - III sec. d. C.) accessibile mediante tipica scaletta a chiocciola e costruito da tre contigui ambienti di diversa grandezza di cui il maggiore è una cripta alquanto vuota;

Controversa la funzione del Naniglio la cui denominazione (Naòn Heliou - An - bè lion) ha dato la stura alle più contrastanti supposizioni.

Tempio del sole? Piccolo tempio di Nanaossia di iside? Edificio “senza sole” ossia Kellarion” con funzioni di “apotekè” serbatoio idrico? Ma è ovvio che si tratti di resti di un grande edificio termale latino abbinato a un Sacello Mitriaco.

Recuperati, all’interno dell’edificio, frammenti vascolari fittili figurati e una moneta di Giuliano l’Apostata.

Il Parabagno (contrada Subfendo) è sito a breve distanza del naniglio ed è costituito dagli avanzi di un ambiente a pianta quadrata “ad opus incertum” con attigui ruderi di ambienti a volta “opus reticulatum”. Si tratta anche qui dei resti di un Balneum latino coevo all’edificio precedente facente parte di un cospicuo comprensorio termale.

Castello feudale - Poderoso complesso di età aragonese (sec. XV) Avanzi di un complesso fortificato in parte a picco sul torrente Gallizzi) con baluardi e torrioni, portale d’ingresso litico bugnato. Nelle pertinenze avanzi delle mura di cinta della Motta Medievale, con resti di Porta Urbica (denominata Porta Falsa).

 

Grotteria:

(ant. Castrum Minervae, Criptaurea, Sec. XII - XIII Agrotera sec. XIV Agroptera e Agrotteria Sec. XVI Agroptera.

Zona archeologica: in località S. Stefano Sepolcreto prei - protostorico indigeno, di rito a inumazione collettiva, risalente alla Tarda età del Bronzo e alla prima età del Ferro (sec. IX - VII a. C.) con tombe a cavernette artificiali di tipo Siculo, scavate in un banco di arenario pliocenico stratificato. Complesso scoperto e in parte esplorato, da E. Barillaro nell’anno 1961. Recuperate suppellettili funerarie varie in bronzo e terracotta e ferro. Fra i reperti di scavo: ceramiche vascolati di impasto grezzo (di confezione locale) e depurato (d’impostazione esogena) come doli, pytoi, hydrie, pinòchoai, lekanai, pèlikes, phialai (notevole uno “skyphos” di produzione italiota, o di derivazione allogena, contenente la figurazione simbolica di una “labris” bipenne) e anche armi, armille, fibule, scarabei, sigilli con figurazioni egizie, rocchetti, fuseruole, pasta vitrea, pastiglie di ambra ecc. sicura testimonianza di vita locale di elevato fervore ed indice che i coloni greci, affluiti nella zona, non vi hanno trovato una “terra di nessuno” ma un settore già popolato.

Edificio ellenico - Sul monte Palazzi (contrada crocererrata, resti di costruzione greca, a pianta circolare a pietrame sciolto (o in legamento a “tajo” (misto di argilla contenente anche “bolo”. Recupero di frammenti architettonici litici (calcarei) e di reperti metallici e fittili (vascolari). Il complesso è stato scoperto da E. Barillari nel 1961.

Castello Medievale (ruderi): Baluardo Medievale di origine Normanna eretto su sostrato di età classica e tenuto in Signoria feudale, prima da Alberico Piscicella (sec. XII) e poi da altri feudatari fino al 1806, data di eversione della feudalità. Avanzi delle muraglie perimetrali  a pianta quadrata. Resti di due torri cilindriche angolari e del mastio centrale.

Avanzi di bel portale litico, a blocchi di granito locale, con arco a tutto sesto. resti di cisterna idrica ipogeica. Sul fronte del complesso alto obelisco inscritto, sormontato da statua marmorea dell’Immacolata (a. 1952) Chiese bellissime di vari e epoche e di interesse artistico.

 

Lazzaro (Frazione di Motta S. Giovanni):

(ant. Leukopetra) Zona Archeologica: resti di grandiosa Villa Romana (in località Lia) probabile dimora del Patrizio Plio Valerio, che nell’anno 59 a. C. diede ospitalità a Marco Tullio Cicerone, fuggiasco da Roma dopo la condanna all’esilio infertagli dal Primo Triumvirato. Tombe con suppellettili sepolcrali, monete (età romano bizantina).

Stipe Votiva Greca (Allo stretto della Ferrina, lungo la Rotabile Lazzaro Motta S. Giovanni) Deposito Sacro (favissa) di età greca (s. V/III a. C.) con recuperi jeratici vari anche vascolari (statuette fittili di età etonie, spec. di Demeter e di offerenti, vasi colorati e istoriati, lucerne ecc. Chiare testimonianze dell’esistenza, in sito, di un Santuario di Persefone.

Necropoli Latina e Protocristiana - Sepolcreto del II - III sec. d. C. di rito incineritorio, con tombe di cospicue suppellettili funerarie (recuperato, fra l’altro, un prezioso corredo di oreficeria con eleganti collane, pendagli, orecchini etc.) Ritrovamento di monete di età bizantina. Presso il Leukopetra (odierno Capo dell’Armi) rinvenuta una iscrizione sepolcrale protocristiana, contenente un’apostrofa di S. Paolo (Epistola ad Romanos, VIII, 31)

 

Leucopetra - promontorium:

(grec. Leucopetra Akron: odierno Capo dell’Armi)

Zona archeologica: Villa Romana - (resti in contrada Lia) probabile appartenuta al patrizio Publio Valerio, amico di Cicerone ove l’Oratore fu ospite (I Filippica, Capo 3, fuggiasco da Roma per la condanna all’ostracismo infertogli dal Primo Triumvirato nell’anno 58 a. C.

