Sindaco di Curinga : il piano dei rifiuti va subito rivisto
Curinga,04 settembre 2011
Il Piano regionale dei rifiuti, strumento fondamentale per la gestione di questi ultimi, va rivisitato, coinvolgendo i soggetti principali: i comuni. Ad asserirlo Domenico Pallaria, sindaco di Curinga, Comune capofila dell'Unione intermunicipale "Monte Contessa", intervenendo nel dibattito di questi giorni sull'emergenza "monnezza" in Calabria.
Per il primo cittadino curinghese, ch'è anche un tecnico, il Piano regionale dei rifiuti «va rivisto anche in funzione dell'esito referendario, con particolare riferimento alla natura e alla tipologia degli investimenti. Mettiamo allora mano allo strumento», spiega, «perché solo in questo contesto è possibile pensare a impianti facilmente realizzabili e gestibili».
In proposito Pallaria sottolinea come il sindaco di Lamezia Terme Gianni Speranza, nell'incontro dei giorni scorsi in Prefettura tra i sindaci della provincia e il commissario delegato per l'emergenza ambientale Graziano Melandri, abbia proposto una soluzione per l'hinterland lametino. «Una proposta condivisa», su cui da tempo il Comune di Lamezia e l'Unione "Monte Contessa" si erano confrontati, evidenzia Pallaria. L'idea riguarda non solo la raccolta differenziata, ma anche la realizzazione di un impianto per l'umido dei rifiuti solidi urbani (Rsu) con una discarica di servizio.
Con la soluzione del problema dello smaltimento dei rifiuti urbani, potrebbe essere l'avvio nel territorio provinciale, osserva il sindaco curinghese, «di un ambizioso progetto di produzione di energia da fonti rinnovabili, biogas, tecniche innovative e sperimentali».
Intanto Pallaria giudica positivo l'incontro tra i comuni e il commissario per l'emergenza ambientale alla presenza del prefetto Antonio Reppucci. «È stato straordinariamente interessante», rileva il primo cittadino curinghese, «perché forse per la prima volta la struttura commissariale è scesa a confrontarsi sulla programmazione con i comuni, ossia con i soli soggetti titolari e responsabili dell'organizzazione unitaria del servizio di gestione dei rifiuti, secondo la normativa specifica di settore».
Dal 1998 ad oggi nei settori della depurazione e dei rifiuti s'era invece registrato, sempre ad avviso di Pallaria, «un coacervo di programmi-organizzazioni gestionali calati dall'alto sulla testa dei comuni e, quindi, degli utenti finali, a cui è richiesto il pagamento di servizi che non hanno mai funzionato. Quegli stessi comuni e cittadini a cui oggi sono richiesti ulteriori immani sacrifici per pagare scelte», sono sempre parole del sindaco, «che si sono rilevate fallimentari e che hanno lasciato strascichi amministrativi fuori di ogni logica per la previsione e l'operatività di società miste o pseudogestori d'impianti di depurazione».
Per Pallaria «nel momento in cui si evidenzia l'inconfutabile circostanza che lo stato emergenziale nella regione sui rifiuti sta assumendo i contorni di un vero e proprio disastro, ci si rivolge ai Comuni che sono obbligati a rispondere con azioni e iniziative non più rinviabili», rimarca Pallaria. Secondo cui il servizio di gestione dei rifiuti, così come quello idrico integrato, va organizzato certamente in base alla disciplina di settore (decreto legislativo 152/2006, il Codice dell'ambiente), che impone alla Regione di provvedere con specifica legge attuativa.
«La legge attuativa della Regione Calabria», sottolinea il sindaco curinghese, «trova espressione nell'allegato B del Piano dei rifiuti, approvato con ordinanza commissariale 6294/2007». Allo stesso piano deve uniformarsi la programmazione dei singoli ambiti gestionali previsti dalla legge attuativa e coincidenti con i confini provinciali. I soggetti deputati a organizzare la gestione, però, «sono i comuni delle singole province», conclude l'amministratore curinghese, «che devono operare attraverso un organismo, di governo e non di gestione, chiamato Ato (ambito territoriale ottimale)». Le cui funzioni possono essere espletate «dalle Province, dalla Regione (se si pensa a un unico ambito gestionale), ovvero dal Comune capoluogo di provincia».
Da qui l'opportunità, ad avviso di Pallaria, di rivedere il Piano regionale dei rifiuti, coinvolgendo «gli attori fondamentali».
Fonte : Gazzetta del Sud - Giovambattista Romano