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PER UN RIFORMISMO SOCIALISTA E LIBERALE

AREA   LIBERAL  SOCIALISTA

Emanuele Macaluso, leader storico del PCI, direttore della rivista mensile Le Nuove Ragioni del Socialismo, da domenica 1 maggio ha assunto la direzione del quotidiano Il Riformista. Nell’occasione ha rilasciato a Il Sole 24 Ore una breve, ma interessante intervista, i cui argomenti sono stati peraltro ribaditi nel primo editoriale che ha firmato, in qualità di direttore, per Il Riformista. Dell’intervista ci sembra importante evidenziare: 1) il riferimento alla tradizione riformista socialista e in modo specifico al leader storico che l’ha impersonata, Filippo Turati; 2) l’affermazione che il Pd non è un partito, ma una coalizione di partiti senza basi teoriche e senza una identità definita; 3) il rigetto del veltronismo; 4) il rifiuto del giustizialismo e la decisa sottolineatura della cultura garantista della sinistra.

A Macaluso ha fatto eco il segretario del PSI, Riccardo Nencini, con un intervento pubblicato su Il Riformista del 4 maggio, nel quale vengono toccati temi assai interessanti per il futuro della sinistra.

Riteniamo utile proporre i due testi di Macaluso e di Nencini ai lettori e in particolare a quelli che hanno a cuore la rinascita anche a Curinga di un movimento di ispirazione socialista, che, come dice Macaluso, “recuperi i nuclei vitali della storia della sinistra” locale e abbia come riferimento la famiglia socialista (Partito Socialista Europeo e Internazionale Socialista).

Curinga, li 12 maggio 2011.

AREA LIBERAL—SOCIALISTA

 

Macaluso : «Silvio non si batte con una sentenza»

Intervista di Christian Rocca

Emanuele Macaluso, 87 anni, storico dirigente del Partito Comunista, direttore dell’Unità negli anni 80 e commentatore politico di lungo corso, questa mattina firma il primo editoriale da di-rettore del Riformista.

Come sarà il nuovo giornale? Oggi si dicono tutti riformisti. A destra, a sinistra, nelle estreme. Non si capisce più niente. Il mio compito è mettere ordine. Rispetto tutte le interpretazioni, ma la mia idea di riformismo è quel-la tradizionale, storica, socialista che va da Turati alla costruzione del welfare state, dalla laicità dello Stato alla libertà individuale. Questa tradizione va riproiettata nel nuovo secolo, ma la radi-ce essenziale è quella del mondo del lavoro, dell’uguaglianza, della gradualità. Il Riformista cercherà di aprire il dibattito, tenendo conto che in Italia non c’è un partito con queste caratteristi-che.

Si è dimenticato del Partito democratico? Il Pd non è un partito, ma una coalizione. Non ha una base politico-culturale comune, ha messo insieme i residuati del Pci e della sinistra democristiana. La Dc ha dominato per 50 anni e il Pci esercitava un’egemonia politica fortissima, difficile trovare una sintesi. Sarebbe stato necessario recuperare i nuclei vitali della storia della sinistra nel suo complesso, compresa quella comuni-sta. Ma Veltroni ha pensato di risolverla dicendo che non è mai stato comunista. Il risultato è l’incapacità del Pd di prendere posizioni, come sul testamento biologico.

Più che un giornale, sembra che lei voglia guidare un partito… Non abbiamo partiti di riferimento, né lobby o potentati alle spalle. Ma un altro partito non serve, anzi uno dei mali del nostro sistema è l’assenza di due grandi partiti capaci di confrontarsi nell’alternanza. Voglio un giornale capace di avviare un dibattito culturale e una battaglia politica in tutta l’area della sinistra.

Chi sono i leader della sinistra che lei ha in mente? I leader nascono da una battaglia civile, da una base sociale, da un’idea politica. Guardi che cosa è successo in Inghilterra tra i due fratelli Miliband sul blairismo o in Svezia. Da noi questa partita non c’è stata, ha prevalso un certo doroteismo. Il Riformista proverà a farla giocare.

Un giornale-guida di un’area politica? Sono contrario ai giornali-partito come Repubblica. Da direttore dell’Unità polemizzai con Scalfari perché voleva fare il regista del sistema politico. Lui stava con De Mita e chiedeva al Pci, che aveva il 30%, di fare da ancella alla Dc contro Craxi. Ero contrario allora, sono contrario adesso.