Favisso Classico (Località Cuccumeli) deposito sacro (favissa) con reperti jeratici di età classica (terrecotte votive e statuette muliebre bronzee)

Vestigia protocristiane - Vestigia Sacra (pittura) di età protocristiana. Nella grotta di Dionisi o Jonisi, prob. Laura Basiliana, reperito nel 1957 un graffito paleocristinao, con iscrizione arcaica, contenente parole d’ammonimento di S. paolo (epistola ad Romanos, VIII 31)

Stele latina Nelle pertinenze del Leucupetra Promontorium, rinvenuta una Stele inscritta di età romana imperiale. In contrada Saline, ritrovata anche un’ansa vascolare con bollo (età latina imperiale).

 

Locri antica:

(grec. Lockroi Epizephyrio; lat. Locris Apizephyrii, e poi Lucris e Paliopolis).

Insigne “polis” magnogreca, fondata verso la metà del sec. VIII a. C. dai coloni ellenici provenienti da Locride Opunzia e dalla Locride Orolia o da stirpi miste, dopo un breve insediamento presso lo Zophyrion Akron odierno Capo Bruzzano)

Zona archeologica: è sita a circa km 5 a Sud ovest dell’odierna Locri, tra le fiumare Gerace e Portigliola.

Le superstiti vestigia archeologiche comprendono resti di quartieri abitati (con notevoli nuclei di officine industriali) rilevanti tratti di Mura di Cinta, avanzi di fortilizi e di opere idrauliche, ruderi di edifici vari, anche monumentali (specie Templi) reliquie di Necropoli di varie età e civiltà.

Antiquarium: è sito su avanzi di edifici antichi, nella zona archeologica in località Marasà a brevissima distanza del Tempio Jonico.

È costituito da vani sopraelevati, rotti da piloni ed ospita reperti di scavo preellenici, ellenici e romani, metallici, litici e fittili; provenienti dai Santuari e dalle Necropoli e da altri plessi dell’antica metropoli. L’antiquarium è stato inaugurato il 7 novembre 1971.

Mura Urbiche - Circondavano per intero o quasi, il comprensorio urbanistico della Città, sviluppandosi per un percorso di Km. 7 e m. 500: ne residuano rilevanti tratti a blocchi megalitici, disposti a struttura isodoma, prevalentemente ascrivibili alla fine del IV e al principio del III sec. a. C. Notevoli nel percorso murario, gli avanzi di Torri.

Il tempio Jonico di Marasà. È comunemente noto anche come Tempio dei Dioscuri; è sito alle spalle del nuovo “Antiquarium” ed è l’unico Tempio Jonico della Magna Grecia (se si eccettua uno minore, con elementi Dorici identificato ad Hipponion).

L’esplorazione del Monumento è dovuta a  P. Orsi, (campagna di scavi 1889 - 90), nonchè a De Franciscis (1954 - 55). Le operazioni di scavo hanno consentito il recupero, fra l’altro, dei celeberrimi gruppi marmorei equestri acroteriali dei Dioscuri e di una statua mutile di Nereide, nonchè di cospicui elementi decorativi fittili del rivestimento e coronamento dell’edificio. Incerta è la divinità cui il Tempio era dedicato; si è pensato a Persefone, a Zeus, ai Dioscuri e ad altre divinità ancora.

Scavi di cento camere: Fitto reticolato urbanistico della “Città bassa” con ruderi di abitazioni di età greca, nonchè di un intero quartiere di officine industriali laterizi, figuristiche e coroplastiche.

Cospicuo il numero dei reperti di scavo comprendenti  pregevoli esemplari vascolari, statuine e testine raffiguranti per lo più divinità, cimeli archeologici vari.

Ruderi di S. Francesco - Avanzi di edifici della città di età classica romana di età protocristiana. Notevoli i resti di Thermae latine di età imperiale (qualcuna dotata di pavimentazione musiva).

Teatro Greco - Romano: (Località “Pirèttina” agro di Portigliola) Edificio di età ellenistica (IV - III sec. a. C.) rimaneggiato in età romana. Avanzi della cavea (Koilon emiciclico privo di diazomatura) divisa in cinque cunei da quattro “scolae intercuneo” . Resti di rilevato scenico, orchestra semicircolare. Resti di conduttura idriche destinate al drenaggio del complesso.

Tempio Dorico Marafioti: (sulla spiaggia dell’Imperatore) edificio culturale scoperto nel 1829 dal Duca di Lujnos ed esplorato da Paolo Orsi nella campagna di scavi 1910 - 11. Residuano solo vestigia di grandioso edificio, avanzi delle fondazioni e della platea, ascrivibili ad età classica. Fra i recuperi: l’insigne Efebeo Cavalcante o Dioscuro (un Kòuror a cavallo sorretto da una Sfinge antropomorfa) costituente il più grande e bello gruppo acroteriale fittile del mondo, databile al decennio 475 - 485 a. C. (460 secondo l’Orsi)

Santuario di Persefone: (alla Mannella) avanzi di un’Edicola thesauraria dedicata a Persefone con favissa centrale quadrata rivestita di tre strati di calcare duro siracusano su una breve spianata sostenuta da un poderoso “analemma” di blocchi megalitici nel Vallone tra l’Abadessa e la Mannella. (Nel vallone imponenti opere idrauliche. Esplorazione Orsi  1908 - 1909). Ritrovato, fra l’altro, il magnifico “corpus” di Pinakes, un “Unicum” al mondo nel loro genere (tavolette fittili votive policrome, di puro stile jonico, figurate a rilievo e immagini culligrafiche, con 175 soggetti diversi, gloriosa specialità dell’artigianato coroplastico locrese VI - V sec. a. C.).

Necropoli Preelleniche (di Canale Jachina - Paterniti, Scorcia bove)

Si tratta di sepolcreti indigeni della tarda età del Bronzo e prima età del Ferro (sec. IX VIII a. C. con tombe a grotticelle artificiali la cui esplorazione ha fornito abbondanti reperti con suppellettili sepolcrali e coloniali, di bronzo, di ferro, di ambra, di avorio e di argilla.

