“ Volevamo braccia, sono arrivati uomini”
- Max Frisch-
Considerazioni dopo il referendum in Svizzera
Curinga, 02 marzo 2014
E’
stato un duro colpo per la Lega
Nord scoprire che si è sempre il
Sud di qualcuno. Domenica 9
febbraio, infatti, il popolo
svizzero si è pronunciato a
favore della limitazione
drastica della
libera circolazione dei
lavoratori dell’UE. Il
referendum, promosso dalle
destre anti stranieri, l’Udc/Svp
del populista Blocher, e dalla
sua piccola alleata della
Svizzera italiana, la Lega dei
Ticinesi, ha riguardato da
vicino il nostro paese
risvegliando il sentimento
anti-italiano sempre presente in
Svizzera. In questi anni si è
infatti rafforzata la presenza
occupazionale degli italiani in
Canton Ticino, cresciuta grazie
alla crisi. Molti lavoratori del
nostro paese si sono rivolti al
ben più florido mercato svizzero
dopo la chiusura o le difficoltà
delle loro aziende causa
recessione nell’eurozona, così
come molte imprese italiane,
circa 5 mila negli ultimi anni,
si sono trasferite oltreconfine,
portando con sé i loro occupati.
I cosiddetti frontalieri, i
lavoratori residenti in Italia
ma che fanno i pendolari del
confine recandosi ogni giorno in
Svizzera, sono cresciuti in modo
significativo grazie ai
rapporti tra UE e Svizzera
regolati da trattati bilaterali
che hanno introdotto
nell’ordinamento elvetico molti
pilastri del mercato unico
europeo. Uno strumento per
avvicinare la piccola
Confederazione all’entità
politica che domina il Vecchio
Continente, visto che il popolo
svizzero ha rifiutato in passato
e si oppone ancora all’ingresso
nell’Unione Europea. Uno di
questi pilastri è la libera
circolazione dei lavoratori UE,
che l’iniziativa popolare
promossa dalle destre anti
straniere ha cancellato. Il
titolo, “Stop all’immigrazione
di massa”, è già un programma.
Il tema è particolarmente
sentito nella parte italofona
della Svizzera. Anche un partito
di sinistra come i Verdi si
è schierato contro l’eccessiva
presenza dei frontalieri che,
secondo loro, favoriscono
l’abbassamento dei salari e
tolgono il lavoro ai giovani
ticinesi. L’Udc del Canton
Ticino ha riproposto una sua
vecchia campagna elettorale, che
ritraeva i frontalieri come topi
che rubano il formaggio
elvetico. Il referendum ha
assunto un chiaro orientamento
anti italiano nel territorio che
si trova al nostro confine, e ha
inasprito i rapporti tra l’UE e
la Svizzera. Una campagna
elettorale che ha indispettito
anche la Lega Nord. Il leader
del Carroccio, Roberto Maroni,
si è schierato contro le quote
proposte dai referendari: un
paradossale invito a sostenere
l’immigrazione arrivato
dall’apostolo del cattivismo
contro gli stranieri. Molti
frontalieri sono elettori
leghisti, visto che questo
fenomeno interessa in particolar
modo le province di confine
Varese, Como e Sondrio, ancora
roccaforti del Carroccio. La
vittoria dei sì con oltre il 70%
dei consensi in Canton Ticino ha
rimesso in discussione buona
parte degli accordi che regolano
l’Unione Europea e la
Confederazione Elvetica. E’
stato un duro colpo per la Lega
che si trova in una situazione
paradossale e cioè sostenere la
lotta contro le quote per gli
immigrati in Svizzera mentre è
un suo cavallo di battaglia in
Italia. Gli Svizzeri,
probabilmente vogliono il
ritorno alla Statuto degli
stagionali per gli immigrati.
Questo Statuto era penalizzante
per chi andava in Svizzera per
lavorare basta pensare, ad
esempio, che un lavoratore non
poteva portarsi dietro i figli.
Commoventi e pieni di sofferenza
sono le pagine del libro “
Bambini nascosti” in cui si
racconta la vita di molti
bambini italiani tenuti nascosti
negli appartamenti e dove non si
potevano muovere per giorni
interi. Al minimo rumore
sospetto, infatti, gli onesti
cittadini svizzeri prontamente
denunciavano il tutto alla
polizia. Famosa è anche la
marcia dei padri italiani a
Berna per denunciare questo
stato di cose. Ma, si sa, gli
italiani non hanno memoria e ci
si ricorda di certe cose solo
quando gli Svizzeri decidono di
limitare la nostra presenza nel
loro Paese.
Mimmo Curcio