Non le piace nemmeno Il Fatto. Il giustizialismo è estraneo alla cultura della sinistra. La sinistra è garantista, anche se l’aggettivo è diventato una parolaccia perché utilizzata abusivamente da chi ne fa un uso individuale.

Come affronterà il caso Berlusconi? Il berlusconismo è fallito, ma la soluzione non può essere una sentenza di tribunale. Per risolvere i problemi del paese serve una controproposta politica, non una sentenza.

(Da IL SOLE 24 ORE, 1 maggio 2011)

 

Lettera di Nencini al Riformista

LA RIVOLUZIONE DEL BUON SENSO ITALIANO

mercoledì 4 maggio 2011

Ho letto con interesse la (amara) riflessione del direttore Macaluso sul futuro del centrosinistra. Annoto con soddisfazione che la sua voce è una delle più autorevoli, a sinistra, a fare un esplicito riferimento al socialismo italiano.

Lo schema di un partito di ispirazione social-liberale alleato con il cattolicesimo democratico è il nucleo di un progetto riformista di governo che i sociali-sti italiani già intravidero negli anni '80. Da lì in poi, con la crisi della Prima repubblica, è iniziata una traversata infinita in un deserto nel quale un PSI più piccolo si è trovato a predicare senza essere ascoltato.

Un inciso, doveroso, è per i tanti “Soloni” che oggi rilevano, con aura verginale, quanto sia pesante l'assenza di una forza socialista a due cifre in Italia; gli stessi che hanno contribuito a distruggere la bella storia del socialismo italiano e si sono guardati bene dall'offrire gratuitamente un'idea.

Una breve riflessione sul merito delle questioni.

Dobbiamo partire da un'idea in grado di convincere l'Italia e da valori che possano scaldare i cuori della gente. L'opzione social-liberale (che contiene e allarga il campo di quella social-democratica) è la risposta.

Se il centrosinistra cerca di vincere la partita in Parlamento, nel “compra-baratta-vendi” berlusconiano, la sconfitta è certa. Berlusconi (e chiunque dopo di lui) si batte non con un nuovo frontismo giustizialista, ma con una coalizione della sinistra riformista fondata sul merito, l’inclusione, la responsabilità, capace di sciogliersi dalle consuetu-dini del passato e di rompere tradizioni che hanno assunto la forma di corporativismi e conservatorismi.

Il merito è il principale strumento per tendere alla giustizia sociale, stabilire una uguaglianza di opportunità e sconfiggere il familismo amorale. Riconoscere e premiare il talento nei luoghi di lavoro, valutare non solo l'anzianità, ma le tante prestazioni che un uomo e una donna producono in una vita, promuovere eguaglianza e combattere l’eguali-tarismo. Il merito riguarda naturalmente la scuola e l'università, riguarda amministratori e legislatori.

L'inclusione è la risposta per i lavoratori atipici e flessibili, quel “quarto stato” che ha retto l’economia italiana nel vortice della crisi senza avvalersi di nessuna tutela. Afoni. Invisibili. Anche per il sindacato, organizzato ancora oggi secondo lo schema imposto dalla società industriale di massa. Più di quattro milioni, in larga parte diplomati e laureati, senza pensione, senza ferie, in molti contratti senza diritto alla maternità. Includere significa considerare i cittadini non solo come produttori ma anche come consumatori, im-porre la parità di genere, consentire ai migranti in regola con la legge di godere dei nostri stessi diritti.

La responsabilità, infine. Come valore per chi governa la cosa pubblica, come responsabilità verso chi si trova nella condizione del bisogno: non solo quella che discende, con mano pubblica, dall’alto verso il basso, ma sussidiarietà, mobilitazione di risorse aggiuntive per coprire nuovi rischi e favorire la nascita di una “welfare community” ade-guata al nostro tempo. Responsabilità individuale intesa come partecipazione.

È il portolano per la rivoluzione del buonsenso che serve all'Italia. Realizzarla è possibile, riportando la voce del riformismo italiano, socialista e liberale, fuori dal deserto degli eretici.

Riccardo Nencini — Segretario nazionale PSI

 

 

www.curinga-in.it

 

 

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