Grotta Caruso: Santuario di Pan e delle Ninfe. Si tratta di un Santuario rupestre dedicato al culto ipogeico di deità agresti, e costituito da una Grotta con fonte Sacra e stirpe votiva, che ha consentito il recupero di un folto gruppo di statuine fittili ellenistiche (prima metà II sec. a. C.), nonchè l’acquisizione di numerose erme coroplastiche con il rilievo figurato di tre protemi muliebri aggruppate, la cui realistica plasticità fa rilevare l’esistenza di una egregia scuola di coroplastici in sede.

Necropoli Greche: Avanzi di più complessi sepolcrali ellenici, siti in contrada Monaci (Necropoli arcaica) “lucifero” (grande Necropoli in uso dal VI al III sec. a. C.

Tribuna (sepolcreto di età classica). (Esplorazioni Orsi dal 1900 al 1915).

Stadio Romano (Stadium): scarse reliquie presumibilmente appartenenti ad uno Stadio Latino, in contrada Petro o Petruso (Identificazione Orsi 1909).

Villae Romane: Vestigia, in località S. Francesco, Centrocamere e altrove. Recupero di iscrizioni afferenti al patrizio delle Ville. Vale ricordare le iscrizioni epigrafiche relative alla gens Vegelia e a quella Cornelia e Saturnina titolari di cospicui plessi residenziali di Locri.

 

Locri Moderna:

(comune autonomo dal 1905, col nome di Gerace Marina fino al 1934 e di Locri poi).

Zona archeologica: ritrovamento di avanzi murari e sepolcrali di età romana anche nel centro dell’abitato dell’odierna Locri, in Piazza dei martiri e nel Piazzale della Stazione. Ipografi e iscrizioni latina. Sepolcreto monumentale di età Romana Imperiale, in località “basilea” Collezione Scaglione (in Via D. Candida): Ricca collezione privata autorizzata, con reperti di scavo provenienti dalla zona archeologica dell’antica Locri e dalle Necropoli Preellenica. Altre collezioni minori: collezione Polito, Collezione Macrì, la Collezione Maresca e la Collezione del Comune di Locri.

 

Mammola:

(ant. Mamoula, Malta, Marmora, Itione, Medioevo Zekron a. 1212 in pertinentis Mamolae).

Zona architettonica: vestigia d’insediamento indigeno, iniziatosi in età neolitica e protrattosi fino alla tarda età del ferro sul colle tubolare pliocenico detto Scifo alla Chiusa: reperimento di fondi di capanne a pietrame sciolto e a pianta circolare, nonchè di frammenti di ceramiche neolitiche e d’impasto grezzo.

Vestigia di vasta necropoli ellenico-romana in contrada S. Barbara. Vestigia di vasta necropoli Ellenica sul colle Boccafurri (reperti fittili vascolari di età classica).

Necropoli romana bizantina sull’altopiano del Valdaro e Vardaro: Vestigia d’insediamento greco romano nelle pertinenze dello Zaparotamo.

Grotta - inesplorata, con vestigia di stanziamento umano di incerta età e civiltà al Petto del Lupo; Altre grotte inesplorate (talune forse costituite dal Laure aremitiche).

La Torre: Basamento di torre di vedetta alla Limina.

Chiese: Santuario di S. Nicodemo sul Monte Zappino, Oratorio di S. Nicodemo (ruderi in località Celano), Monastero di S. Barbara (ruderi di vasto complesso monastico Basiliano; Abbazia e Chiesa di S. Nicodemo in località “cerchietto” Cospicui avanzi di complesso con resti di Abbazia (muri perimetrali).

Chiesa Matrice - S. Nicola di Bari (fondazione medievale. Chiesa d. S. Filippo Neri: Edificio seicentesco. Chiesa del Carmine (Parrocchiale - Edificata nel 1645 - Chiesa dell’Annunziata - edificio di fondazione seicentesca.

 

Marina di Gioiosa Ionica:

(ant. Romechium, Lukrom, poi Joye Portus).

Zona archeologica: Teatrum (al largo Mistria) Baleum (presso l’arenile marina) Necropoli Romana (in località Romanò - Stracuso) Vestigia Latina (in località Tipaldi) necropoli Bernagallo (residenza invernale di Gallius Gallo . Resti di portus.

Teatro romano: (ruderi) Theatridium di età imperiale Latina (II - III sec. a. C.) eretto al sostrato di età pregressa e destinato a un piccolo centro civico e a un aggregato di “Villae” costiera.

Il teatro venne scoperto nel 1838 da A. M. De Lorenzo. Fra i reperti di scavo del  monumento: un cippo cilindrico marmoreo con bassorilievo fiorato (due cavalieri affrontanti un trofeo), Monete varie di bronzo. Frammenti vascolari vari. Laterizi con impressa la sigla anagrammata del fabbricante Help (un Hepius o Hilipius).

Terme Latine: Avanzi di un Balneum nella località compresa tra la ferrovia dello stato e l’arenile marino: bel complesso di età latina imperiale (II - III sec. d. C.) con strutture architettoniche, decorazioni marmoree e pavimentazioni musive a tessere bicrome.

Necropoli Romana: Giace in località Romano stracuso, nelle adiacenze dell’abitato civico di Marina di Giojosa Jonica, e risale ad età Romana Imperiale (II - III sec. d. C.) È costituita da tombe fittili e talvolta litiche. Fra i reperti di scavo (clandestini) pietre preziose, ori, argenti, avori, marmi, bronzi, paste vitree, statuine, ceramiche, suppellettili varie (Bollo laterizio con la leggenda L. Luxio, marchio di fabbrica).

Torre del cavallo o Torre Spina: Torre di Guardia Costiera, cilindrica con base a scarpata, coronamento merlato, monofora oblunga con arco a tutto sesto) eretta con materiale tratto dal vicino “Theatrum”: opera militare spagnolesca, facente parte del dispositivo di vedetta litoranea contro le incursioni barbaresche (sec. XVI).

Torre Galea: Alta ed elegante torre a pianta quadrata, con torrioni cilindrici angolari coronate da mensole litiche e con pontile di accesso, costruita verso la metà del “500 contro le scorrerie turchesche”.

