Intervista allo scrittore esordiente Elia Rosato
Il suo romanzo dal titolo Il ritorno di Numah è all’insegna dell’avventura e del fantasy
Curinga, 20 dicembre 2015
Intervista di Desirè Sara Serventi
Lo scrittore esordiente Elia Rosato, sembra sia stato in grado di coinvolgere col suo romanzo dal titolo “Il ritorno di Numah” i lettori. Una trama avvincente, che pagina dopo pagina si arricchisce di suspance e non di banalità. Lo scrittore ha accettato di essere intervistato per parlare del suo libro che sta riscuotendo un notevole interesse tra i lettori.
Se ti chiedessi di descriverti
come scrittore, cosa diresti?
Sono uno scrittore molto
preciso. Pianifico la trama, gli
eventi, controllo le distanze
tra i luoghi, lo scorrere del
tempo. Per la trama prima di
tutto penso al filone generale
della storia, gli avvenimenti
principali. A quel punto
sviluppo le parti del racconto
creando avventure trasversali,
avvenimenti che si inseriscono
nell’avventura come succede
nella vita reale: basti pensare
a “quella volta che ero partito
per fare una tal cosa, poi
inaspettatamente è successo
qualcos’altro. Alla fine
comunque sono riuscito o non
sono riuscito a farcela e ho
portato a compimento o non ce
l’ho fatta il mio progetto
iniziale”. Nella vita di tutti i
giorni ci succede spesso infatti
di progettare qualcosa e di
vivere qualche contrattempo o un
avvenimento che ci fa deviare
dal nostro percorso principale.
Una volta progettata la storia
che fai?
Quando ho
“progettato” la storia, inizio a
scrivere cercando di rispettare
il più possibile la linea guida,
ma non sempre è così. Scrivere
solo secondo un preciso piano
sarebbe troppo riduttivo, perciò
sviluppo l’ambientazione, i
luoghi, i personaggi e faccio in
modo che “vivano” la loro
avventura nel modo più
realistico e sensato possibile.
Questo a volte mi porta a
cambiare qualche dettaglio nel
“piano originale”, ma ne sono
contento, perché il racconto
prosegue in modo più lineare.
Qual è stato il percorso che ti
ha portato a pubblicare il primo
romanzo?
Cercavo un
racconto nuovo da leggere, un
libro che mi appassionasse e mi
stimolasse allo stesso modo di
come avevano fatto tanti altri
fino ad allora, ma non riuscivo
a trovarlo. Di libri ce n’erano
in giro, anche parecchi!
Iniziavano a diffondersi gli
e-book e avevo anche la
possibilità di leggere un
estratto del libro che volevo,
prima di comprarlo. Se non c’era
l’e-book disponibile andavo in
biblioteca o compravo
direttamente il libro, ma
nonostante la ricerca, nessuna
storia mi “catturava” come avrei
desiderato. Alcuni libri avevano
una trama troppo scontata, altri
magari partivano da una buona
idea per la trama, ma la
narrazione era piena di buchi,
di insensatezze, povera di
stile. Non sono riuscito ad
andare oltre le prime pagine,
benché io detesti lasciare un
libro dopo averlo iniziato! Ho
trovato tanti presunti successi
letterari che in realtà,
nonostante abbiano venduto molte
copie, sono dei libri molto
abbozzati, scritti con un
linguaggio troppo scolastico.
Prima di andare in stampa
avrebbero avuto bisogno di una
revisione.
E’ il parere da scrittore?
Non lo dico da scrittore: parlo
in qualità di lettore deluso.
Quindi?
A quel punto
mi sono chiesto: “Come dovrebbe
essere il libro che vorrei
leggere”? Ho iniziato a pensare
alle caratteristiche dei romanzi
che mi hanno affascinato,
cercando di cogliere ciò che li
rendeva differenti dalle storie
contemporanee. Da lì ho iniziato
a lavorare sul mio libro.
E’ un romanzo di avventura Il
ritorno di Numah?
