Due articoli tratti dal "Corriere della Sera" e da "La Stampa"
propostici da Umberto Salatino, molto attento alle vicende politiche
Curinga, lì 28 ottobre 2011
Normalmente ci occupiamo di fatti che interessano la nostra comunità e raramente affrontiamo temi di carattere nazionale, poichè i media e i mezzi di informazione, ci inondano minuto dopo minuto di notizie, specialmente in questi ultimi tempi, nei quali viviamo una crisi economica locale e mondiale, inimmaginabile fino a qualche anno fa.
Pubblichiamo volentieri questi due articoli, che ci propone l' Umberto Salatino, i quali danno una idea, se pur parziale, della situazione politica e comportamentale dei nostri rappresentanti in parlamento e nei consessi internazionali.
Cesare Natale Cesareo
" I politici italiani continuino a scherzare col fuoco" (ndr)
Prima di partire per Bruxelles, la signora Merkel ha ricevuto il voto di 503 deputati del Bundestag (i contrari sono stati appena 89), che l'autorizzavano a negoziare un accordo. Prima di partire da Roma, Silvio Berlusconi non ha avuto neanche la firma del suo ministro del Tesoro in calce alla lettera di intenti che ha portato a Bruxelles. Su quelle sedici pagine, ultima spiaggia del governo, Giulio Tremonti non ha voluto lasciare impronte digitali, comportandosi come uno che «non l'ha neanche vista». E l'ultimo drammatico confronto con Berlusconi non sembra essere stato sul merito del testo, ma sull'invito reciproco al passo indietro. Se è ancora comprensibile che il capo dell'opposizione ripeta che ogni misura è inutile se non si manda a casa il premier, è del tutto impossibile che lo pensi un ministro del suo governo, tra l'altro deputato a sorvegliare il Tesoro, a garantire le Finanze e a far quadrare il Bilancio.
È qui certamente all'opera, pur in un'ora drammatica della storia repubblicana, quella sindrome dello scorpione che sembra aver contagiato anche i migliori esponenti della nostra classe dirigente. Lo scorpione punge e affoga la rana che lo sta portando sulla schiena anche se così affoga se stesso; semplicemente perché è scorpione, ed è nella sua natura pungere. Allo stesso modo Umberto Bossi si comporta con Mario Draghi, l'italiano che guiderà la Bce, accusandolo addirittura di voler pugnalare il governo del suo Paese.
Intanto Gianfranco Fini, terza carica dello Stato, si vendica su Bossi prendendosela in un talk show con la moglie baby pensionata. Mentre il Parlamento tedesco votava, in quello italiano ci si prendeva a pugni tra leghisti e futuristi: deputati che si saltano alla gola, come ha scritto nella sua impietosa cronaca online il sito del Financial Times.
La sensazione è che i politici italiani continuino a scherzare col fuoco. Non vedono che, a differenza degli anni 90, oggi la punizione dei nostri errori non sarebbe restare fuori dall'euro, ma far crollare l'euro. Il futuro dell'Europa ormai si scrive a Roma, non ad Atene. Per questo indulgenze non se ne vendono più. In tedesco debito si dice «schulden»: deriva da «schuld», parola che tra i suoi significati ha anche quello di «colpa».
Ieri abbiamo dato la nostra
parola
ai leader europei, che l'hanno
accettata. Ma ora dobbiamo
mantenerla, promessa per
promessa. E nel caso Tremonti
c'è qualcosa di poco
rassicurante per i veri giudici
degli «intenti» italiani, cioè
coloro che ci prestano i soldi
per pagare stipendi e pensioni:
la sensazione che nella squadra
di governo l'obiettivo non sia
più comune. La lettera
all'Europa è infatti anche un
atto di contrizione: se annuncia
una «commissione» che studi un
piano per abbattere il debito
pubblico, è abbastanza chiaro
che quel lavoro non lo fa più il
ministro; se si impegna a
riforme respinte fino all'altro
giorno come «mercatiste», vuol
dire che non è più tempo di «colbertisti».
Tremonti ha detto ieri che «ci
vorrebbe un po' più di fiducia
in noi, tra di noi e per noi».
Ma se non c'è nel governo, e se
ce n'è così poca in Parlamento
dove il governo continua a
scivolare, è difficile credere
che gli impegnativi «intenti» di
ieri possano davvero
trasformarsi nel più massiccio
piano di riforme di mercato che
l'Italia abbia mai messo sulla
carta.
Antonio.Polito
27 ottobre 2011
Tratto da “Il Corriere della Sera”
Camera bassa
Franano pezzi di Liguria e di Toscana, trascinandosi un fardello pesante di morti. L’Italia si gioca quel che resta della sua faccia (forse solo il cerone) con una lettera d’intenti all'Unione Europea. Fini ricorda a Ballarò che la moglie di Bossi riceve la pensione dall’età di 39 anni. Secondo
voi quale di queste tre notizie
ha catalizzato ieri l’interesse
dei nostri deputati?
Non ci sconvolge l’idea che due
di loro si siano picchiati:
siamo arrivati persino a pensare
che la vera riforma
istituzionale potrebbe essere
una rissa collettiva, come
quelle che Sergio Leone
ambientava nei saloon e dalle
quali non si rialzava più
nessuno. Ma è davvero umiliante
che un bossiano e un finiano si
siano strappati a vicenda la
camicia per una disputa che
riguardava solo i rispettivi
capi e i loro cerchi più o meno
magici. E neanche per la strada,
dove almeno avrebbero potuto
essere arrestati per disturbo
della quiete pubblica e
condannati a un lavoro
socialmente utile: qualunque
altro. Si sono scazzottati
nell’aula di Montecitorio,
davanti a una scolaresca che
assisteva allo spettacolo
circense dalla tribuna del
pubblico. E proprio quando la
nostra reputazione all’estero,
mai così bassa dai tempi dei
Visigoti, suggerirebbe ai
rappresentanti della Nazione di
assumere atteggiamenti
compatibili con lo scranno
indegnamente ingombrato dai loro
glutei. Ecco a cosa si è ridotto
il Parlamento del Porcellum:
manipoli di sgherri fedeli a
questo o a quel capo-bastone che
sguainano le mani per bisticci
di bottega, mentre fuori tutto
frana.
Massimo Gramellini
27/10/2011
Tratto da “La Stampa”