Comunicato stampa dei nove consiglieri dimissionari
La decadenza del consiglio comunale di Curinga è vicenda che certamente la nostra comunità non meritava.
Curinga, 13 giugno 2012
La decadenza del consiglio comunale di Curinga è vicenda che certamente la nostra comunità non meritava, si è giunti a questo atto finale con tutta la responsabilità e l’amarezza che esso – evidentemente - comporta.
Si è trattato di una scelta non semplice ma tuttavia necessaria per quella chiarezza e linearità che rappresenta il primo presupposto di ogni azione amministrativa che voglia effettivamente produrre frutti; da qui in avanti ci sarà tempo e modo per spiegarne in dettaglio le ragioni, ora risulta – però - assolutamente necessario chiarirne i contorni.
Sono state avanzate all’ex Sindaco richieste di dimissioni non certo campate in aria. In questi tre anni, senza logica e senza prospettive, il primo cittadino ha minato dalle fondamenta qualsiasi possibile coesione nella maggioranza che gli elettori avevano plebiscitariamente indicato.
Per tre lunghi anni abbiamo dovuto assistere alla costante indicazione delle altrui presunte responsabilità: mai un’autocritica, mai una presa di coscienza su un fatto elementare e cioè che il governo di una comunità è cosa ben diversa dalla sterile elencazione di leggi e provvedimenti ogni volta interpretati a convenienza; passione ed entusiasmo mortificati sull’altare di un protagonismo personale che – alla luce del giudizio negativo dei cittadini – era francamente immotivato.
Dividere una maggioranza dall’interno non è il modo migliore per governare .Non lo è mai stato,non lo è soprattutto oggi. La complessità dei problemi, le esigenze dei cittadini, la necessità di percorsi di sviluppo territoriale chiedono esattamente il contrario e cioè spirito di unità, coesione, capacità di portare a termine le scelte intraprese, desiderio di costruire assieme qualcosa che riguarda tutti.
Cosi non è stato ed è per questo che a fronte di una irriducibile determinazione del Sindaco nel proseguire lungo una strada che ha di fatto azzerato l’impressionante consenso ricevuto appena tre anni fa ci siamo determinati – dopo aver ripetutamente chiesto le dimissioni del primo cittadino - a rassegnare le dimissioni.
Nel corso del consiglio comunale l’ex Sindaco ha fatto appello alla responsabilità, ha aperto all’opposizione chiedendo un coinvolgimento attivo, peccato che fosse da molti mesi – inascoltati - che chiedevamo all’ex Sindaco questo gesto di responsabilità, peccato che da tantissimo tempo suggerivamo di ricomporre l’unità del consiglio comunale, peccato non essere stati ascoltati quando sollecitavamo un rispetto più evidente nei confronti di assessori e consiglieri comunali che – evidentemente – non sono – a dispetto delle prerogative che la legge assegna al Sindaco – dei maggiordomi.
C’è un elemento di fondo che forse a qualcuno è sfuggito ed è per questo, solo per questo, che si è giunti a quest’amara conclusione, tutti – nessuno escluso – ci siamo impegnati con entusiasmo e passione, non di più rispetto all’ex Sindaco ma nemmeno di meno.
La democrazia richiede condivisione e partecipazione, costruire percorsi che vedano come protagonisti solo gli intimi e i favoriti (a seconda del momento) non è affatto responsabile; e quanto è accaduto ne è l’esatta dimostrazione.
Comportamenti fuori controllo, reazioni irate ed ingiustificate, decisioni immotivate, percorsi definiti solo ed esclusivamente con il contributo di pochi anzi pochissimi, scelte continuamente smentite da coloro i quali le avevano assunte, tutto questo e non solo ha generato l’epilogo dell’amministrazione guidata dall’ex Sindaco.
Pensiamo fermamente di aver pronunciato una parola di chiarezza ed a dispetto degli sciocchi tentativi di sporcare le acque, riteniamo di aver dato voce al diffuso intendimento dei cittadini; anche perché nessuno è insostituibile, a partire da noi.
Un po’ di umiltà e senso del limite non guasterebbero oggi, cosi come non avrebbero guastato in passato; noi proseguiremo nel nostro impegno a favore della comunità, vedremo quanti, di coloro i quali oggi sbandierano il proprio eroismo, continueranno ad impegnarsi lontano da ruoli e responsabilità.
La passione per la comunità ed il proprio territorio sono qualcosa di evidente e costante, a prescindere dal ruolo politico o amministrativo che si ha.
Dignità è la condizione in cui l’uomo tiene se stesso che si traduce in un comportamento responsabile,misurato ed equilibrato,dimostrando compostezza,decoro e rispetto per se e per gli altri. L’ex primo cittadino, nei suoi tre anni di consiliatura, ha volutamente calpestato questi valori oggi sentimenti, in modo indiscriminato nei confronti di tutti i componenti del consiglio anche in quelli che, a differenza dei sottoscritti si sono volutamente fatti ledere tali sentimenti.