 

Medma o Mesma:

(od Rosarno, Nicotera)

Colonia Magno Greca locrese su versante tirrenico il cui nome si conserva in quello amorfico del Fiume Mesima presso la sponda meridionale: la città va ricercata. Controversa la sua ubicazione, contesa fra Nicotera e Rosarno; ma sembra esservi dubbio che sede dell’antica colonia italiota sia quest’ultima città. (Vedi Rosarno).

 

Melito Porto Salvo:

(grec.  Melitos - paese del miele).

Zona archeologica: sedimenti dell’ultima età della pietra (periodo neolitico). Rinvenimenti lungo la fascia costiera, vestigia di stanziamento etnico di età Romana. Resti di Villa Latina e di altri edifici antichi. Ritrovamento (a. 1764) di Cippo Miliario inscritto, relativo all’itinerario costiero in periodo latino imperiale (inscrizione paleocristiana dedicata a Flavio Valerio, Licinio Crispo Liciniano e Costantino - IV sec. d. C.).

Torre del Salto: caratteristica Torre di vedetta a difesa costiera, contro le incursioni barbaresche (sec. XVI).

 

Monasterace Superiore:

(ant. Monasterakium e poi Rubbiano, Maniero dei Cavalieri di Malta sec. XII) Baluardo medievale fondato dai Templari Gerosolimitani nell’anno 1113 e successivamente rimaneggiato e adattato a Castello Feudale, divenuto di titolarità dei Pignatelli (sec. XVI - XV) e da altri feudatari fino al 1806 (eversione feudale).

Resti di mura merlate di tipo “bizantino”. Strutture edilizie della ricostruzione secentesca. Avanzi delle muraglie a pianta quadrilatera, con torri angolari pure quadrate, su base e scarpata, cordonamento e cornicione in pietra, portali di granito con arcate ornata da mensole e con reliquie del ponte levaoio. Cappella Feudale, cortile con cisterna, scalone. Sull’intonaco del muro di sostegno di una finestra data graffita a. 1434.

Mura di fortificazione. Resti della cortina fortificata - Ruderi di Muraglie Bastionate, con torri angolari cilindriche e coronamento merlato, feritoie, cordonature, due porte, Sec. XV - XVI - XVII - XVIII.

 

Mosorrafa (Fraz. di Reggio Cal.):

(sec. XVIII) Mesorrifa; grec. Meso - Chora; paese di mezzo da una forma anteriore Mesofora a. 1310, Mesoroffo a. 1326 Mesorrafa)

Nel territorio rinvenimenti di resti fossili di Bos Primigenius e di Rhinocerus Merki; prob. Ascrivibili al Grinaldiano (inter - Glaciale di Risa - Wiirm a. 180 - 120 mila a. C.

Zona archeologica: vestigia d’insediamento etnico dell’età della Pietra scheggiata (Paleolitico Superiore).

 

Motta San Giovanni:

(ant. Leucopetra, già Mocta e Motta) altura naturalmente fortificata.

Zona archeologica: presso lo “Stretto della Ferrina” lungo la rotabile Lazzaro - Motta S. Giovanni, ritrovamento di stipe votiva di età greca, contenente statuine fittili (Persefone). Altrove ritrovamenti di tombe di età greca e romana, con suppellettili sepolcrali varie. Sepolcreto di età Cristiana e Bizantina. Monete bizantine.

Castello Feudale: della Motta S. Aniceto. Scarsi resti di complesso, di età rinascimentale (tra Motta S. Giovanni e Pellaro).

Ruderi di Motta S. Aniceto - Avanzi di caseggiato distrutto dal terremoto del 1783 - Resti di imponente cinta muraria civica con porta urbana etc.

 

Oppido Mamertina:

(ant. Mamertion, Mamertum, prima Opedo, poi Oppito, infine Oppido; lat. Oppidum (paese fortificato)

Zona archeologica: necropoli Preellenica della prima Età del ferro (sec. IX - VII) nella fraz. Castellace Località Castellaro o Campi di Buzzano) e in contrada  “S. Leo” recupero di suppellettili sepolcrali di confezione indigena e d’importazione. Resti di abitato antico, di età classica in località “Crosonio” prob. avanzi di Mamertium e in località “Mella” mura di cinta, castello, abitazioni).

Vestigia di età classica - Reliquie di stanziamento greco e romano nella contrada Castellace, Nella e Crosonio. A Castellace, ritrovata, fra l’altro, una iscrizione arcaica.

Necropoli Ellenistica romana nella frazione Tresilico.

Rovine di Oppido Vecchia: in località omonima, superstiti ruderi dell’abitato distrutto dal terremoto del 1783.

Avanzi del Castello Mamertino, rifatto in età aragonese (con torri angolari e mastio centrale - Resti delle mura di cinta merlate), dell’Oppido Fortificato. Reliquie murarie della Cattedrale e del Convento dei Francescano.

 

Palepolis (Paleopoli):

Ultima cellula civica dell’antica Locri, devastata dai saraceni nel sec. X. Ne conserva il ricordo il nome  la c.d. Torre di Paleopoli (detta anche “dei cervi” - Con il nome di Paleopolis era designato anche una cittadina scomparsa, sita nella zona tra Catanzaro e Squillace.

 

Palizzi:

(grec. Politision, piccolo abitato, lat. medioevo Palicium, palizzata, a. 1310, de palitio, a. 1325 Mecta Palicìì - a. 1412 Politium a. 1435, terre Policìì).

Zona archeologica: ritrovamento di una tomba greca arcaica (VI sec. a. C.) munita di corredi sepolcrale (ceramiche vascolari, fra cui, una piccola anfora corinzia).

Castello Feudale: a Palizzi Superiore; Baluardo fortificato di titolarità feudale, prima dei Ruffo di Calabria (sec. XV) poi da altri fino al XVIII sec. Avanzi di complesso di buona architettura su strapiombante sperone roccioso, attorno a cui è raccolto l’abitato del paese. Ruderi delle mura perimetrali e delle torri.

