Ci sono storie rispetto alle quali bisogna semplicemente inchinarsi
Curinga, 18 agosto 2014
Ci sono storie rispetto alle quali bisogna semplicemente inchinarsi e pregare come vediamo fare ai medici in questa fotografia che ha commosso il mondo. In questo periodo il mondo sembra impazzito infatti assistiamo a notizie di crimini di ogni genere contro l’umanità ma, contemporaneamente, assistiamo a storie di grande umanità come questa . Nella foto si vede una madre impietrita dal dolore, sullo sfondo. Al centro una portantina ferma in corridoio d’ospedale. Intorno medici e infermieri si inchinano con rispetto. Un gesto ribadito tre volte, un gesto che nella tradizione cinese - si chiama koutou - viene ripetuto ai funerali, in senso di profondo dolore e affetto per lo scomparso. Perché, la foto, che ha suscitato impressione in tutta la Repubblica Popolare, è quella di una tragedia umana come tante, dove però il protagonista, un bambino di undici anni, è emerso come un gigante per la sua forza d’animo e la sua generosità, espressa fino a un istante prima di chiudere per sempre gli occhi.
DESTINO - Questa è la storia di Liang Yaoyi, uno scolaro di Shenzhen, città i cui confini costeggiano quelli di Hong Kong, colpito da un destino senza vie d’uscita: un tumore al cervello inoperabile. Yaoyi era al corrente della verità, sapeva di non avere molto tempo da vivere. Tutte le cure senza speranza, la malattia non poteva che avere un esito. Yaoyi, tuttavia, sorprendendo la sua stessa famiglia e i medici che lo avevano seguito all’Ospedale universitario Zhongshan, aveva sin dall’inizio espresso la volontà di donare i suoi organi «per salvare altre vite».
SOGNO - Il ragazzino, lo sguardo sveglio, gli occhi scuri e profondi, aveva un sogno: da grande avrebbe voluto fare il medico, proprio come quei signori in camice verde che avevano fatto del loro meglio per salvarlo. Inutilmente. La Cctv, la televisione di Stato cinese, ha raccontato con enfasi la storia del bambino-eroe. Perché in Cina la cultura della donazione degli organi è relativamente nuova. Soltanto nel 2010 è stato costituito un registro nazionale per i trapianti (nel passato, gli organi arrivavano soprattutto da detenuti condannati a morte). Dunque la consapevolezza e la generosità di un undicenne hanno sorpreso tutti, a partire dagli stessi genitori, straziati dal dolore, ma orgogliosi della scelta del figlio.
SALA OPERATORIA - Così, dopo aver ripetuto ancora una volta, con le ultime energie che aveva in corpo, la sua intenzione di donare i propri organi, Yaoyi è stato accontentato. La sua barella, il corpicino ricoperto da un telo verde, si è così diretta verso la sala operatoria dove era in attesa un’équipe di chirurghi. Ma i medici, nonostante la consapevolezza che ogni istante è prezioso, hanno voluto inchinarsi tre volte di fronte al ragazzino, perché quel giorno era stato capace di impartire una lezione a un’intera nazione. Otto ore più tardi, i suoi reni e il suo fegato erano già riusciti a salvare la vita di due persone, due sconosciuti che porteranno con sé un po’ del coraggio di un bambino grande come la vita.
( Questa notizia è stata riportata dal quotidiano Repubblica) Mimmo Curcio