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CURINGA - Verranno sacrificati servizi importanti come asili nido e mensa scolastica Di Giovambattista Romano
Adesione unanime della giunta comunale di Curinga, centro dell'hinterland lametino, alla protesta dell'Anci (Associazione nazionale dei comuni italiani) contro la manovra finanziaria governativa, con contestuale informazione dei cittadini sulle ricadute negative della stessa sul bilancio e sui servizi municipali. Il coinvolgimento della cittadinanza, dei soggetti economici e sociali attraverso «un'operazione di verità e di trasparenza sui reali costi dell'amministrazione - si evidenzia in ambito comunale - e sull'ingiusta gestione e ripartizione delle risorse pubbliche, che ancora oggi impedisce il decollo delle economie territoriali e dell'occupazione, tutto in antitesi con ogni ipotizzata prospettiva sia autonomistica sia federalistica». Quindi l'invito alle amministrazioni municipali dei centri limitrofi a «una corale protesta» con caratteristiche di una forte proposta unitaria delle autonomie locali, per correggere in modo equo ed efficace la manovra finanziaria, considerato che è interesse di tutti che i conti pubblici siano riportati nell'ordine dovuto, ma che questo sia possibile solo lavorando tutte le istituzioni in modo unitario e paritario: comuni, province, regioni, stato. Manifestata, da parte dell'esecutivo comunale curinghese, la volontà di sostenere l'impegno assunto a livello nazionale dalle rappresentanze delle regioni, dei comuni e delle province ad elaborare una seria proposta di rilancio e di sviluppo del Paese, articolata su tre piani: immediato riordino istituzionale; risanamento e stabilità; investimenti per la crescita. Questo in considerazione del fatto che «la Costituzione - sottolineano gli amministratori comunali - impone l'esercizio del principio di leale collaborazione istituzionale e di concertazione paritaria tra i soggetti che costituiscono la Repubblica Italiana, soprattutto sulle scelte che riguardano i fondamentali assetti ordinamentali e finanziari di ognuno di essi». Secondo l'amministrazione municipale curinghese «il Governo non ha posto in essere un serio e adeguato confronto con le autonomie territoriali sui contenuti delle ultime manovre finanziarie, in violazione del principio costituzionale di pari dignità istituzionale, quindi obbligando le rappresentanze delle istituzioni locali a una continua rincorsa di scelte statali che le riguardano, peraltro errate e inidonee alla ripresa dello sviluppo del nostro Paese». Ad avviso degli amministratori comunali di Curinga, che si avviano a conclusione, «gran parte del peso finanziario delle manovre è stato posto a carico dei comuni. I quali, invece - osservano fra l'altro entrando nel merito - hanno già contribuito al risanamento delle finanze pubbliche per almeno 4 miliardi e sono chiamati a contribuire ulteriormente per 3 miliardi aggiuntivi», pur mantenendo «inalterata la spesa corrente», nonostante che rappresentino «l'unica garanzia nell'erogazione di servizi fondamentali» e siano soggetti «fondamentali dello sviluppo economico e occupazionale dell'intero Paese». A fronte di ciò, «il Governo persiste - prosegue l'amministrazione comunale curinghese - nell'adottare provvedimenti economico-finanziari che risultano inadeguati, rispetto alla complessità e straordinarietà delle emergenze» nazionali nonché «lesivi» del loro ruolo istituzionale, mettendo a repentaglio l'espletamento dei compiti assegnati costituzionalmente. A Curinga, secondo la previsione degli amministratori, dovranno «essere sacrificati o gravemente colpiti servizi fondamentali quali quelli alla persona e a domanda individuale (mensa scolastica, asilo nido)». In ultima analisi gli effetti della manovra sulla crescita saranno «fortemente recessivi», mentre le regole del Patto di stabilità interno (Psi) imporranno la riduzione della spesa in conto capitale di almeno venti punti percentuali, «aumentando le difficoltà delle imprese, costringendo gli enti a rivedere i servizi o a chiedere contributi ai cittadini, comprimendo ulteriormente i bilanci delle famiglie». Tratto da : Gazzetta del Sud online 28/09/2011
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