Palazzo feudale - Monumento Nazionale.

 

Palmi:

(ant. Tauros - Teuroeis; lat. Taurianum, Tauroentum, Tauriana; lat. Palma; a. 1310 ecclesie S. Nicolai de Palma, poi Carlopoli).

Fino a tutto il sec. XVI il paese ebbe il nome di Carlopoli, perchè ricostruito da Carlo Spinelli, primo Duca di Seminara, dopo la distruzione operata dal Corsaro Dragut nel 1549.

Zona archeologica: cospicue vestigia archeologiche di Turianum (distrutta dai saraceni nell’a. 951). In contrada Traviano Scimà Ciambra, Pietrenere, Puntona ecc. Vestigia di stanziamento preistorico della Prima Età del Ferro (Contr. S. Leo, Reliquie di età classica Romana e di età protocristiana e bizantina. Necropoli Romana (in contrada Scimà), avanzi di Theatrum Latino (elementi della cavea), resti di Mausoleo Romano - Avanzi della Via Popilia o Annia. Nella località Pietra Campana, Laure Eremitiche di età bizantina. Ritrovamenti vari di varie età - ruderi edilizi, sculture marmoree, resti musivi, epigrafi sepolcrali, vasellame anche argenteo del I sec. a. C. Statuette fittili, monete etc. Busto marmoreo dell’Imperatore Adriano.

Nel territorio Palmese, sorsero gli stabilimenti magno-greci di Tauros - Tauroeis assurti a grande floridità in periodo latino con i nomi di Taurianum - Tauroentum o Portus Orestis.

Cinta Urbica - Resti delle muraglie.

Castello di Tauriana - Resti della solidissima costruzione nei pressi della torre di vedetta. Avanzi della triplice cortina di precinzione del complesso, legato alla leggendaria tradizione di Donna Campora, dama taurianese rapita dai corsari.

Torre delle Pietre Nere (a. 1565) Torre di vedetta costiera, cinquecentesca - Avanzi di uno sperone omonimo.

Palazzo di Città - Edificio novecentesco sede delle seguenti istituzioni: Antiquarium Comunale: contiene gran numero di reperti di scavi abbraccianti un arco di tempo di 16 secoli dal VII sec. a. C. al IX sec. d. C. - Cimeli di grande importanza.

Museo calabrese di Etyografia e Folclore “R. Corso” - con oggetti regionali d’uso tradizionale, ceramica, ferro, legno, carta e tessuti.

Museo Municipale F. Cilea: con composizioni del Maestro Cilea e cimeli vari. Inoltre sculture in bronzo, in gesso, ritratti, marmi.

Museo Guerrisi: contiene la raccolta delle opere dello scultore Michele Guerrisi di Cittanova (1893 - 1963).

Biblioteca Comunale “D. Topa”: con libri, Riviste, quotidiani, stampe, codici etc.

 

Pavigliana (Fraz. di Reggio Calabria):

(lat. Pavigliana, mansione di un Pavilianum) biz. Pauliana.

Zona archeologica: in località “Vinco” ritrovati resti di costruzioni della bassa latinità. Nella stessa località, Grotte Trogloditiche (forse Laure Basiliane), ossia resti eremitiche.

 

Pentadattilo (Fraz. di Melito Porto Salvo):

Etimologia del toponimo: Penta - dàctyloi, le “cinque dita” della singolarissima roccia di Monte Calvario, al quale l’abitato si appoggia. Pittoresco paese di origine bizantina “la più singolare” delle dimore umane (B. Lear).

Castello Feudale (degli Albertini), scarsi resti del complesso medievale (rifatto nel sec. XVI) muto testimone della fosca tragedia del massacro della nobile famiglia Albertini, compiuta la notte del 16 aprile 1686 (periodo spagnolesco) dagli scherani di Bernardino Abonavoli, Barone di Montebello Jonico.

 

Placanica:

(ant. Mocta Placanica, o Paganica, sec. XVI Motta Paganica. 1269, Casalis Platanici o Placanice).

Zona archeologica: ritrovamenti sporadici di età medievale, fra cui un cospicuo tesoretto monetale aureo (monete cufiche del XIII sec.).

Castello Medievale - Ruderi di complesso fortificato, fondato dai primi feudatari locali, signori Arcadi, nel 1283, passato successivamente ad altri feudatari fino al 1806; promulgazione della legge Bonapartiana eversiva della feudalità.

Cintura Urbica - Avanzi delle muraglie medievali, con resti di Porte Civiche (la Portella, la Porta del Bando e la Porta Nuova) e di maestosa Torre di vedetta a pianta circolare.

 

Polistena:

(a. 1269, eis ta Polistina - grec. polystenos, molte stelle).

Zona archeologica: acquisizione di reperti sporadici vari, fra cui una Statua Etrusca, con frammento di iscrizione Osca.

Chiese: in Polistena esistono edifici di culto di interesse artistico, con un buon numero di opere marmoree, lignee e pittoriche. Primeggia la Chiesa Matrice, di grande forma barocca, edificata nel XVI sec. e rifatta dopo vari terremoti. Interessanti sono le sculture in marmo ed in legno di famosi artisti, le volte affrescate dai notissimi pittori Carmelo Zimatore e Diego Grillo nati a Pizzo Calabro. Tesori d’arte del Gaccini del Jerace di G. Silipo e di U. Borghese, che attirano l’attenzione dei visitatori.

 

Ravagnese (Fraz. di Reggio Calabria):

Sec. XII, Ravagnese; dialettale ruvagnu (vaso di terracotta). Nel territorio banchi di sabbia pliocenica fossilifera. Reperti fossili anche in un pozzo artesiano. Fra i ritrovamenti una zanna di Elephas Antiquus.

Zona archeologica: necropoli Ellenica - con sepolcri dotati di suppellettili funerarie. Fra i reperti di scavo, elementi di una corona d’oro ed anello aureo (quest’ultimo con  incisione raffigurante Atena + Nicke).