“Il ritorno di Numah” è un
romanzo di avventura di genere
fantasy. Penso che sia piuttosto
difficile parlare della trama
generale del libro senza
incorrere in uno tra due
pericolosi esiti: o si dice
troppo, rischiando di rovinare
la suspense che è molto presente
nel racconto, o si dice troppo
poco, generalizzando e finendo
nel relegare la storia nel
“mucchio delle storie fantasy
che si assomigliano tutte”;
infatti, per quanto si cerchi di
raccontare sempre una storia
nuova, i racconti di avventura e
i fantasy seguono degli schemi
narrativi molto frequenti.
Cercherò di non cadere in
nessuno dei due casi.
Di cosa tratta?
“Il
ritorno di Numah” è la storia di
quattro persone che vengono
incaricate di una missione per
recuperare degli artefatti di
cui è alla ricerca anche Numah,
il cattivo del racconto. Numah è
un uomo che ha rinunciato a
tutto ciò che lo rendeva umano
pur di riuscire a raggiungere il
suo obiettivo, cioè riuscire a
sconfiggere gli Dei e sedere sul
loro trono. Per arrivare al suo
obiettivo decide prima di tutto
di conquistare il regno, per
evitare che l’esercito reale
interferisca nei suoi piani. I
quattro protagonisti incaricati
di recuperare gli artefatti che
desidera Numah sono Banor, un
cavaliere appartenente alla
razza dei nani dalla forza
sovrumana, burbero e schivo;
Dolid, un vagabondo che si
guadagna da vivere rubacchiando
in giro, molto agile ed abile
con la spada; Folil, un elfo che
per via dei propri poteri molto
diversi da quelli tipici della
sua razza, paragonabili a quelli
di un mago, viene esiliato dalla
sua gente; Olamen, giovane
sacerdotessa adottata dal
vecchio Oluk, il mago a capo
della Torre dei Maghi Grigi,
ingenua e gentile.
Personaggi secondari?
Ci sono personaggi “secondari”,
che intrecceranno la propria
storia con quella dei quattro
protagonisti. Per ciascun
personaggio ho provato a uscire
dagli schemi delineati dalla
tradizione. Vediamo quindi i
nani che non vivono in grotte e
gallerie, elfi che non sono
saggi e benevoli o elfi oscuri
malvagi, e altri dettagli che
rendono la storia diversa e
interessante.
Il romanzo sta riscuotendo un
ottimo riscontra tra i lettori,
a cosa è dovuto questo successo?
Ho giocato molto con la
suspense, allentando la tensione
o aumentando la carica emotiva a
seconda del momento narrativo.
Ho descritto i luoghi e i
personaggi con dovizia di
particolari facendoli conoscere
meglio ai lettori, però solo
quando era necessario, per non
appesantire troppo il filo del
discorso e non annoiare. In più,
a differenza di altri fantasy in
cui ci sono degli artefatti che
giocano un ruolo di primo piano
nella narrazione, ne “Il ritorno
di Numah” i protagonisti
mostrano le loro capacità quasi
sempre “al naturale”. Sono gli
eroi i protagonisti, gli
artefatti sono un mezzo per
aiutarli nella loro impresa,
anche molto importante, ma non
si perde mai il focus dai
personaggi. Questi e altri
accorgimenti contenuti nel libro
hanno fatto sì che fosse molto
apprezzato sia da chi ama il
genere fantasy, sia da lettori
che mi hanno esplicitamente
detto di essere più affezionati
a generi diversi ma che hanno
trovato “Il ritorno di Numah”
interessante e appassionante.
Quali sono le difficoltà che in
genere incontra uno scrittore?
La prima è sicuramente il
cosiddetto “blocco dello
scrittore”. Il modo peggiore per
cercare di superarlo è di voler
scrivere per forza. Io in quei
momenti preferisco pensare ad
altro, magari mettermi ai
fornelli. La soluzione che
preferisco è una sessione di
“allenamento”
dell’immaginazione: così come un
atleta deve sempre mantenersi in
forma facendo lavorare i propri
muscoli, allo stesso modo uno
scrittore deve mantenere viva la
propria fantasia. Un problema
simile a questo è quando ci si
chiede “Come lo scriverebbe il
mio autore preferito”? Non
bisogna mai cercare di emulare
lo stile narrativo di qualcun
altro perché è molto difficile
cogliere l’essenza narrativa di
uno scrittore, quello che lo ha
spinto a scrivere e il modo in
cui lo ha fatto. Il risultato il
più delle volte è un racconto
scritto in modo impersonale e
che non si avvicina nemmeno allo
stile che volevamo raggiungere.
