La madre
E il cuore quando d'un ultimo
battito
Avrà fatto cadere il muro
d'ombra,
Per condurmi, Madre, sino al
Signore,
Come una volta mi darai la mano.
In ginocchio, decisa,
Sarai una statua davanti
all'Eterno,
Come già ti vedeva
Quando eri ancora in vita.
Alzerai tremante le vecchie
braccia,
Come quando spirasti
Dicendo: Mio Dio, eccomi.
Ricorderai d'avermi atteso
tanto,
E avrai negli occhi un rapido
sospiro.
Giuseppe Ungaretti
Da Vita d'un uomo (Mondadori, Meridiani, 1969)
Giuseppe Ungaretti, ha dedicato alla madre questa poesia divenuta ormai un classico nella letteratura italiana, conosciuta anche in tutto il mondo. La Madre è stata scritta nel 1930. L'immagine di questa madre come statua implorante davanti a Dio perché il figlio venga perdonato, per poterlo finalmente abbracciare dopo averlo atteso a lungo, a me ricorda sempre la Pietà di Michelangelo. I versi di Ungaretti sono scolpiti come un epitaffio. Immagine e ritmo sono un tutt'uno con il sentimento del figlio che nella memoria cerca ancora l'accoglienza della madre. Leggerla ogni volta è un'emozione