 

Riace (Superiore):

(ant. Reatio, Reatium) Cinta urbica - Avanzi delle mura turrite medievali, con superstiti Porte di S. Caterina.  Robusta reliquia muraria medievale, con stipiti e arcata a blocchetti litici quadrati.

Porta di S. Caterina. Altro rudere della Cinta Urbica di età medievale (arcate a tutto sesto)

 

Riace (Marina):

Torre di S. Fili, Torre di Riace e Torre Ellero:

Robuste Torri cilindriche di vedetta contro le incursioni turchesche erette verso la metà del sec. XVI dal vicere D. Pedro di Toledo - Avanzi del complesso.

Ritrovamenti archeologici: nel fondale marino, al largo di Riace e precisamente a Porto Particchi (località Granci) ritrovate nell’Agosto 1972, due grandi statue bronzee greche, prob. ellenistiche (III sec. a. C.) raffiguranti personaggi barbati (guerrieri) con capo coperto di “pilos” (detti bronzi di Riace).

 

Roccella Jonica:

(ant.Amphyssa, Iton, Mistrae, Romechium a. 1040 Rupella o Roccelle (piccola rocca)

Zona archeologica: necropoli preellenica, in contrada S. Onofrio complesso sepolcrale prei - protostorico risalente alla tarda età del Bronzo e alla prima età del ferro (sec. IX - VII) a. C. .

Sepolcreto indigeno, con corredi funerari di tipo siculo, con tombe terragne a pietrame sciolto, di rito a inumazione con sporadici casi di incinerazione (esplorate 32 fosse d’inumati e pozzetti di cremati con relative olle cinerarie d’impasto grezzo). Recupero di cospicue suppellettili funerarie. Vasi biconici tipo Villanoviano ecc.

Castello angioino (della Rupella, con antico borgo omonimo): Ruderi di esteso complesso fortificato, fondato in periodo angioino (sec. XV). Reliquie superstiti del poderoso fortilizio sono alcuni tratti delle muraglie perimetrali con avanzi di torri e bastioni.

Cospicui ruderi del magnifico Palazzo Feudale settecentesco.

Avanzi delle scuderie adorne di mascheroni litici.

 

Rosarno:

(ant. Medma o Mesma, Medio evo Rousàron, da personale collettivo grec. biz. oi Rousàronoi, discendenti di un Rosario o Rousaris. a. 1551 Terra Rozàroni, da una forma anteriore Rozàroni a. 1305 Rosarni - a. 1450 Castri Rosarni.

Zona archeologica: indiziata per la presenza di vestigia antiquariali, una vasta zona compresa fra il Petroce e il Mesima, e specialmente le contrade Pian delle Vigne, Calderazzo e Molio Carrozzo.

Ritrovate Reliquie di stanziamento prei - protostorico indigeno della prima età del Ferro (sec. IX - VII a. C.) e in più vasta misura reliquie di età classica (VI - V sec. a. C.).

Fra i ritrovamenti di scavi: necropoli elleniche in località Calderazzo e Pian delle Vigne. Vasti e poco esplorati sepolcreti. Deposito di materiale ieratico vario, terracotte figurate, busti femminili, statuette di divinità, modelli di Tempietti (Esplorazione Orsi 1912 - 17)

Vestigia di Santuario Greco: Nuclei di Edifici Ellenici romani riferibili a Villa Rustiche;  fra i reperti un grande deposito di cavallini fittili, monete Bruzie Mamertine e una statuetta bronzea raffigurante Perseo, pezzo di fattura Locrese.

Torre di Mesiano (o di Rosarno) - Torre di vedetta costiera, facente parte del dispositivo contro le incursioni turchesche (sec. XVI).

Mitrei dei Poro - Cripte ipogeiche rupestri, presunti “spèlaka” mitriaci del Poro.

Castello Feudale: scarsi ruderi dell’edificio appartenuto ai Conti Borrello e ai Pignatelli di Monteleone.

 

Saline Joniche (Frazione di Montebello Jonico):

Zona archeologica: scoperte sporadiche varie, di età greca e romana, in località Vasi Cumelli e altra. Fra i reperti di scavo un gruppo di terracotte jeratiche greche, una statuina bronzea con figura muliebre, un’ansa con bollo e il sostegno di un’offerta dedicatoria alla Dea Persefone: V sec. a. C..

I trovamenti archeologici attestano l’esistenza, in territorio di Saline, fin dall’età arcaica di un Santuario (tèmenos o hieròn) dedicato a Demetra e Kozo.

Altri rinvenimenti concernono: un gruppo statuario fittile di divinità etolia, due altre statuette in terracotta ed una stele con iscrizione dedicatoria.

 

Samo di Calabria:

(ant. Samos, Palaiokastron, poi Crepacuore e poi Metatesti, Precacore. Dal 1911 Samo).

Castello di Pitagora - Ruderi della Rocca Medievale di Paleocastro sulla vetta del Monte Castello.

Ruderi di Crepacore - reliquie dell’abitato, distrutto dal terremoto del 1783 - Capoluogo della Baronia dei Marullo, Squarciafico, Tranfo, De Francesco.

 

San Giorgio Morgeto:

(ant. Morgantion o Morgetia, Atlanum, già S. Giorgio) e dal 1864 S. Giorgio Morgeto.

Zona archeologica: vestigia di età classica con resti di ciclopici muri (a valle del Cappello) attribuibili a una “Ktìsis” ellenica (ritrovamento, fra l’altro, di un tesoretto monetale greco), vestigia di insediamento preistorico dell’età della pietra levigata. Rinvenimento, fra l’altro, su una sponda del Torrente Jeropotamo, di un’ascia neolitica).

Castello Medievale a quota m. 690: poderoso complesso fortificato, fondato in età bizantina (sec. IX - X d. C.) a dominio di magnifica veduta panoramica, ricostruito in periodo prerinascimentale, dai feudatari Caracciolo (sec. XIV) e successivamente da altri feudatari. Ruderi di fortilizio con bastioni turriti, mastio dell’edificio parzialmente in rovina.

