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Dizionario semiserio sulla situazione
 politico amministrativa curinghese.

Curinga, 21 dicembre 2012

Autocandidatura.

Sistema (unico) di investitura di candidati Sindaci. La candidatura non è l’espressione di un partito, di movimenti portatori di interessi diffusi, di gruppi di opinione o, in genere, di organizzazioni che intendono promuovere determinati modelli di gestione della cosa pubblica, in base a scelte strategiche largamente condivise. Questo “deficit di coesione” è stato, probabilmente, alla base delle “crisi” che hanno caratterizzato gli ultimi 8 anni di vita dell’amministrazione comunale. E’ bene precisare che il sistema non è, ovviamente, imputabile a colpe dei futuri candidati (verso i quali, anzi, bisogna essere grati del fatto di scegliere di “metterci la faccia”).

Bilancio.

Alimento indigesto che, tra eccesso di residui attivi e passivi, verifica degli equilibri finanziari e rispetto del Patto di stabilità interno, considerati i tempi e la situazione finanziaria (nazionale e locale) sarà il tormentone principale di chi sarà chiamato a fare il Sindaco.

Criteri (di scelta dei candidati.)

Altro cruccio (nascosto) dei candidati Sindaci. Chi scegliere tra un candidato bravo che “porta” molti voti e uno molto più bravo che ne “porta” di meno, ma che può assicurare un apporto più significativo in termini di salto di qualità nell’azione amministrativa?

Debito.

Potrebbe essere la sola cosa che, per un buon periodo di tempo, i futuri Sindaci, potranno (o dovranno?) amministrare. Tra “piani di rientro”, transazioni, ammortamento mutui etc., quello che rimarrà per “amministrare” potrebbe, infatti, essere ben poco.

Energie

Genere che i futuri Sindaci dovranno ricercare e risvegliare. Trattasi di qualità diffuse ma inespresse, disperse, forse “demotivate”. Sarebbe anche, con ogni probabilità, un genere “gratuito”. Basta sforzarsi di recuperarlo per il bene di tutti. Non è compito facile, ma nemmeno impossibile.

Fragilità.

Caratteristica delle maggioranze amministrative comunali degli ultimi anni. I futuri sindaci, che ne avranno già analizzato approfonditamente le cause, sanno da dove essa deriva e sanno che non è un problema facile da affrontare. E’ un’altra voce scomoda da sommare a quelle sotto le lettere B, C e D.

Genericità.

Territorio nel quale i futuri Sindaci sono consapevoli di non doversi avventurare, soprattutto nell’illustrazione dei programmi amministrativi. Il rischio di scivolarvi è elevato, specialmente a causa della funesta influenza dei fattori B, D, ed F.

 

Indice

Come “Indice di redditività del patrimonio comunale”. L’indice è dato dal rapporto Entrate Patrimoniali (ossia ciò che il Comune ricava dai beni – leggasi Terreni- di sua proprietà)/Valore del Patrimonio. I futuri Sindaci sanno che questo indice è molto, molto basso e che è necessario incrementarlo, perché il patrimonio rappresenta, ormai, una fonte irrinunciabile di finanziamento dell’Ente. Affrontare il problema significa prendere tra le mani una patata molto, molto bollente (e pericolosa).

Luoghi da recuperare.

Ai futuri Sindaci non sfugge che il paese, soprattutto il centro storico, è desertificato e vive una condizione di abbandono e “solitudine”, occasionalmente interrotta solo da qualche vivace, quanto effimera manifestazione estivo/autunnale. In un contesto urbano in cui le “attività produttive” non esistono più e le attività del settore terziario si contano sulle dita di una mano, recuperare i luoghi significherebbe creare le premesse per una diversa valorizzazione del patrimonio urbano e paesaggistico e per restituirli al loro antico ruolo di luoghi di aggregazione umana e sociale. Analoghe considerazioni possono valere per i beni culturali e archeologici.

Maldicenza.

Cattiva abitudine di sparlare degli altri con pettegolezzi e malignità, alla quale chi liberamente decide di “mettersi in gioco” per perseguire il suo ideale di gestione della cosa pubblica, sa di essere inevitabilmente esposto. Gli interessati lo hanno già messo in conto. Non se ne impressioneranno.

Normalità.

Un ritorno alla quale è auspicabile dopo le recenti, tristi esperienze che hanno visto coinvolta l’amministrazione comunale.

Organismi di partecipazione.

Lo Statuto comunale ne prevede molti (sotto forma di “Consulte”). I futuri Sindaci sanno che sarebbe cosa buona attivarli. Possono diventare un laboratorio di produzione di idee. Ci sarebbe solo da guadagnarne in termini di democrazia e di progettualità innovative.

Politica.

Atteso il livello di disaffezione alle vicende della vita pubblica cui si è giunti, sarebbe auspicabile anche una buona iniezione di “politica”, intesa come determinazione di uno spazio pubblico al quale possano partecipare tutti i cittadini.

Rassicurazione.

Genere di conforto di cui i cittadini hanno bisogno, specialmente dopo le allarmanti notizie che trapelano sulla situazione finanziaria del Comune.

I futuri Sindaci sanno che si tratta di un genere da distribuire, auspicabilmente con onestà intellettuale: senza utilizzare la condizione dei conti come facile alibi, ma senza nemmeno sottovalutarla.

Scollamento.

E’ quello a cui viene spontaneo pensare quando si prende in considerazione la situazione socio/territoriale del Comune, articolato, di fatto, su due realtà (Curinga – Acconia) del tutto eterogenee e affatto “integrate”. Pensare ad una gestione amministrativa improntata ad una visione di insieme, più che ad affrontare “separatamente” problematiche e prospettive, non sarebbe, forse, cosa del tutto sbagliata.

Tasse.

Inevitabile, ulteriore elemento di turbativa dei sonni dei futuri Sindaci. Nel senso che, con ogni probabilità, dovranno essere aumentate (per la parte più impopolare, ci hanno già pensato i Commissari prefettizi, che il 31 agosto 2012, hanno deliberato un cospicuo aumento - dal 4 al 6 per cento - dell’aliquota IMU sulle abitazioni principali).

Urgenza.

Di affrontare le varie problematiche che sono sul tappeto (risanamento dei conti, approvazione di importanti strumenti di pianificazione urbanistica, attuazione di PISL etc.)

Visibilità.

…...dell’azione amministrativa concretamente posta in essere (compito che spetta, di norma, alla maggioranza) e di quello che non si farà, ma si dovrebbe fare, o di quello che si è fatto, ma che si è fatto male, (che spetta, di norma, alla minoranza).

Maggioranze “silenziose” e minoranze affidate alle pur caparbie iniziative di singoli consiglieri non fanno esattamente parte di un “sistema” normale.

Zone protette.

Categoria in via di estinzione, anzi di distruzione. Ne esiste qualcuna anche nel nostro comune: completamente ignorata. Anche le zone protette non dovrebbero essere un problema, ma una risorsa.

  

………………………………………………………………………………………….Elia Pallaria.

 

 

 

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