ARCHIVIARE LA SECONDA REPUBBLICA
Curinga,22-05-2011
La cosiddetta 2^ Repubblica affoga giorno dopo giorno nelle sue contraddizioni. Non si era mai visto prima d’ora un degrado così impressionante di una classe politica tanto litigiosa e inconcludente.
Il Governatore della Banca d’Italia nelle Considerazioni finali relative alla Relazione annuale sul 2008 ne ha certificato il fallimento: «Negli ultimi vent’anni la nostra è stata una storia di produttività stagnante, bassi investimenti, bassi salari, bassi consumi, tasse alte» (p. 19). Un disastro. Ma “tasse alte” soprattutto per i lavoratori: “In media il drenaggio fiscale, tra il 2002 e il 2008, si è mangiato 1182 euro delle misere paghe dei lavoratori italia-ni» (Piero Bevilacqua).
Sono passati circa vent’anni dall’affossamento del vecchio sistema politico, si sono alternati governi di centro-sinistra e governi di centro-destra, ma nessuna delle promesse è stata mantenuta.
Il debito pubblico non è stato risanato, anzi è aumentato.
Gli spazi di democrazia sono stati ridotti. La legge elettorale maggioritaria ha espropriato i cittadini del diritto di eleggere i propri rappresentanti nel Parlamento. Deputati e senatori sono “nominati” e “cooptati” dalle oligarchie dei partiti, alle quali devono cieca obbedienza: sono liberi di servire. Così il Parlamento, nato storicamente per controllare il governo, si trova, a causa del sistema elettorale, ad essere controllato dal governo.
Il divario Nord-Sud è aumentato ed è destinato ad accentuarsi con l’attuazione del federalismo imposto dalla Lega Nord. Del resto il Mezzogiorno da più tempo è stato depennato dall’agenda politica nazionale.
La corruzione è sempre più diffusa e capillare – la cronaca ce ne fornisce continuamente esempi nuovi ed eclatanti -, ma con un significativo mutamento: se ieri «l’anello forte erano i potenti rappresentanti della classe dei partiti» ad imporre il loro gioco all’impresa, ora «sono costoro ad essere al soldo dell’imprenditore. […] Per cui ad un sistema di “concussione” ambientale si giustappone ora un sistema di “corruzione” ambientale; una corruzione diffusa e perdurante in cui la messa in vendita della funzione pubblica al miglior offerente è divenuta prassi consolidata» (Comunicato stampa del Procuratore della Repubblica di Napoli, 17 dicembre 2008, pp. 4-5).
Il referendum, che ha abolito il finanziamento pubblico dei partiti, strumentalmente cavalcato sull’onda di tangentopoli, è stato ipocritamente aggirato e tradito proprio da quei partiti e da quei personaggi che lo avevano promosso e sostenuto: oggi i partiti incassano dallo Stato fior di miliardi di euro sulla base delle spese elettorali dichiarate e da nessuno controllate. Qualche settimana fa il tesoriere del PD, l’on. Ugo Sposetti, insieme con altri parlamentari di maggioranza e opposizione, ha presentato un disegno di legge, che mira a raddoppiare il finanziamento ai partiti, portandolo a poco meno di 200 milioni di euro. Mentre alla famiglie si chiedono ogni giorno sacrifici, le oligarchie dei partiti pensano bene a rimpinguare le casse.
Gli “impiegati” della politica e i trasformisti sono ormai un esercito. Secondo uno studio della UIL nazionale, in Italia oltre 1,3 milioni di persone vivono direttamente o indirettamente di politica. La Calabria, poi, detiene un vero e proprio primato: «i consiglieri regionali della Calabria sono i meglio pagati d’Europa e i primi in assoluto in Italia», inoltre «i costi del funzionamento della Giunta e del Consiglio regionale, prendendo a riferimento i dati del 2010, sono 84.570.000 euro, più del doppio della Puglia (40.930.000), due volte e mezzo l’Emilia Romagna (37.884.000), più della stessa Lombardia (73.825.740)». (Dal Quotidiano della Calabria, 14 marzo 2011).
Ma, si sa, l’appetito vien mangiando e allora il Consiglio Regionale con la legge del 29 dicembre 2010, n. 34, articolo 46, ha abolito le incompatibilità dei consiglieri regionali, per cui d’ora in poi un consigliere regionale potrà essere “contestualmente” anche Presidente o Assessore della Giunta Provinciale e Sindaco o Assessore dei Comuni compresi nel territorio della regione. Potrà così curare al meglio le proprie clientele utilizzando “contestualmente” le risorse di Regione, Provincia e Comune.
Ma perché - e fino a quando - operai, artigiani, commercianti, pensionati, impiegati, professionisti, imprenditori, ecc. dovranno continuare a pagare tasse e trattenute sugli stipendi, sulle pensioni e su quant’altro per ingrassare un ceto politico tanto famelico quanto marcio?
CURINGA, li 22 maggio 2011.
AREA LIBERAL—SOCIALISTA