 

 

S. Giovanni di Gerace:

(ant. Levadia o Livadia, a. 1457, Casale di S. Giovanni della Grotteria)

Zona archeologica: vestigia di stanziamento dell’antichità Classica, in località Lavadisi (pertinenti a un’antica Levadia, nel bacino del Levadio) Ritrovamento sporadici dell’antichità greca e romana e di età bizantina, in località Mannò, S. Teodoro, Basile, Zagaria e Torre.

Ex Palazzo Barillaro - Architettonico edificio con robustissimi muri dotati di feritoie, opera di maestranze Serresi dell’800; facciata con elegante portale lapideo neoclassico ottocentesco, listato e bugnato con cimasa decorata e sormontata da verone a colonnine calcaree. Palazzo d’importanza storica locale, perchè vi nacque e morì il Poeta Sangiovannese Attilio Barillaro (1914 - 1938).

Neo Palazzo Barillaro (in Via G. Matteotti): collezione privata di cimeli archeologici. Attiguo all’edificio, giardino con statua fittile della Dea Roma (opera coroplastica di bottega partenopea del 900 e lapide sepolcrale marmorea datata e inscritta a. 1695) ornata di stemma dei Nobili Hjeraci.

 

San Gregorio (Frazione di Reggio Calabria):

Necropoli Ellenistica, pertinente forse all’antica Rhegion Calcidia.

Ritrovamento di cimeli sepolcrali vari, di età arcaica e classica, fra cui un cratere greco verniciato in nero, adoperato come cinerario e contenente una preziosa suppellettile di arte jonica, ascrivibile al IV sec. a. C., anello aureo con figura muliebre panneggiata munita di due paia di ali. manico figurato di pantera bronzea da capitello jonico, V sec. a. C. o maniglie da vasi in bronzo).

 

S. Stefano d’Aspromonte:

Nel territorio, Laure Trogloditiche basiliane, attive nel sec. X (zona dell’aspromonte) Ruderi Basiliani della Cupola di S. Silvestro.

mausoleo di Garibaldi - Nella zona dei Forestali Monumentale Sacrario in onore dell’Eroe dei due Mondi, a ricordo della ferita infertagli nella località dalle  milizie regolari del Colonnello Emilio Pallavicini, lapide ricordo dello Storico Evento.

In contrada Zuppinelli Cippo ricordo dell’Impresa Garibaldina (a. m. 1262 “Pineta Petrulli”)

 

Scilla:

(ant. Skyllaion, Oppidum Scyllaeum - Arciades)

(Ved. Skyllaion, il promontorio orientale della Argolide eskylletion), colonia Magno Greca nei pressi dell’omonimo promontorio, costituente il “Navifragum Scylaceum” di Virgiliana memoria.

Mitica “Rocca di Scilla” evocata da Omero, Virgilio, Dante e dominata dal superbo Castello.

Castello Ruffo - Magnifico complesso feudale dei Principi Ruffo di Calabria, fondato in età normanna (sec. XI) fortificato nel 1255 da Pietro Ruffo; gravemente danneggiato dal terremoto del 1783 e più volte restaurato, è sito sopra uno sperone roccioso della mitica rupe di Scilla (nel sito dell’arco italiota dell’antica Skyllea del romano Oppidium Skyllaceum). Nel 1282, vi cercò scampo l’equipaggio armato delle navi di Carlo I° d’Angiò dopo il fallito assalto di Messina.

Esterno in bell’architettura, con coronamento merlato. Portale litico bugnato, sormontato dallo stemma Ruffo a bassorilievo (a. 1543)

 

Seminara:

(ant. Seminara, biz. Seminarion, dal lat. seminarium - semenzaio).

Cave di marmi pregiati. Depositi di quarzo - dioriti. Classico centro di industrie artigiane di ceramiche artistiche e tipiche, con ornamentazione a motivi zooformi (anche antropoformi e fitomorfi).

Monastero di S. Filareto - Fondazione monastica Basiliana di età Bizantina (sec. X) Avanzi di complesso. Scrigno con braccio - reliquiario rinascimentale di “S. Filareto” (prob. del 1451) con mani, rifatta nel 1605 (pezzo d’arte oggi consacrato nel Santuario della Madonna dei Poveri).

 

Siderno Marina:

(ant. Sideron, medioevo Mocta Sideronis, da un personale collettivo Sideronis, possesso dei discendenti di un Sidero, già Pizziniti)

Zona archeologica: nelle pertinenze e adiacenze della Villa Albanese vestigia di età classica greco romana (ritrovamenti di cimeli marmorei, fittili e numismatici. Vestigia di età medievale; tombe paleocristiane, con reperti vari, fra cui un interessantissimo encolpio bratteato di arte orientale su laminetta aurea istoriata, con la figurazione della Adorazione dei Magi e con una delle più antiche immagini della “Madonna” in Calabria; cimelio di derivazione Siro Palestinese, simile ad altro proveniente dalla zona archeologica di Tiriolo (VI sec. d. C.) In contrada “Salvi”, rinvenimento di testa greca - vestigia di Necropoli Antica.

A Siderno Superiore: avanzi delle muraglie della Cinta Urbica di Mocta Sideronis, città feudale dei Caraffa di Roccella (1561 - 67) e altri fino al 1806). Resti della cortina eretta nel sec. XVI da G. Battista Caraffa di Grotteria a presidio dell’abitato contro le incursioni turchesche.

Palazzo feudale - Ruderi del complesso rinascimentale (sec. XVI) con avanzi di ponte levatoio.

Palazzo Falletti - Bel portale bugnato del 700, sormontato da Stemma Patriziesco (scolpito e dichiarato Monumento Nazionale. Il palazzo venne eretto nel 1713.

Palazzo Calauti: interessante portale datato dall’a. 1698. Sulle mura del palazzo , n° 5 iscrizioni in latino, rievocanti la storia dell’edificio a cominciare dal 1676.

