Curinga,24 luglio 2011
Serata, quella proposta dai ragazzi di Radio Curinga, inaspettatamente ricca di contenuti: musica, attualità, cabaret, poesia, ballo, ma soprattutto tanto divertimento genuino.
Uno spettacolo preparato con cura, rispettando i tempi e amalgamando in un mix coinvolgente i fatti della cronaca di Curinga, parlando delle violenze gratuite sui giovani avvenute ultimamente, della situazione mare , delle poche manifestazioni estive e altri argomenti di pressante attualità.
Simpaticissimi i conduttori Francesco Michienzi presentatore ufficiale , Antonino De Sando e Giuseppe Trovato, che hanno intervistato Franco Vono e Raffaele Paola, i quali con la loro simpatia hanno coinvolto il numerosissimo pubblico accorso a Curinga , da gran parte della Calabria e d’Europa, visto che questo, è l’ unico spettacolo per la zona Europa. Com’è noto, i due terranno altri tre spettacoli (per il 2011) in esclusiva mondiale: per la zona Asia a Ürümqi, città della Cina Nord Occidentale, che ha guadagnato un posto nel guinness dei primati come la più remota città da qualsiasi mare nel mondo ad una distanza di circa 2400; per la zona Americhe a Marabá ridente cittadina nel cuore più vero della foresta Amazzonica brasiliana ; per la zona Africa, a Mehari Zaafrane Deserto del Shaara tunisino, dove si prevede una calda accoglienza da parte delle tribù locali .
Bravi tutti da Antonio Michienzi con il suo monologo in chiave dantesca , ad Andrea Michienzi con la sua performance canora accompagnato dalla band di radio Curinga, che ha dimostrato di poter competere con complessi più titolati. Inaspettata e coinvolgente esibizione di Giuseppe Bonello, che ha riproposto in maniera encomiabile un momento alla Michael Jackson .
Ancora da menzionare i ragazzi alla consolle e alla regia .
Una serata bella, interessante e da riproporre.
Cesare Natale Cesareo
P.S prima delle foto proponiamo la “Dantesca ode” di Antonio Michienzi
dedicata a Curinga
“Paese mio che stai sulla collina”
Dicea canzone d’anni settanta
e così, dai monti alla marina
Curinga si stende tutta quanta
E oggi è mia intenzion di lei parlare
a gradi trecentosessanta.
Suoi abitanti vole raccontare
soprattutto, colui che vi parla
e ciò ch’essi son soliti fare.
Quivi va di gran moda la ciarla
che di molti è passatempo
favorito
e tanti son campioni a
praticarla:
non fraintendete ciò c’ho
proferito
nulla ho io contro il
chiacchierare
anzi, spesso a divulgar ho
aderito.
Trovo però molto singolare
come ogni duecento passi
un fatto si è venuto a
trasformare
tant’è che sanno anche i sassi
ma tutti in modo differente
da ciò che è stato nella prassi.
E’ poi un paese molto credente
congreghe e ordini a non finire
raccolgono un mucchio di gente
Però io non so ancora capire
per qual motivo in esse ci si
spacca
quando il lor scopo sarebbe di unire?
Son io che ho un’idea un po’ bislacca?
Dubito che sia questo lo spirto esatto
per tirar fuori questo paese dalla cacca.
Parlando di secrezioni, mi pare adatto
Citare il mare per un momento
si registra, tutto d’un tratto
di presenze in spiaggia un
aumento
sarà forse perché anche altrove
la situazione è in
peggioramento?
Che sia sporco non ci piove
ma a lordia è ormai
ovunque
e di questo ci son le prove;
fra la merda preferirei dunque
quella nostrana ché per lo meno
non è immondizia qualunque.
E quel ch’un tempo era loco ameno
è ora oggetto di discussione
politica ch’essa sia o meno
ma a parole non è mai seguita azione.
Voi penserete a questo punto
ch’io stia dispensando depressione
con uno sterile e secco riassunto
dei guai de lo paese nostro
infondendo in tutti disappunto.
Voglio invece svegliare l’orgoglio vostro
come fè Dante con i fiorentini
(e innanzi a lui io umile mi prostro),
farvi uscire allo scoperto cittadini
come fece terremoto l’anno passato
quando tutti sortiron repentini
tant’è ch’ormai tra ragazzi è restato:
“Non si vede tanta gente in giro
da quando ‘l terremoto c’è stato
”
Al finir di questo lungo papiro
vorrei però dir una cosa seriamente
dopo avervi preso sotto tiro.
Voglio dire a voi chiaramente
la speranza ch’io sto per comunicare
perciò ascoltate attentamente
(sempre se avete voglia d’ascoltare):
Curinghesi, io v’invito, pel
bene del paese
orgogli e divisioni di appartare
siano dovuti a congreghe o chiese,
o ancora i propri affari politici
a causare tante inimicizie e offese.
A volte siam davvero tanto cinici
se alle famiglie pensiamo:
sono in tante a esser separate
per motivi tanto futili, andiamo!
La verità, miei cari compaesani
è che troppa invidia in noi serbiamo
e questa gli uni tiene lontani
dagli altri, e causa divisioni
che pel paese nostro non sono sani.
Sarete oramai stufi di ripetizioni,
ma ve lo dico ancora una volta:
faremo sì che tutto funzioni
soltanto con questa grande
svolta
insiem possiamo riportare a
Curinga
la salute che le è stata tolta.
Spero tanto che la mia arringa
non sia stata a voi fastidiosa
e che a far qualcosa spinga
soprattutto la gioventù oziosa.
Per avermi lasciato sputar
sentenza
ringrazio esta gente generosa
e ringrazio voi per la pazienza
di non aver tirato pomodori
seppur mi presi questa confidenza.
Sommo Poeta, Antonio Michienzi