Curinga, 01 agosto 2012
Finalmente il primo di agosto, per molti emigrati iniziano le ferie nel agognato paese natio che hanno sognato e bramato tutto l’ anno, attendendo questo periodo con trepidazione e tante cose da fare : trascorrere qualche ora con amici, parenti, girovagare per le rughe che li hanno visti crescere , mostrare e far rivivere ai figli o ai nipoti, spazi , luoghi, nella cui anima si nasconde un mondo sempre presente, pieno di voci e profumi svaniti nel tempo, che hanno lasciato solo una scia di velata nostalgia. Ma la cruda realtà non permette neppure di poter sognare e ricordare ,guardando come tutto è stato stravolto, trascurato, abbandonato, lasciato a se stesso, senza alcun rispetto dei luoghi e delle tante generazioni di curinghesi, che pur nella dignitosa povertà curavano e rispettavano i loro luoghi , nei quali si nasceva, si viveva e si moriva. Tutto o gran parte a poco a poco perde significato, a poco a poco le strade, le piazze, le case, i vicoli perdono la loro dignità, a poco a poco i nostri occhi si assuefanno alla spazzatura nelle strade, alle erbacce, il nostro cuore si indurisce alle violenze nelle case consigliandoci una prudente indifferenza verso il prossimo. Curinga si spegne nella rabbia impotente, nella più innaturale indifferenza, senza più sogni né speranza.
Cesare Natale Cesareo
Le foto pubblicate sono quello che da tempo c’è in uno dei luoghi più significativi del centro storico.