Un altro punto è la revisione
del racconto alla fine della
stesura. A volte ci si affeziona
troppo a quel che si è scritto e
risulta difficile rinunciare a
una parte che magari non
funziona o va modificata.
E’ quello che hai fatto?
Ne “Il ritorno di Numah” ho
cancellato interi paragrafi,
perfino capitoli, modificato,
spostato parti che stavano
meglio in un altro contesto. Il
giudizio dei beta-reader inoltre
può non piacere, ma ricalca
quello dei lettori, perciò va
accettato e apprezzato. Questo
non vuol dire che la storia
debba essere trasformata in ogni
punto criticato: anche i più
illustri scrittori ricevono
giudizi negativi, a maggior
ragione uno scrittore
esordiente. Bisogna anche saper
difendere il proprio racconto.
Vuoi dire qualcosa riguardo al
mondo dell’editoria?
Come esordiente devo ammettere
di conoscerlo ancora poco, però
mi sono fatto una mia idea; che
essa sia corretta o meno lo
capirò nel tempo. C’è da
considerare anzitutto la crisi
che colpisce oggi la carta
stampata: sempre meno persone
leggono, i più aspettano il film
, o non riuscirebbero a leggere
qualcosa di così lungo. Poi le
case editrici sono aziende e in
quanto tali hanno un bilancio e
un piano di sviluppo da
rispettare. Per quanto debbano
cercare di pubblicare il più
possibile dei libri dal
contenuto “interessante”, che
ottenga il più ampio consenso di
pubblico, a volte devono
ripiegare su libri di qualità
inferiore, sia perché i veri
best seller sono rari per
definizione, sia perché magari
sono scritti da autori il cui
nome è già sufficiente a far
vendere il libro a prescindere
dal contenuto. Gli editori
ricevono un numero incredibile
di libri da valutare e solo una
piccola parte di questi si
rivela essere valida, perciò a
volte vengono rifiutati libri
più validi di altri che magari
vengono pubblicati anche con
eccessivo entusiasmo.
I
social network sono un valido
aiuto per la promozione di un
libro?
Rappresentano
un passaggio molto importante
per la promozione, ma non il più
importante. I social non fanno
vendere il libro, ma lo fanno
conoscere al pubblico.
Rappresentano un ottimo mezzo
per accorciare la distanza tra
autore e lettore: ricordo quando
ancora i social non erano così
diffusi e i pochi modi per
confrontarsi con l’autore di un
libro erano gli eventi
organizzati nelle maggiori
librerie, oppure la
corrispondenza. Oggi si può
porre una domanda a uno
scrittore e ricevere risposta in
pochi minuti.
Stai lavorando a qualche altra
storia?
Sto
scrivendo il seguito de “Il
ritorno di Numah”, per chiudere
il filo narrativo che si è
aperto nel primo libro. La serie
non sarà troppo lunga, infatti
terminerà con il terzo libro che
conterrà la risposta ad alcuni
interrogativi de “Il ritorno di
Numah”. Oltre a questi sto
lavorando alla trama di un libro
che appartiene a un genere che
in Italia non è ancora molto
diffuso.
Dove si può acquistare il tuo
libro?
È disponibile
sulle migliori librerie on-line
italiane e internazionali, come
Amazon, Barnes and Noble,
Rizzoli, San Paolo Store e tante
altre, consultabili dal mio blog
ufficiale nella pagina dedicata
al libro. L’indirizzo del blog
è rosatoelia.wordpress.com .
Progetti?
Mi
piacerebbe pubblicare con i
maggiori editori, come
piacerebbe a qualunque autore
esordiente.
Uno scrittore che riesce coi suoi scritti a non essere banale, ma innovativo e coinvolgente.