 

Spartivento (Capo):

(ant. Heakleon akron, Erculis Promontorium).

D’importanza tradizionale perchè secondo il mito vi avrebbe fatto sosta Ercole durante la rincorsa del bove (vitulus totenico dell’Italia antichissima) rapito all’armento gerionico; onde il toponimo Herakleon.

Torre Costiera - Torre cinquecentesca, detta Torre di Ercole e di Capo Spartivento, eretta a salvaguardia della zona contro le incursioni barbaresche.

 

Stignano (già Casale di Stilo):

(lat. Stenianium, possesso di un Stenus o Stenius).

Castello Feudale: ruderi del complesso sorto in età medievale e appartenuto ai feudatari della Città di Stilo, di cui Stignano fu per lunghi secoli Casale.

Torre S. Fili: torre cilindrica di vedetta costiera, facente parte del dispositivo di guardia contro le incursioni turchesche - sec. XVI (avanzi).

Monumento a Tommaso Campanella, (presunta) umile casetta rustica dichiarata Monumento nazionale , perchè ivi si presume aver avuto i natali il Grande Filosofo Calabrese.

 

Stilo:

(ant. Cocynthum - Castrum ant. Culumna).

Secondo la “Geographia di Guidone etm. stylos, colon. a. 880 Stèlan.

Stilo - “Città del Sole” campanelliana. Il più cospicuo centro bizantino di eremitiche dei calogeri Basiliani della Calabria meridionale, definito dall’Orsi, “terrasanta del Basilianesimo e del bizantinismo” Erede di Stilida, ultimo propugnacolo dell’ant. Kaulonia, presso il “Cocynthum Promontorium.

Zona Archeologica: ritrovamenti sporadici vari (ad es. pavimentazioni musive policrome antiche, in contrada “Natalone” ripostiglio monetale e cimeli plastici in seno all’abitato civico e alle pendici del Consolino).

Castello Normanno: complesso fondato da Ruggero II il Normanno nel sec. XI. Ruderi del vasto complesso a pianta quadrata. Avanzi di età tardo medievale (sec. XV). Resti di mura perimetrali (cinta merlata) porte. Reliquie dell’Oratorio feudale.

La Cattolica - Chiesa parrocchiale - Insigne monumento Nazionale (uno dei più cospicui e singolari della regione) gemma architettonica incastonata in un ristretto risalto della roccia montana, ai piedi del Consolino, e risalente prob. al sec. X d. C. o al principio del se. XI. La costruzione segnalata per la prima volta dal Calabrese Vito Capialbi da Monteleone (a. 1835) e valorizzata in pieno, un secolo dopo, da Paolo Orsi. È triabsidata (absidi emicicliche rivolte al mare, ciascuna con una graziosa biforetta, ed è corredata da cinque tipiche cupolette a tamburo ad ombrello); munito di monofore centinate o di bifore, e ornate di una leggiadra decorazione di gusto arabo, con laterizi disposti a spira. L’interno del Tempietto a pianta basilicale, geometricamente impostata sullo schema bizantino della croce greca.

Il bellissimo monumento, il più armonioso e perfetto  degli edifici medievali, ha costituito oggetto di studio da parte di numerosi cultori italiani ed esteri, fra i quali, il Capialbi, L’Orsi e moltissimi altri.

Chiese - Molte e belle Chiese sono da ammirare per il loro interesse culturale ed artistico, dove figurano portali litici, opere marmoree, vaste composizioni pittoriche, fra le quali, alcune, attribuite a Mattia Preti “Il Cavalier Calabrese”. Argenterie Sacre specialmente al Duomo (Chiesa Cattedrale dell’Addolorata).

Non mancano nelle varie Chiese le opere lignee; come: altari, stalli, confessionili; opere settecentesche di botteghe meridionali, nonchè lavori in ferro battuto da artisti municipali del settecento.

Palazzo Capialbi - Imponente edificio civile patriziesco, con belle sale - Biblioteca con incunabili e libri vari, appartenente al Conte massimo Capialbi  (e ceduto al Comune di Stilo).

Monumento a Tommaso Campanella (in piazza Carnovale) espressiva statua bronzea (su base marmorea) del Grande Filosofo stilese “nato a debellar tre mali estremi: tirannide, sofismi e ipocrisia”.

L’opera, creazione dello scultore E. Gazzeni di Modena, è dovuta a munifico dono del mecenate stilese Luigi Carnovale, ed è stata inaugurata dal filosofo Giovanni Gentile nell’anno 1923.

 

Villa S. Giovanni:

(ant. Columna Regina, ad Statuam, Ad Trajetctum, Caenis, Fossa).

Già casale di Fiumara di Muro e di Catona. Comune autonomo 1791.

Zona archeologica: vestigia d’insediamento di età classica romana. Avanzi murari e altri ritrovamenti archeologici: laterizi antichi con bolli (marchio di fabbrica). Nel fondale marino di “porticello” reperti antichi vari, greci e punici, da naufragio di una nave oneraria antica del 300 a. C. anche frammenti di statue marmoree e bronzee). Resti di una fortezza Borbonica dell’800, della Torre del Cavallo e di un palazzo del ‘500.

 

Zephyrion Akroterion:

(lat. Zephyrium Promontorium, od Capo Bruzzano).

Memorabile quale luogo di approdo di un nucleo di Dori (diretti in Sicilia) nell’VIII - VII sec. a. C. nonchè quale sede di stanziamento di un primo contingente di coloni greci provenienti dalla locride fondatori di Lokroy detta  Epizephyrioi, perchè il primo insediamento è avvenuto sul promontorio Zefirio.

 

Zoparto (Fraz. di Bovalino):

Ruderi dell’abitato di Zopatro, distrutto dal terremoto del 1783. Nei pressi, anche i resti di Bianco Vecchio, che, raso al suolo dal cataclisma sismico del 1783, diede luogo alla fondazione di Bianconovo (oggi semplicemente Bianco).