Firma le petizioni
Riapertura Ufficio Postale a Curinga Centro
SEMPLICEMENTE PER CHIAREZZA…………
Curinga, 14 luglio 2012
Ci siamo, volutamente, astenute dal commentare a caldo le vicende politiche che hanno determinato il fallimento della maggioranza, sancendo un momento di grave crisi per tutta la comunità.
Lo facciamo oggi, dopo una certa sedimentazione di singoli stati d’animo.
Non ci appare lontano dal vero il sostenere che è stato il naturale epilogo di una maggioranza, mai risultata tale nei fatti quotidiani.
Probabilmente non lo poteva neanche essere dato che a Curinga le elezioni non si vincono perché un gruppo, con visioni e progetti comuni o affini, si candida alla guida del paese, ma si vincono se si riesce a candidare il massimo numero di persone appartenenti a famiglie numerose.
La logica delle “tribù”.
Spesso tale logica mette insieme interessi e visioni divergenti, per cui quanto oggi concretizzatosi è il frutto dei semi messi a germogliare in fase di formazione delle liste.
All’Ingegnere Pallaria abbiamo sempre riconosciuto capacità professionali, i componenti l’ex maggioranza non appaiono tacciabili di incapacità, ma i risultati parlano chiaro e sono incontrovertibili.
Non ci sovviene un solo provvedimento determinato da questa maggioranza che potrà essere ricordato in futuro. Non un solo problema risolto, anzi tanti aggravati, o creati.
Ci si aspettava una stagione nuova per Curinga, di maggiore confronto e collaborazione, pur fra visioni ed idee diverse.
La democrazia è proprio confronto fra idee diverse.
Nulla di tutto ciò.
Anzi il manifestare punti di vista diversi è stato più volte l’occasione per scatenare attacchi pubblici personali, calunniosi e a volte con parvenze intimidatorie.
In una comunità sono i cittadini, che attraverso il voto, stabiliscono i ruoli che i vari candidati dovranno svolgere a livello amministrativo.
Le scelte fatte sembravano nette e inappellabili, ma i risultati sono quelli che tutti conosciamo: un fallimento totale!
A noi gli elettori hanno assegnato un ruolo di opposizione e abbiamo tentato di assolverlo con dignità, coerenza e nell’interesse generale.
Non abbiamo mai ragionato in termini di possibile potere personale.
Potrebbe apparire ripetitivo ricordare il “Piano Spiaggia”, il “Piano Strutturale Associato”, i “terreni comunali”, la chiusura dell’Ufficio Postale, ecc., per dimostrare l’inconsistenza, al limite della dannosità, dell’ex amministrazione, ma alcune considerazioni aggiuntive devono essere fatte.
Pur nella stima e nel rispetto umano, va sottolineato con forza che quanto accaduto è da ricondursi in maniera esclusiva al Sindaco e alla sua maggioranza.
Infatti ha generato una “prima opposizione aggiuntiva” e poi un’ulteriore frangia, ancora di “opposizione aggiuntiva”.
I numeri sono diventati altri e la maggioranza, come neve al sole, è sparita.
Le cose sono due: o erano in gran parte dei novelli “comandanti Schettino” che hanno abbandonato la nave prima ancora di aver fatto “l’inchino”, o era la guida che faceva intravedere e temere il naufragio imminente.
Una volta questi problemi si affrontavano in riunioni con i partiti, oggi bisognerebbe farsi accompagnare dai genitori?
Né si poteva sperare che la “minoranza originaria” potesse puntellare un’amministrazione sparita nei numeri e mai incisiva nei problemi della comunità.
Non avrebbe avuto alcun senso che la minoranza diventasse parte della maggioranza e poi: per fare cosa?
Nessun programma di fine legislatura credibile è stato posto all’attenzione.
L’arma del Commissariamento usata come clava, non poteva funzionare.
Cosa avremmo potuto dire a chi ci aveva dato la fiducia pensata come alternativa a quella che è poi risultata maggioranza?
Avremmo dato ragione a quanti, sempre più numerosi, ritengono che “son tutti uguali e pensano solo al potere personale”, mentre a noi interessa, fra l’altro, far capire che ogni persona è un soggetto a se stante, ha una sua storia personale e risponde personalmente delle cose che fa. Il qualunquismo non fa crescere nessuno.
E quanti, oggi orfani dell’amministrazione decaduta, rilevano che un senso di responsabilità avrebbe consigliato di puntellarla, siamo certe che sarebbero stati veementi nell’accusarci di opportunismo e di esserci vendute al potere, laddove ci fossimo comportate diversamente.
Pensiamo, invece, che il senso di responsabilità debba portare ciascuno ad assumersi le proprie e finirla di pensare che le “colpe” sono sempre di “altri”.
Pensare al “bene comune”, di cui oggi tanti si riempiono la bocca, a nostro avviso significa spendersi ogni giorno per tentare di risolvere qualche problema della collettività, e non una cosa a cui poi corrisponde il nulla più nullo.
Curinga è un paese importante, con grandi capacità e sensibilità umane, fare un calderone di ognuno, significa tenere lontano dalla cosa pubblica le persone più capaci e più disponibili a spendersi in maniera disinteressata.
Significa lasciare sempre maggiore spazio alle persone più interessate, che mai hanno fatto nulla nell’interesse generale.
Questo periodo di commissariamento potrebbe servire per utili riflessioni e per svelenire l’ambiente.
Finendo formuliamo, ai Commissari Incaricati, l’augurio di un proficuo lavoro nell’interesse della comunità.
Maria Sorrenti
Margherita Perugini
Veneranda Calvieri